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I have a dream e i Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti

Pubblicato il: 08/07/2014 10:56:54 -


Riflessioni in forma narrativa sulle problematiche legate all’attuale normativa per la formazione degli adulti in Italia.
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La stanza non era di quelle che riconoscevo, del resto tutto era sfumato, come deve essere nei sogni, tranne al centro della visione un tavolo enorme, intarsiato, un tavolo ministeriale, coperto di carte, pardon di documenti, e seduta a quel tavolo il ministro Giannini che cerca qualcosa e intanto borbotta. Le capitano fra le mani alcuni fogli, pinzati, fogli pieni di frasi evidenziate, sottolineature su sottolineature, lineette verticali ai lati dei capoversi, frecce nere che puntano su una frase o due.
Legge: “Schema di regolamento recante norme generali… dei centri d’istruzione degli adulti, ivi compresi i corsi serali…”.
Cos’è? Non ne so niente. Art.1 “… i centri nei quali sono ricondotti… i centri territoriali permanenti… e i corsi serali d’istruzione permanente… i percorsi d’istruzione degli adulti sono riorganizzati nei percorsi indicati all’art. 4 comma 1, lettere a e c, realizzati dai centri di cui all’art 2 e nei percorsi indicati all’art. 4 comma 1, lettera b, realizzati dall’istituzione scolastica di cui all’art. 4, comma 6”.
Ottimo!
Quando si giocava a flipper, era più semplice. Art. 4: 1° livello, 2° livello, 1° livello: 1° periodo, 2° periodo, 2° livello: 1° periodo, 2° periodo. Il 2° periodo del 1° livello e il 1° periodo del 2° livello coincidono, fatti da organismi diversi. Art. 4: i corsi serali incardinati alle scuole del diurno, anche se ricondotti ai CPIA. Art. 5 gruppi di livello fruiti anche in due anni scolastici. Art 4: linee guida, art.5: linee guida, art11: finalmente le linee guida.
Ci saranno sicuramente da qualche parte su questo tavolo. Art 11: i corsi serali cessano di funzionare il 31 agosto 2015. Dunque vengono scardinati e buttata giù la porta.

A questo punto del sogno il ministro suona il campanello.
Le immagini nei sogni dei luoghi e degli ambienti mai realmente visti, spesso sono quelle viste nei film e di film con ministri che suonano il campanello ce ne sono. Così nel sogno compare qualcuno, non distinguibile, effetto dell’eco del suo nome, il più alto dirigente del ministero, un nome che parla. Senza musica, come si sente nei sogni dei films di Hitchcock, perché questo è un sogno vero.

Cos’è questo?
È una legge, sig.ra Ministro.
Una legge? Ma le leggi non servono a mettere ordine nel caos della vita contemporanea? Qui, mi pare, la confusione aumenta, mi rifiuto di pensare che si possano scrivere leggi con questo fine. E su cosa? Sull’educazione degli adulti, una delle nobiltà, insieme alle elementari, della storia della nostra scuola e della nostra cultura.
L’UNLA (Unione Nazionale per la Lotta contro l’Analfabetismo), la scuola di Barbiana, le 150 ore: chiedici la parola e forse riusciamo a dire ciò che vogliamo e ciò che siamo.
La ringrazio per la citazione poetica, sig.ra Ministro, ma lei certo comprenderà le mille trame che sono dietro una legge: sa come si fanno le frittate? Per farle, bisogna rompere le uova
Frittata, sì, ma quella ottenuta sedendosi sopra le uova. Voglio sperare che nessuno dica niente a Guzzanti e Crozza. Cetto La Qualunque forse l’avrebbe scritta meglio.
Nessuno ha protestato per questa legge? I corsi serali?

Non se ne crucci, sono 4 gatti, anzi meno.
Ma come? Con tutti gli analfabeti, integrali, funzionali, di ritorno, con la decina di milioni di disoccupati, con tutti quelli che hanno perso il lavoro e ne cercano un altro, le scuole serali sono 4 gatti? Chi ha scritto questa legge? Un politico? L’avete fatta qui al Ministero? Chi l’ha scritta aveva un’idea dell’educazione e istruzione degli adulti? Sa cosa fanno altrove, oltralpe? In Germania o in Francia. Sa di tutta l’attività sinergica, di studio e ricerca per esempio che in Francia fa una sola rivista.
Da noi non c’è, sig. Ministro.
Già. Chissà perché. E adesso cosa si può fare?
I ministri possono tutto, altrimenti perché sarebbero ministri, possono correggere la legge e indirizzare interi settori su nuove strade.
E come fare in questo caso? Qui è un’architettura intera che va ripensata, anzi che va pensata, perché è assente.
Modifichi il testo della legge, per cominciare.
Lo farò. Per prima cosa bisogna togliere l’incardinamento. I docenti dei serali, dico i docenti dei serali con democrazia scolastica, perché sono loro che hanno fatto e fanno vivere quella realtà, scelgano se restare con le scuole diurne o entrare in una rete istitutiva con altri serali, insomma il CPIA (Centro Provinciale per l’Istruzione degli Adulti) di soli corsi serali, collegati operativamente con i CPIA formati dagli attuali CTP (Comitato Tecnico Paritetico). Perché questo sarebbe razionalizzazione, propulsione, ricerca didattica.

Sì, è vero, quello è il punto chirurgico da cui iniziare.
Poi reti sul territorio con i Comuni e con le imprese per servizi di supporto e organismi sinergici. Le istituzioni e le parti sociali si parlino e mettiamole in condizioni di parlarsi e di creare a loro volta condizioni favorevoli. L’educazione e istruzione degli adulti è molte cose, ma oggi è anche una politica del lavoro di fronte alle turbolenze del mercato del lavoro e alle modificazioni delle tecniche produttive e distributive.
Non dimentichi la formazione degli insegnanti.
No. Bisogna formularla in modo che mentalità, modelli procedurali e didattici, regolamenti di funzionamento (personalizzazione, assenze, libri di testo, graduatorie) siano necessariamente svincolati da quelli del diurno. Insomma mettere in moto la produzione di didattica nuova, esperire, cercare, trovare: quella dell’educazione degli adulti è la condizione ideale per tutto questo e perciò va liberata da tutte le pastoie inibitorie e repressive.

Sì, sig.ra Ministro, per cominciare questo potrebbe farlo.

Anche un convegno nazionale, anzi internazionale, con i migliori studiosi dell’educazione degli adulti insieme ai nostri docenti più esperti con lo scopo di disegnare un progetto nazionale.

Ma qui il sogno si è interrotto. Ciò che non riesco a precisare è se si trattava di un sogno fatto all’alba.

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Immagine in testata di Dr Case / Flickr (licenza free to share)

Fausto Marcone

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