ClanDESTINI (ventisettesima puntata)
Il Venditore bianco si guardò intorno ammirato: il bunker era attrezzato con le tecnologie più avanzate della telecomunicazione. Da quella strategy room si sarebbe potuto anche combattere una battaglia.
“Mi avete fatto un grande onore, don Cascio Ferro, a farmi entrare nella cupola capovolta, da cui controllate i vostri traffici… nel senso di spostamenti… ma toglietemi una curiosità professionale, come avete fatto a disporre addirittura di un satellite spia?”
Il Ragioniere, che aveva un occhio coperto da un cerotto, sorrise “È semplice, lo abbiamo comprato dai russi. Tutto si compra e si vende a questo mondo, tu lo sai bene! Tutto il male e anche tutto il bene, noi due traffichiamo però nel primo settore.”
“Dove c’è più movimento e più margine! Ecco la nostra flottiglia ha lasciato il porto di Ancona” il Venditore bianco s’interruppe guardando un grande monitor “ma al comando non c’è la persona che volevamo…”
L’immagine rimpicciolita delle sei navi che lasciavano il porto era sufficientemente nitida.
“Sei navi a perdere, ma ne vale la pena, le stive le abbiamo già riempite con i barili dei rifiuti tossici e radioattivi… lo conosci, almeno tu, il nuovo comandante?”
Il Venditore bianco scosse la testa “Non potevamo rifiutare la sostituzione, sei vecchie carcasse sull’Adriatico danno troppo nell’occhio, dovevamo avere una copertura ufficiale, come altre volte. E così hanno voluto mettere al comando un loro uomo.”
“Un ufficiale di carriera?”
“No, che io sappia.”
Il Ragioniere si alzò dalla sua poltroncina di pelle nera e si avvicinò a un tecnico in camice bianco “Aspetta ancora per il collegamento.” Poi si voltò verso il suo interlocutore “A bordo c’è rimasto il secondo in comando che è uomo nostro, e questo ci garantisce l’esito finale.”
“Certo, però ci deve anche garantire l’esito intermedio, quando arriveranno qui al porto di Montelusa e caricheremo in coperta le mie casse di armi, non proprio di ultima generazione.”
“Ma il prezzo, quello sì che è di ultima generazione.”
Risero entrambi di gusto, poi il Venditore riprese “Da Montelusa fino all’approdo sconosciuto nelle coste somale, se vediamo che il nuovo comandante non accetta la situazione…”
“Va eliminato” completò la frase il Ragioniere tornando a sedersi “il secondo è nostro, la ciurma sono picciotti fidati, l’ammutinamento del Bounty è assicurato!”
Stavolta rise solo Cascio Ferro.
“Non sarà facile gestire le conseguenze e, comunque, dovrà sembrare un incidente. D’altronde questi sono affari molto pericolosi, e” aggiunse il Venditore “lo sanno anche loro.”
“Già, ma non sanno delle armi… ora basta con le preoccupazioni” lo esortò il Ragioniere “Tra poco c’è il collegamento con Kigali, così al fratelluzzo maggiore della morte possiamo mostrargli le sei navi e come sappiamo rispettare i patti… purché lui rispetti i suoi.”
“Non li abbiamo rispettati tutti i patti però, il bambino soldato è ancora vivo e latitante, ora non sarà così facile trovarlo, è un clandestino tra clandestini!”
“Il tradimento di don Calogero non me lo sarei mai aspettato” si lamentò il Ragioniere “un’anima debole, deve averlo corrotto il figlio… non ha voluto capire che ci sono vincoli superiori ai vincoli di parentela… e poi ci sono gli affari… il business, carusi e parenti nun vinniri e nun accattari nenti,” guardò il Venditore bianco “con ragazzi e parenti non vendere e non comprare niente… Ma ora l’incarico è in mano a un professionista che non sbaglia!”
“Quello che ha liquidato il giudice con i suoi due uomini di scorta?”
“Il chiller bianco, così lo chiamiamo,” precisò il Ragioniere “è già uscito per la caccia, perché, non ti dimenticare l’un per cento dell’affare vale la testa di Didier!”
“Se fallisci dovrò pensarci io, e allora ti accontenterai del 49%… Ecco Kigali, a proposito, hai visto che scherzetto che ha organizzato alla stazione radio il nostro fratelluzzo?” chiese il Venditore. “Meno male che per semplificarci la vita ha accettato di parlarci con l’interprete nostro.”
Su un altro monitor era comparso il compratore nero con l’interprete afrikaner accanto. Il ragioniere diede l’ordine al tecnico di trasmettere le immagini delle navi a Kigali e di attivare la connessione audio.”
Il volto del Fratello maggiore della morte rimase impassibile come quello di un giocatore di poker, poi parlò velocemente nella sua lingua.
L’interprete afrikaner tradusse “Niente testa del comandante Didier, niente affare, così mi ha detto di dirvi. L’approdo sulla costa somala sarà comunicato, lo ha ribadito con forza, solo quando gli sarà recapitata quella testa. Altrimenti le vostre navi potranno invertire la rotta e tornare indietro.”
Il Venditore bianco scattò “Bluffa, le armi gli servono, ha già fatto la prima azione di terrorismo alla stazione radio… il terreno è preparato per lo scontro… Ma non tradurre questo, traduci piuttosto che sarai tu stesso a venire a prendere la testa del bambino soldato qui in Sicilia e a portargliela, al massimo, entro una settimana. Tanto ci vuole a quelle carrette per scendere l’Adriatico ed arrivare da voi.”
“Io?” Esclamò l’interprete.
“Certo, che credevi, che fossimo un centro di ricerca universitario?” lo schernì il Ragioniere.
Il Compratore nero aveva seguito il dialogo scrutando i volti. Parlò e l’interprete tradusse “Perché non avete messo i rifiuti radioattivi nei siluri penetratori, come fate di solito?”
Il Ragioniere si grattò il mento “Anche questo sa, il fratelluzzo! Digli che, stavolta, dato che ci sono anche le armi a bordo dovevamo cancellare le tracce di tutto l’affare. E affondare le navi, per non affondare noi! Baciamo le mani.” Salutò l’uomo con un cenno della testa. Poi si rivolse al Venditore facendogli l’occhietto con l’occhio scoperto. “Ce lo viene a dire a noi! Cu accatta abbisogna di cent’occhi, cu vinni d’unu sulu. Come me oggi!”
(continua)
(La storia di ClanDESTINI è frutto della fantasia degli autori: qualsiasi riferimento con la realtà, fatti, luoghi e persone vive o scomparse, è puramente casuale).
Calcerano e Fiori: il viaggio di Didier, un video riassunto che svela scenari inediti sulla storia di Clandestini
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Le puntate precedenti
L’intervista agli autori, Il giallo d’appendice
La video presentazione di Luigi Calcerano e Giuseppe Fiori, Un giallo prezioso: ClanDESTINI
Luigi Calcerano e Giuseppe Fiori, narratori e saggisti, vivono e lavorano a Roma. Hanno scritto insieme numerosi romanzi polizieschi. Per ulteriori informazioni si possono consultare:
http://it.wikipedia.org/wiki/Luigi_Calcerano
http://it.wikipedia.org/wiki/Giuseppe_Fiori_(narratore)
http://www.luigicalcerano.com
http://www.giuseppefiori.com
Calcerano e Fiori