Pinocchio 2.0 e i grandi che inventano storie: L’incontentabile nanetta

C’era una volta, in un bosco tra le montagne, un villaggio di nanetti. C’era il nanetto capo, che era il più saggio di tutti e governava la vita dell’intero villaggio con amore e responsabilità verso la natura, il nanetto boscaiolo, che si occupava di tagliare gli alberi malati per far posto agli alberelli più giovani e sani, la nanetta cuoca che preparava piatti succulenti per tutti e così via, ognuno aveva il suo ruolo e tutti insieme si occupavano di difendere il bosco e gli animali che vi abitavano. Ma tra loro, c’era anche la piccola Lillina, una nanetta incontentabile! Lillina aveva sempre qualcosa da ridire su tutti e si lamentava continuamente. Davanti ai piatti golosi della nanetta cuoca, Lillina si lamentava sempre che fossero troppo salati o troppo sciapi, con la nanetta sarta si lamentava del colore delle stoffe, troppo vivaci o troppo spente, col nanetto giardiniere si lamentava per la scelta dei fiori… Non era mai felice e trovava sempre motivi per brontolare. Tutto il villaggio all’inizio aveva cercato di farla contenta, di preparare e fare le cose che potevano piacergli, ma per quanto si fossero sforzati, niente e nessuno era riuscito a renderla felice e alla fine si stancarono dei suoi atteggiamenti scortesi e incontentabili, così decisero di ignorarla. Nessuno chiese più il suo parere e Lillina divenne ancora più triste, al punto di decidere di abbandonare il villaggio. Preparò la piccola valigia con tutte le sue cose, sicura che sarebbe riuscita a trovare un nuovo villaggio con abitanti più buoni, che l’avrebbero capita e aiutata. Camminò a lungo nel bosco e arrivò la sera, la piccola Lillina al buio e da sola, aveva paura, ma era troppo orgogliosa per tornare a casa, così decise di nascondersi in un tronco cavo e aspettare il sorgere del sole per continuare il suo viaggio. Rannicchiata nella cavità del tronco, tutti i rumori sembravano provenire da mostri spaventosi e la povera Lillina piangeva impaurita e ripensava al calduccio della sua casetta, e a tutti gli amici che aveva lasciato, iniziando a chiedersi se in fondo, la colpa di tutto in realtà fosse sua.

Appena il sole fece capolino dietro le montagne, Lillina riprese il suo viaggio e cammina, cammina arrivò vicino ad un laghetto, dove trovò un altro villaggio e tutta felice pensò: “Qui potrò avere nuovi amici, che mi renderanno felice!”. Si presentò al capo villaggio chiedendo di essere accolta, ma il capo villaggio le rispose che non c’era una casetta libera per lei e che, se proprio voleva restare, doveva accontentarsi del fienile… Lillina accettò, ma ben presto dovette rendersi conto che non solo non avrebbe mai avuto una casetta tutta per lei, ma anche che gli altri nanetti del nuovo villaggio erano tutti amici fra di loro e tutti avevano il proprio ruolo, così lei restava esclusa da ogni attività. Disperata decise di tornare al suo villaggio, perché aveva capito di essersi comportata male con i suoi amici e che, in nessun altro villaggio, sarebbe stata felice come a casa sua. Si fece coraggio e riattraversò il bosco. Quando arrivò al suo villaggio però, vedendo tutti i suoi amici intenti nei loro lavori, cominciò a pensare che, forse, era stata sempre così scortese con tutti, che nessuno aveva sentito la sua mancanza, così restò nascosta dietro un cespuglio a piangere, senza avere il coraggio di farsi vedere. Dei bambini che stavano giocando nel prato, fecero rotolare la palla proprio vicino a Lillina e andando a prenderla, la videro, così iniziarono a gridare: “Mamma, mamma, è tornata Lillina!” e a quelle parole tutto il villaggio accorse a vedere. Tutti l’abbracciarono felici di rivederla e le dissero quanto erano stati in pensiero per lei quand’era partita, così Lillina si scusò per essere stata tanto brontolona e promise che da quel momento in poi non sarebbe più stata incontentabile. Il nanetto capo organizzò una grande festa per il ritorno di Lillina e tutti i nanetti si diedero un gran da fare per preparare torte e festoni colorati e nessuno in tutto il villaggio, era felice come Lillina!

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L’incontentabile nanetta: disegno di Chiara Ceracchi, anni 4.

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