Riforma dei cicli scolastici: come pensarci dopo i dati OCSE PISA e PIAAC

Problemi su tutti i fronti. Siamo lontani dai dati UE (e non solo), lontani dalle tendenze, lontani dall’efficienza delle strutture, laureati a livelli indicibili, e però c’è sempre l’ottimista che dice: il primo ciclo non si tocca, tagliamo alle superiori così i ragazzi scelgono prima, per esempio a tredici anni. Oppure, tagliate dove volete, ma tagliate così i ragazzi scelgono prima, perché in UE “così fan tutti”!
C’è qualcosa che non torna!
A parte il solito rattoppo, tanto veloce quanto apparentemente indolore (nonostante tutte le urla silenziose).

Abbiamo i dati sulla formazione permanente (cioè degli adulti) tra i più poveri dell’UE (gli adulti non ritengono di doversi aggiornare o formare, ad esempio sul digitale); abbiamo una quota NEET (Not Employed, Not in Education or Not in Training) della popolazione sempre crescente e più abbondante di tutti i paesi UE (tocca quasi i 4 milioni di giovani sotto i trent’anni); abbiamo dati OCSE-PISA devastanti sul versante dell’analfabetismo funzionale (cioè quel che un cittadino tra i 15 e i 64 anni capisce di ciò che legge); abbiamo ragazzi al di sotto di ogni possibile livello culturale e abbiamo, contemporaneamente, dati locali del Nord Est o di qualche eccellenza in matematica sbandierati come una rivoluzione culturale di tendenza del pianeta.
Non solo, non si capisce perché, nonostante tutti i fattori “inabilitanti” del PIAAC, si possa pensare che con un contesto alfabetizzato adulto spaventoso e un contesto giovanile (non più ben misurabile) “distratto” dai bisogni “virtuali” di mercato e d’istruzione, a dir poco miracolosamente, un ragazzo con un anno di meno possa scegliere meglio o comunque anticipare la scelta universitaria (tesi combinata di T. De Mauro e di F. Farinelli).

Quello su cui tutti possiamo concordare è che occorre guardare all’istruzione, alla formazione e all’education con occhi completamente nuovi come fece a suo tempo Brocca, nel senso che tutto deve essere rivisto dalla materna alle superiori, dal curriculo alle articolazioni (che oggi sono in diversi casi abbandonate a se stesse senza programma di studio, senza materiali di studio codificati e con associazioni alle opzioni piuttosto aleatorie)!
Basta con “riforme a toppe” per soddisfare questo o quel politico oppure il governo in carica.
Se la scuola è di tutti ed è alla radice di una soluzione possibile per il lavoro e la crisi, occorre guardare a essa con il coraggio di chi la conosce e che ne ha già tanto per lavorarci ogni giorno.

Le nuove generazioni vengono dal primo ciclo, non da Marte o Cerere, e sono in condizioni didattiche disastrose, per non parlare di quelle umane. La loro scolarizzazione avviene in ritardo rispetto alle aspettative, quindi è stato un bene traslare l’obbligo scolastico a 16 anni. Ma questo significa che i ragazzi – di cui sopra – non hanno assolutamente alcuno strumento per fare una scelta ragionevole a 14 anni, così come a 16 anni.
Il fenomeno dei NEET sembra di moda per chi ne parla – è trendy –, ma è un dramma enorme perché significa semplicemente che anche a 30 anni non si è in grado di scegliere.
Allora, perché il “ragazzo” a 14, 16 o 18 anni dovrebbe trarre vantaggio da una scelta anticipata? Come si fa a pensare questo? Se il meccanismo non funziona, non funziona a tutte le età, fino a quella dei NEET.

Quindi, deve essere rivisto tutto, anche il “perfetto sistema elementare” che conduce inevitabilmente alla “disastrosa scuola media”.

Ma no, “il primo ciclo non si tocca, tagliamo alle superiori”. E si ricomincia a “vagare”…

Correlazioni:
allegato con testo completo
“La sfida dei nativi digitali”, speciale, introdotto da Arturo Marcello Allega e Paolo Ferri, raccoglie i contributi più rilevanti offerti dalla rivista sul tema dei nativi digitali – Articoli di: Paolo Ferri, Arturo Marcello Allega, Carlo Nati, Bruno Nati, Linda Giannini, Filomena Rocca, Liborio Dibattista, Francesca Morgese, Andrea Turchi, Gabriella Paolini, Paolo Beneventi, D’Alonzo Di Antonio Falini, Veronica Mobilio, Anna Verde, Maurizio Tiriticco, Franco De Anna, Francesco Macrì, Anna Dall’Acqua
“Demagogia digitale”. Le tecnologie digitali possono essere la causa dell’ignoranza attuale?, di Arturo Marcello Allega
Che pasticcio questo registro elettronico, di Arturo Marcello Allega
Germania: in cammino verso la riforma. Saarland e il futuro della scuola, di Giovanni Patriarca
“Vivere insieme, apprendere insieme”: scuola e disabilità in Germania, di Giovanni Patriarca
Le cose giuste: la Germania a colloquio con i giovani, di Giovanni Patriarca
Istruzione e minoranze: il caso dei Sorbi in Germania, di Giovanni Patriarca
Geopolitica, diplomazia e cooperazione. Un progetto didattico per le scuole tedesche, di Giovanni Patriarca
La riforma scolastica di Amburgo, di Giovanni Patriarca
Salute e prevenzione nelle scuole: un’iniziativa contro le dipendenze, di Giovanni Patriarca
“Ottimo paretiano” e paradosso di Sen: applichiamoli all’istruzione!, di Giovanni Patriarca
Il NEPS e l’analisi integrata dei processi educativi, di Giovanni Patriarca
Sachunterricht: una materia interdisciplinare, di Giovanni Patriarca
L’Europa tra Danubio e Adriatico. L’identità culturale della pluralità, di Giovanni Patriarca
Europa: considerazioni di un uomo qualunque (prima parte), di Maurizio Matteuzzi
Europa: considerazioni di un uomo qualunque (seconda parte), di Maurizio Matteuzzi
Europa, considerazioni di un uomo qualunque (terza parte), di Maurizio Matteuzzi
Europa, considerazioni di un uomo qualunque (quarta parte), di Maurizio Matteuzzi
Analitici e continentali, di Maurizio Matteuzzi
“La nonna di Pitagora” per digerire la matematica, di Maurizio Matteuzzi
L’educazione ai tempi della crisi, di Maurizio Matteuzzi
Qualche leggenda metropolitana in tema di istruzione e di crisi, di Maurizio Matteuzzi
L’ignoranza di coloro che credono che tutte le grandezze siano commensurabili, di Maurizio Matteuzzi
Tutti gli uomini tendono alla conoscenza per natura, di Maurizio Matteuzzi
Claudio Imprudente: una laurea speciale, di Maurizio Matteuzzi
Tito Mameli, Maestro, di Andrea Mameli; pensieri dell’autore che prendono voce nella sua intervista al filosofo Maurizio Matteuzzi
Monetizzare il sapere, di Francesco Bianchini
VIDEO – L’Arcivernice: i filosofi del passato rispondono alle domande del presente, Carlo Nati intervista Maurizio Matteuzzi
Considerazioni inattuali dei grandi sullo stato presente, Linda Giannini intervista Maurizio Matteuzzi
La buona, la brutta e la cattiva: educazione e corruzione. La questione morale e il futuro dei sistemi d’istruzione, di Giovanni Patriarca
La guerra prossima ventura e la caduta dell’Impero Romano, di Maurizio Matteuzzi
Il maggior investimento in Italia è sull’ignoranza! La verità dei numeri, di Arturo Marcello Allega
Bancarotta. Il mistero buffo e tragico dell’istruzione, di Arturo Marcello Allega
Caro Saviano, questa volta non sono d’accordo! La lettura, la rete e la Tv, di Arturo Marcello Allega
L’ultimo dei Mohicani. Il mistero di “come” si spendono i soldi nella scuola, di Arturo Marcello Allega
Come deve cambiare la scuola per formare i leader di domani, di Emiliane Rubat du Merac
Migliorare le competenze degli adulti italiani: il rapporto degli esperti sul progetto PIAAC, di Vittoria Gallina
Riforma dei cicli scolastici: a 18 anni fuori dalla scuola!, Luigi Berlinguer pone alcune riflessioni sulla “riforma dei cicli scolastici (video)
Scuola superiore: quattro anni vi sembrano pochi?, di Fiorella Farinelli
Se 18 vi sembran pochi…, di Franco De Anna (parte prima)
Se 18 vi sembran pochi…, di Franco De Anna (parte seconda)
Uscire dal sistema d’istruzione a 18 anni di età? Sì! Ma.., di Maurizio Tiriticco
Il riordino dei cicli di istruzione, di Maurizio Tiriticco
Si può uscire a 18 anni dalla scuola. Ma… (parte 1), la video intervista a Maurizio Tiriticco a cura di Carlo Nati
Si può uscire a 18 anni dalla scuola. Ma… (parte 2), la video intervista a Maurizio Tiriticco a cura di Carlo Nati
Il maggior investimento in Italia è sull’ignoranza! La verità dei numeri, di Arturo Marcello Allega
Chirurgia plastica, a 12 punti. Le “ragioni del no” per il taglio ai cicli scolastici, di Arturo Marcello Allega
La riduzione ragionevole, 12 anni per la formazione obbligatoria, di Arturo Marcello Allega
Accelerare l’uscita dei giovani dalla scuola superiore? Le premesse per un ragionamento, di Daniela Silvestri

***
Immagine in testata di wikimedia commons (licenza free to share)

Arturo Marcello Allega