Pinocchio 2.0, le storie inventate per bambine/i: La chiave d’oro
“Se volete che vostro figlio sia intelligente, raccontategli delle fiabe;
se volete che sia molto intelligente, raccontategliene di più”.
Albert Einstein
Ho sempre saputo che raccontare fiabe e favole è stimolante per lo sviluppo/crescita del pensiero e del linguaggio dei bambini, ma ho sempre avuto difficoltà nel raccontarle. In effetti, non è cosa facile né raccontarle né tanto meno inventarle!
Ma… mi è venuto in soccorso il Mago Merlino. Un bel giorno di tanti anni fa, alla fine della notte, quando i sogni sono i più veritieri, mi è apparso… in sogno? Mah! – il Mago Merlino… sì, proprio lui, con l’ampio mantello e il cappello a punta. Mi ha guardato e mi ha detto:
– Mastro Ticchio! Tu vuoi raccontare favole, ma non ne sei capace! Ti faccio un regalo, una cosa che solo noi maghi siamo in grado di fare! Prendi questa chiave d’oro! Ti sarà necessaria per aprire il mondo delle favole, dove tu potrai pescare come e quando vuoi le favole più belle del mondo. Solo tu potrai vedere e utilizzare questa chiave! Solo tu potrai vedere su nel cielo la porta che conduce al mondo delle favole… E tacque! Mi svegliai di soprassalto e… sul mio letto c’era una chiave stupenda, la chiave d’oro!!!
Da quel giorno divenni un narratore! Prima i figli e i figli degli amici, poi i nipotini e gli amici dei nipotini. Ovunque, in casa, fuori casa, nei parchi, al mare sotto l’ombrellone, aprivo quando volevo la porta del regno delle fiabe e…
Fu la cosa più facile del mondo! I bambini vedevano che armeggiavo con questa chiave invisibile per aprire una porta altrettanto invisibile. Le prime volte cercai le fiabe classiche, poi divenni più esperto e cercai anche favole altre! A volte certe favole erano occupate! Un altro narratore la stava utilizzando! Ma io ero paziente e anche i bambini, quando chiedevano quella favola e non un’altra, dovevano semplicemente aspettare! Qualcun altro, fortunato come me, aveva anche lui una chiave d’oro!
Il bello era – ed è – che, quando armeggio con la chiave su in alto nel cielo per aprire la porta del regno delle favole, nessuno dei bambini presenti ci crede veramente! Non vedono la chiave d’oro, non vedono la porta del Regno delle favole, per cui mi guardano sempre stupiti.
Eppure senza chiave non potrei narrare nulla! Dicono che le invento, ma non è così! Le favole sono tutte già scritte e stanno tutte lassù, dietro quella porta che solo con la chiave d’oro si può aprire!
Io mi sento veramente un fortunato e un privilegiato. Sono uno di quei pochi che ha avuto in dono – o in prestito? Chissà! – la chiave d’oro!
Ho illustri predecessori! Apuleio, Esopo, Fedro e poi, sempre più vicini a noi, La Fontaine, Perrault, Andersen, i fratelli Grimm… e il nostro Rodari! Anche loro hanno avuto in dono la chiave d’oro. Penso soltanto di farne buon uso! Come loro!
Non vorrei che una notte il Mago Merlino se la venisse a riprendere! Spero proprio di no!
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Il disegno è di Veronica Bianchini, anni 5
La rappresentazione grafica della storia da parte di bambine/i della sez. B della scuola dell’infanzia IC don Milani di Latina
La rappresentazione grafica della storia da parte di bambine/i della sez. C della scuola dell’infanzia IC don Milani di Latina
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