Home » Community » Dal dibattito in classe al dibattito in aula giudiziaria

Dal dibattito in classe al dibattito in aula giudiziaria

Pubblicato il: 05/09/2013 09:34:56 -


Il “Processo ad Alhazen” è un percorso didattico in ambito linguistico scaturito dalle esperienze scientifiche che i bambini hanno condotto sulla luce: le varie teorie vengono confrontate simulando un processo e nella messa in scena sono stati coinvolti i genitori.
Print Friendly, PDF & Email
image_pdfimage_print

Il percorso nasce da una serie di esperienze che i bambini delle classi quarte della primaria hanno realizzato all’interno del percorso scientifico sulla luce “Vediamoci Chiaro”.

La tematica del dibattito è stata individuata dai ragazzi stessi, i quali durante le esperienze hanno mostrato entusiasmo, desiderio di confronto e riflessione che andavano oltre le fasi programmate dai docenti nel percorso scientifico.
L’insegnante di italiano ha “colto al volo” l’opportunità di contesto autentico per impiantare sollecitazioni linguistiche nella direzione del testo argomentativo.
I riferimenti teorici e l’impianto sono tratti dai suggerimenti proposti dalla professoressa Maria Piscitelli.

La scelta di intraprendere il percorso didattico successivamente alle esperienze sulla luce è derivata dal fatto che i ragazzi montavano e smontavano i tasselli interpretativi delle esperienze condotte, mostrando il desiderio di avere e darsi risposte, prendendo le distanze dalle certezze e dai contenuti dogmatici.
Le esperienze scientifiche hanno aperto così una “porta linguistica” che valeva la pena, per i docenti e per i ragazzi, intraprendere.

In una prima fase i ragazzi hanno affrontato in classe il dibattito sul tema della luce, successivamente all’ascolto attivo di due lezioni molto stimolanti condotte dalla Dirigente sulla teoria di Euclide dei raggi visuali e il suo scardinamento con la scuola Araba di Alhazen.
I ragazzi si sono trovati così a riflettere e costruire piano piano il loro pensiero ragionato su tali teorie e sul percorso di storia della scienza. Hanno lavorato in piccoli gruppi, privilegiando l’oralità, accompagnata da drammatizzazioni, rappresentazioni grafiche, annotazioni ed elaborazioni di testi sottoforma di sintesi o in forma creativa.
Hanno così utilizzato mezzi espressivi ad ampio raggio: informare, persuadere, esprimere accordo/disaccordo, dire la propria idea, avanzare obiezioni, dare consigli, suggerire, adulare, sfruttare le reazioni più istintive con richiami attraenti, domandare facendo finta di non sapere, affermare, dichiarare, interrogare in modo indiretto, fare ipotesi, obiezioni, esempi e controesempi. Hanno potuto riflettere sul lessico e sulla struttura usando termini specifici dei quali conoscevano il significato o si documentavano, espressioni di rafforzamento di un giudizio, verbi di opinione (suppongo che), verbi condizionali e congiuntivi.

I ragazzi hanno usato testi di vario genere reperiti da loro stessi, compreso il sussidiario di scienze di quinta relativo all’argomento luce, registrazioni, giornali, riviste. Utilissime le trascrizioni sintetiche di informazioni ricevute a casa dai propri genitori, dopo che è stato lanciato l’argomento (i ragazzi hanno posto alcune domande ai genitori forti delle loro esperienze e conoscenze).

Dopo un mese di lavoro si è passati alla seconda fase in cui l’insegnante ha chiesto ai ragazzi di mettere in campo tutte le acquisizioni (competenze argomentative e testuali, laboratoriali, comportamenti cooperativi), attivate nella prima fase, per gestire un contraddittorio giudiziario: la teoria dei raggi visuali di Euclide contro l’ottica geometrica di Alhazen.
L’insegnante ha fornito ai ragazzi un copione con procedure e vincoli.

Le tappe per la realizzazione del processo sono state le seguenti:
• raccolta e preparazione dei dossiers (atti di accusa e di difesa);
• organizzazione del processo: requisitoria (avvocato?accusa); arringa (difesa?raccolta fatti);
• attribuzione dei ruoli: Giudice, Euclide, Alhazen, Difesa, Accusa, Comitato scientifico;
• apertura del processo: luogo stabilito (Sala del Collegio), tempi stabiliti (due ore). Dopo aver attribuito i ruoli i ragazzi, impersonificando Euclide, Alhazen e il pensiero di altre scuole (teoria delle scorze) espresso dal Comitato Scientifico, hanno potuto mettere a confronto la teoria dei raggi visuali e quella dell’ottica geometrica, basandosi sulle conoscenze acquisite dalla loro costruzione del sapere.

È stata poi realizzata una simulazione del processo davanti ai genitori giocando con il tempo e volutamente mettendo al presente due passati distanti 1500 anni.

I bambini si sono divertiti, col piacere di capire e confrontarsi con insegnanti e genitori che erano al loro stesso livello di conoscenze… finalmente quelle pagine incomprensibili del sussidiario erano luce ai loro occhi!!

Per approfondire:
• il copione del processo con i disegni dei bambini;
• le opinioni dei bambini sulle teorie della luce.

Tiziana Simeoni

9 recommended

Rispondi

0 notes
347 views
bookmark icon

Rispondi