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Pinocchio 2.0, le storie inventate per bambine e bambini: Appiccichino

Pubblicato il: 20/03/2013 12:07:14 -


Nell’ambito del progetto Pinocchio 2.0 è stato chiesto a mamme, papà, sorelle, fratelli, zie, zii, nonne e nonni, amici di inventare brevi storie e poesie che poi vengono lette in classe dalle maestre e illustrate da bambine e bambini della scuola dell’infanzia di Latina e da quelli che fanno parte della rete di progetto. Ecco la storia inventata da mamma Alessandra Avanzi, da Pietro (5 anni) e da Bianca (5 anni).
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Mi hanno raccontato una volta una storia bizzarra.

Viveva in un paese lontano un bambino, che pur avendo sette anni e mezzo, non si era mai separato dalla sua mamma.

Avete capito bene, le era sempre rimasto in braccio, o aggrappato alla schiena.

Si chiamava Appiccichino, e la sua mamma si chiamava Colla.

Così, Appiccichino non era mai andato a scuola, non sapeva camminare, né correre o saltare. Mangiava dallo stesso piatto della mamma, dormiva abbracciato a lei.
Persino quando la mamma faceva la pipì Appiccichino era con lei, aggrappato al suo collo.

Soltanto una volta la sua mamma era dovuta andare a fare una visita dal dottore e Appiccichino si era aggrappato al papà, per un intero pomeriggio, finché la mamma non fu di ritorno.

Un giorno la mamma e Appiccichino stavano facendo una passeggiata, quando incontrarono un gruppo di bambini in bicicletta.

I ragazzini si fermarono per vedere meglio quella signora con un bambino sulle spalle, pensando che fosse ferito, ma vedendo che non aveva niente, uno di loro si avvicinò e chiese al bambino: “Vuoi venire a giocare con noi?”

Era la prima volta che Appiccichino riceveva una proposta simile, ed era molto tentato, ma non sapeva certo andare in bicicletta, sapeva a mala pena muovere qualche passo.

Così la mamma, che aveva capito l’interesse di Appiccichino, propose: “Perché non vi arrampicate sugli alberi?”

I bambini accettarono entusiasti, la mamma depose il figlio su un ramo, e lui subito si arrampicò fino a quelli più in alto, meravigliando tutti i bambini.

Poi aiutò anche gli altri a salire, le sue braccia e le sue gambe erano molto forti, abituato com’era a stare sempre aggrappato.

Appiccichino giocò con i suoi nuovi amici tutto il pomeriggio, e la mamma era molto contenta.

All’imbrunire i bambini si salutarono e si diedero appuntamento all’indomani.

A quel punto Appiccichino voleva proprio tornare a giocare con loro, e così chiese alla sua mamma di insegnargli a camminare.

La mamma era davvero contenta che quel momento fosse arrivato: fece scendere Appiccichino dalle sue braccia, gli diede la mano, e insieme mossero i primi passi verso una nuova vita.

Prima di addormentarsi Appiccichino era già capace di camminare da solo, di saltellare e quasi di correre.

Da quel giorno Appiccichino fece una vita normale, andava a scuola, giocava con i suoi amici, e al ritorno raccontava la sua giornata alla mamma, che felice lo aspettava.

Questa è la storia bizzarra che ho sentito, e che io ho raccontato a voi.

***
La scuola in ospedale San Carlo fa parte dei progetti:
• Soave Kids
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e
• Pinocchio 2.0
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Alessandra Avanzi

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