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La scuola “intelligente” combatte la stupidità

Pubblicato il: 03/12/2014 13:56:03 - e


Prendendo spunto dal testo “Le cinque leggi fondamentali della stupidità umana”di Carlo Maria Cipolla, gli autori tracciano il lato positivo e i buoni effetti della scuola.
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Quest’articolo si pone in una prospettiva diversa rispetto a quella de “Le cinque leggi fondamentali della stupidità umana” di C. M. Cipolla.
Una volta accettato che la stupidità è una cosa seria, per quanto indefinita e sfuggevole, l’educatore non può (e non potrà mai) condividerla e, quindi, si arma per combatterla, con le armi dell’intelligenza, più specificatamente, con le armi dell’istruzione e, soprattutto, con quelle del volontariato.
L’educazione crede che si possa uscire dal tunnel della stupidità e che ciò sia possibile solamente con la scuola perché la forza di quest’ultima è insita nella dinamica relazionale adulto-bambino. In questa relazione l’atto fondante è un atto d’amore, un dono che si scambiano reciprocamente il bambino (o l’adolescente) e l’adulto, senza aspettarsi nulla l’uno dall’altro.

L’istruzione è passione, amore per la cultura, essenza del movimento, del cambiamento, della voglia di crescere. Crescere sempre! E che sia così è dimostrato dal fatto che l’istruzione (a parte le definizioni formali) è fatta di bambini e ragazzi. L’adulto che vive in questo mondo è sempre in relazione, in contatto, forse è meglio dire, travolto da bambini e ragazzi, sempre in movimento, perché ogni anno essi cambiano e i più vecchi (per così dire) sono sostituiti dai più giovani. Le generazioni si succedono in continuazione. E le funzioni cerebrali si plasmano su queste sintonie.

Gli adulti che non sono ‘a contatto’ con bambini e ragazzi in questa specifica relazione (e molti, purtroppo, ma non poi così tanti, sono anche insegnanti, i quali, ovviamente, non sfuggono alla seconda legge del Cipolla “la percentuale degli stupidi è sempre la stessa, ovunque”) sono destinati a un invecchiamento precoce (a parte alcuni rari casi), alla supponenza, alla saccenza, semplicemente perché non sono costretti all’autocritica “costante e costruttiva”.
Cipolla distingue quattro categorie nella popolazione adulta:
1) quella degli intelligenti;
2) quella dei banditi;
3) quella degli sprovveduti;
4) quella degli stupidi.
Tutti in un rapporto di costi-benefici (Cipolla era un economista).

L’intelligente è colui che in una relazione produce vantaggi per sé e per l’altro; il bandito genera perdite agli altri a suo esclusivo vantaggio (o quello del suo gruppo); lo sprovveduto è colui che produce vantaggi agli altri e perdite a se stesso; il quarto e ultimo è lo stupido. Cipolla definisce lo stupido in un modo inequivocabile: “Una persona stupida è una persona che causa un danno ad un’altra persona o gruppo di persone, senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo una perdita (la terza legge fondamentale della stupidità umana)”.

Ora, con tutto il rispetto per la politica e le sue riforme (che con la scuola spesso hanno poco o nulla a che fare – consultazioni a parte), l’istruzione siamo noi.
L’istruzione è la scuola e non tutta la macchina che le gira intorno. L’istruzione è quella che facciamo noi, in un luogo specifico, la nostra piazza, nella quale le distinzioni ‘formali’ crollano dinanzi alla freschezza del cambiamento, al bisogno di “essere” qui e ora, non ieri o domani.

Il presente è determinante per dare senso al passato e al futuro. Se non si cura il presente, il passato e il futuro diventano inconsistenti. Ebbene, il presente è fatto di relazione, di comunicazione, di emozione, di ‘respiro’, di voglia di esprimersi, di gioco! Quando si priva la realtà di questo, si contamina il presente e, quindi, sia il passato sia il futuro (perciò ogni lezione ‘ex cattedra’, fatta da vecchi insegnanti o ministri o in altra modalità, perde di senso).

L’adulto è in continua ricerca del supporto della scuola, come spesso si dice della “scuola dal basso”, ad essa non da nulla e da essa prende molto. Lascio a voi stabilire in quale categoria Cipolla lo metterebbe.
La scuola è abbandonata da tutti, dallo Stato e dalle famiglie (vedi i finanziamenti ‘reali’ del fondo d’istituto e la reazione al contributo volontario, la partecipazione degli Enti locali alle necessità funzionali e strutturali, così come quella delle famiglie alla rappresentanza delle classi e dell’istituto), ma è molto utile per parcheggiare i figli e quando non ci si aspetta la promozione o la garanzia di ogni tutela, diventa un eccellente bersaglio da colpire.
Insomma, pur non volendo fare di tutte le erbe un fascio (e nel nostro piccolo lo sappiamo benissimo), l’adulto non fa una gran figura quando allocato nelle categorie di Cipolla.

Ciò nonostante, la realtà è cosa ben diversa. La scuola procede nel suo cammino battendosi per ogni singolo caso come fosse l’unico, i docenti e gli studenti, siano essi bambini o adolescenti, collaborano fra loro nella ricerca (1), nella didattica (2), nell’attenzione (3) e nell’innovazione (4).
La scuola continua a dare molto a tutti e a tutto ciò che la circonda, generando molti risultati, diretti e indiretti, sulla crescita della persona (indipendentemente dall’età, dalla nazionalità, dalla religione e dalla condizione sociale) ottenendo la propria soddisfazione nella consapevolezza del “valore” del suo operato e nel riconoscimento costante dei feedback dei ragazzi (che tornano sempre con gratitudine).
La scuola, quindi, secondo Cipolla è “intelligente”. Non si può dire di tutti coloro che stanno fuori dalla scuola e che a quest’ultima si rivolgono, producendo benefici per se stessi e nulla (o pochissimo) per la scuola (causa di enorme stress per docenti e dirigenti) – che Cipolla definisce ‘banditi’.
E la scuola, con il suo operato continuo e capillare di volontariato, impoverita senza precedenti (in questo senso, un pochino “sprovveduta”), rappresenta l’assoluto baluardo nella lotta contro la stupidità, cercando di ‘costruire’ – sempre e illimitatamente – il vantaggio sociale di tutti.

Note
1) Percezione analitica: dalla scrittura alla lettura, di Domenico Lenzi.
2) Ricerca e studio interdisciplinare attraverso la didattica cooperativa, di Daniela Silvestri.
3) Gli errori possono diventare disturbi, di Margherita Pellegrino.
4) Ricomincio dal cloud… Strategie educative e sviluppo di competenze, di Maria Luisa Faccin.
5) Mezza scuola è andata di recente a vedere il film su Leopardi costruendo un percorso didattico di grande valenza che ha posto la grande figura del letterato in una prospettiva nuova ed esilarante: Un favoloso giovine: Leopardi fra emozioni e contrasti, di Giuseppe Campagnoli.

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Arturo Marcello Allega e Anna Maria Colagiovanni

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