Pinocchio 2.0 e la fiaba, alimento prezioso!
Questo speciale raccoglie storie, racconti e poesie che sino al 2012 sono state pubblicate su Education 2.0 e che sono riferite a Pinocchio 2.0. Il progetto, ideato e curato da Linda Giannini, a ottobre 2012 ha ricevuto il premio del Presidente della Repubblica che viene assegnato alle esperienze più innovative realizzate dalle scuole italiane. Nell’ambito di questo progetto è stato chiesto a mamme, papà, sorelle, fratelli, zie, zii, nonne e nonni, amici e scrittori di inventare brevi storie e poesie che poi sono state lette in classe dalle maestre e sono state illustrate da bambine/i e ragazze/i. L’iniziativa continua, quindi, se vorrete aderire, potrete inviare i vostri racconti a community@educationduepuntozero.it
Un tempo, genitori e anziani della famiglia erano soliti raccontare fiabe, da cui i bambini traevano insegnamenti per l’età adulta. Anche se oggi tutto è cambiato, il linguaggio fiabesco continua ad avere un’importanza fondamentale, seppur trascurata. Qualche provocazione sul modo in cui i genitori, oggi, si rapportano ai bambini.
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Pinocchio 2.0 può essere un’ottima occasione anche per riflettere sull’opportunità del “raccontare”. Ecco una pillola provocatoria!
Per il progressivo incremento del pensiero/linguaggio – lo “slash” indica che nello sviluppo/crescita/ apprendimento di un bambino il produrre pensiero e il produrre linguaggio si alimentano vicendevolmente – la fiaba (la favola è un’altra cosa) assume un’importanza fondamentale. Da sempre gli attanti (genitori, nonni, gli anziani del microgruppo familiare) sollecitavano con le fiabe sia lo sviluppo del pensiero/parola sia i valori del gruppo (la morfologia della fiaba di Vladimir Propp è più che eloquente in materia: si vedano le sue tipologie dei personaggi e le funzioni narrative).
La fiaba interviene – o forse interveniva – proprio a modellare atteggiamenti e comportamenti che poi sarebbero divenuti le linee guida per la vita adulta. E proprio in quella fase dello sviluppo/crescita in cui, in forza dell’egocentrismo, il bambino non fa differenza tra il reale e il virtuale, tra il vero e il falso: tutto ciò che gli viene detto è accettato e costituisce un grosso imprinting nella costruzione del primo Sé.
Oggi tutto è profondamente cambiato: al microgruppo contadino si sono sostituite le metropoli e la fiaba ha visto perdere la propria valenza. Però, ciò non significa che i genitori, o chi per loro, non debbano adottare un linguaggio appropriato per il bambino che cresce.
Mai a tavola genitori che, con la tv accesa, parlano del carovita e lasciano i due bambini litigare tra loro! La tavola è un prezioso strumento di socializzazione: la tv si spegne e i genitori parlano con i bambini, con il loro linguaggio e, se uno straccio di fiaba o anche di favola la ricordano, li possono con essa intrattenere.
Per i bambini, il linguaggio fiabesco è un alimento prezioso, forse più del cibo!
Spesso il genitore dice troppi no e non li giustifica mai. Si deve parlare e argomentare sempre, con semplicità e con parole sommesse e opportunamente scandite. Il cervello che cresce si alimenta in questo modo.
Spesso si ha tanta cura per le piante del balcone e poca cura per il bambino che scorrazza in casa senza alcuna guida.
Buono! Fermo! Zitto! Lo dico a papà!”… Sono ordini vessatori e ingiunzioni controproducenti! Come se il bambino fosse un soldatino che deve solo obbedire senza discutere! Non è così! In effetti, la stessa disciplina di un’organizzazione rigidamente gerarchica – quale quella di un esercito – non aiuta a crescere! La famiglia non è un’organizzazione gerarchica, anche se un tempo i padri padroni andavano per la maggiore!
Ovviamente, non bisogna cadere nel lassismo per cui ai bambini tutto è permesso! Ciò che è importante per gli “attanti famigliari”, genitori, parenti, è individuare e adottare lo stile linguistico che più si confà all’età del bambino che cresce.
E nell’età dell’egocentrismo, quanto ancora la differenza che corre tra vero e falso, giusto e ingiusto, tra tutti gli estremi di cui solo in un’età successiva si acquisisce consapevolezza, la fiaba e la favola non solo aiutano all’interiorizzazione di primi valori (il buono e il cattivo, ad esempio), ma anche delle prime strutture complete e articolate del linguaggio: e molto prima di quanto avverrà poi a scuola con l’apprendimento consapevole delle regole grammaticali e dei principi costituzionali che regolano i nostri rapporti sociali.
Insomma, con i bambini si deve parlare, e molto, stimolando la loro maturazione che non è solo linguistica, perché il linguaggio è anche portatore di significati profondi e di valori.
PER APPROFONDIRE:
• Vai alla pagina degli Speciali e scarica “Pinocchio 2.0 e la fiaba, alimento prezioso!”
• La premiazione del Presidente della Repubblica a Linda Giannini per il progetto Pinocchio 2.0
• VIDEO – Pinocchio 2.0, intervista a Maurizio Tiriticco
Maurizio Tiriticco fa parte del gruppo Pinocchio 2.0: http://blog.edidablog.it/edidablog/segnidisegni/ – http://blog.edidablog.it/blogs//index.php?blog=275 e su Facebook http://www.facebook.com/group.php?gid=139204519436108
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Immagine in testata di truu / Flickr (licenza free to share)
Maurizio Tiriticco