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I “Laboratori del Sapere Scientifico”: l’esperienza di un Circolo Didattico

Pubblicato il: 26/11/2013 14:12:28 -


L’esperienza del 1° Circolo didattico di Rosignano (LI) sui “Laboratori del Sapere Scientifico” – finanziati dalla Regione Toscana – per attuare l’autonomia di ricerca in ambito scientifico, ha spinto la scuola a creare i dipartimenti di scienze e di lingue, vissuti come luoghi di ricerca e di confronto tra i docenti.
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Il 1° Circolo di Rosignano (LI) ha concluso l’esperienza triennale dei “Laboratori del Sapere Scientifico” (LSS), un’iniziativa della Regione Toscana che, in coerenza con l’art. 6 del DPR 275/99, ha come obiettivo strategico “la promozione e il sostegno, nelle scuole autonome toscane, della costituzione di gruppi permanenti di ricerca/sviluppo per una didattica innovativa nelle discipline scientifiche, che ‘ricerchino’, ‘sperimentino’, ‘verifichino’ e ‘documentino’ percorsi di apprendimento finalizzati al miglioramento dell’apprendimento degli alunni”.

La storia del nostro istituto è emblematica: quando nel POF è stata inserita tale azione eravamo una scuola “come tante”, e in questa definizione c’è la consapevolezza della carenza tra il personale docente e una cultura diffusa della ricerca, della sperimentazione e dell’innovazione, prodotta da un’incompiuta attuazione dell’autonomia scolastica.
A conclusione del percorso c’è, invece, la certezza collettiva di una crescita culturale che ha cambiato profondamente il nostro modo di fare scuola e ci ha avvicinato al modello ideale di “comunità professionale”.

Ciò è avvenuto attraverso il graduale superamento di una serie di criticità che hanno toccato i tre ambiti su cui l’azione regionale fa leva:

1) L’organizzazione
La costituzione di gruppi di ricerca-azione si è rivelata di non facile attuazione anche in una scuola primaria, in cui i docenti sono comunque abituati a lavorare in “team”; per fare ricerca-azione è necessaria una formazione adeguata e una consapevole adozione di strumenti di analisi e di monitoraggio delle azioni didattiche, quali ad esempio il diario di bordo dell’insegnante.
Le difficoltà iniziali, legate anche a una certa resistenza ad abbandonare l’insegnamento tradizionale di tipo libresco e trasmissivo per abbracciare una metodologia costruttivista e una didattica laboratoriale sono state superate solo al terzo anno, ma i risultati ottenuti in termini di apprendimento, motivazione degli studenti e di apprezzamento da parte dei genitori ci hanno indotto a esportare il modello organizzativo dei LSS anche in altri ambiti. Ciò ha consentito, nell’anno scolastico in corso, di creare i dipartimenti disciplinari di scienze e di lingua, come luogo di scambio e di ricerca, coordinati da insegnanti che nel corso di questi tre anni si sono dimostrati particolarmente motivati e hanno acquisito delle competenze didattiche e organizzative tali da poter gestire essi stessi parte delle attività.

2) La formazione
Per centrare gli obiettivi dei LSS occorre che la formazione sia continua e non episodica e frammentaria. La formazione è una leva strategica per motivare e rimotivare i docenti ed è un fattore determinante per la qualità del servizio.
In questi tre anni abbiamo capito che bisogna puntare più sulla qualità e proporre interventi mirati; la ricerca e la sperimentazione devono cominciare con la formazione e proseguire nei dipartimenti. Il formatore deve agire da guida e supportare gli insegnanti sul piano metodologico, per la progettazione e la costruzione dei percorsi didattici.
Il nostro circolo, grazie all’esperienza positiva maturata con LSS ha previsto un’azione di formazione scandita su tutto l’arco dell’anno, sia per il dipartimento scientifico sia per quello di ambito linguistico.

3) Il ruolo del dirigente scolastico
In un’azione di sistema, come questa, il dirigente scolastico deve essere coinvolto a tutto tondo; occorre capire che non si tratta di uno dei tanti progetti, ma di un vero e proprio “progetto di scuola”. È pertanto fondamentale che il dirigente, nel suo ruolo di leader educativo/motivazionale, agisca da propulsore su tutti gli organi collegiali e supporti i docenti nel loro percorso, facilitando la loro interazione anche a distanza (attraverso mailing list e sito web della scuola). È necessario che metta in atto tutte le strategie affinché il lavoro di sperimentazione sia percepito come azione qualificante per la professionalità del docente e irrinunciabile per il miglioramento dell’apprendimento degli studenti.
L’esperienza mostra che ciò produce soddisfazione nel corpo insegnante e ha effetti positivi sulla loro motivazione; è compito del dirigente sostenere questo circolo virtuoso valorizzando l’impegno dei docenti, incoraggiando la disseminazione dei loro risultati/prodotti di ricerca attraverso pubblicazioni e presentazioni in seminari e in convegni.

Con l’esperienza dei LSS siamo diventati una Scuola che ha messo in campo idee, processi organizzativi e risorse per praticare l’autonomia di ricerca ed estendere il modello anche in ambito linguistico, poiché si è rivelato efficace per la didattica, motivante per gli insegnanti e apprezzato dai genitori.

Per approfondire:
la documentazione dei percorsi didattici realizzati

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Immagine in testata di pixabay (licenza free to share)

Tania Pascucci

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