L’educazione non formale a EXPERIMENTA IV
Fra gli obiettivi di EXPERIMENTA IV, partire dall’individuazione di modelli significativi di coordinamento fra formale e non formale per tracciare una road map per le azioni.
EXPERIMENTA è un’iniziativa del Comitato per lo Sviluppo della Cultura Scientifica e Tecnologica del MIUR. Si tratta di una serie di incontri fra scuole (docenti e studenti) ed altri soggetti come Musei, Associazioni, Imprese, preceduti da studi preliminari e documenti di lavoro. Gli incontri sono dedicati a problemi curricolari e didattici dell’educazione scientifica e tecnologica.
La quarta edizione, EXPERIMENTA IV, di cui si è tenuto il recente incontro del 29-30 Settembre 2015 a Firenze, ha affrontato il problema dell’Educazione non Formale. Si è sempre imparato qualcosa, in tutti i tempi, fuori e dopo la scuola, anche se è essa che ha fornito l’unico accesso alle fonti culturali e la loro organizzazione in curricoli formali.
La società oggi offre innumerevoli fonti di informazione, di scambio alle quali può accedere oramai la grande maggioranza delle persone. L’apprendimento non formale (organizzato, intenzionale, ma non curricolare) e informale (casuale e non intenzionale) sono diventati alimento fondamentale, talvolta prevalente, della loro crescita. La varietà delle occasioni e delle offerte formative costruiscono quello che è stato definito un ecosistema dell’apprendimento.
L’obiettivo di EXPERIMENTA IV, esposto nel documento di lavoro, è quello di individuare modelli significativi di coordinamento fra formale e non formale, chiarire le condizioni (strumenti e organizzazione) che non solo li rendono possibili, ma che possono garantire le principali caratteristiche di una buona pratica. Fino a tracciare una road map per le azioni.
Luigi Berlinguer, presidente del Comitato, nel suo discorso introduttivo ha inquadrato questo problema nell’ambito del necessario cambiamento verso una scuola più flessibile, più ispirata dal piacere di apprendere e meno prigioniera delle griglie curricolari, disciplinari, temporali.
I contributi preliminari e la discussione delle varie esperienze hanno affrontato vari aspetti e portato ad alcune conclusioni.
a) Sono ben definite le caratteristiche di esperienze di successo: – un impatto qualitativamente e quantitativamente significativo; – la replicabilità, ovvero la continuità delle esperienze; – la trasferibilità in altri contesti; – la sostenibilità in relazione alle risorse disponibili.
b) La valutazione delle esperienze non è facile. Non solo per un problema di metodo che discende dalla loro natura non formale, ma anche, spesso, per il fatto che non c’è un unico soggetto responsabile della valutazione. I casi di procedimenti di valutazione formali sono infatti scarsi.
c) Il ruolo centrale delle tecnologie digitali, come oggetto di apprendimento, come strumento della didattica, come strumento di organizzazione e collegamento, è emerso sia negli interventi preliminari, sia dalle esperienze.
d) Per molti enti esterni alla scuola, come Musei, Associazioni, Imprese, il supporto e la partecipazione ad attività di apprendimento non formale sono una componente importante e stabile della loro organizzazione. Per l’Università questo rientra nella sua “TerzaMissione”, raccomandata da tutti gli organismi internazionali. Non a caso molte esperienze sono nate all’interno del Progetto Lauree Scientifiche.
e) Esiste il rischio di una netta separazione fra la dinamicità e lo spirito innovativo delle pratiche non formali e la sostanziale staticità metodologica e organizzativo/strutturale dell’istruzione formale. Per quest’ultima è necessario adottare metodologie di apprendimento significativo, “profondo” (indagine, problem solving, laboratorialità) che richiede una messa in discussione dell’orario scolastico e dell’organizzazione delle classi.
f) È importante acquisire la pratica dell’accesso ai progetti europei, non solo per l’acquisizione di risorse, ma anche per l’insieme di concettualizzazioni, regole progettuali e relazioni che questi progetti offrono.
I documenti e i prodotti delle singole esperienze saranno pubblicati nel sito di EXPERIMENTA. Quella che segue è una breve sintesi dei modelli e dei problemi che emergono dalle esperienze. Queste si possono ricondurre, per semplicità, a tre modelli principali.
Il primo modello è quello di esperienze autosufficienti di apprendimento non formale, esterne alla scuola e offerta da un ente. La scuola le favorisce, e cerca di armonizzarle con il curricolo, ma non integrarle in esso. È il caso, per esempio del Museo della Scienza e della Tecnica di Milano, che ha costruito nel tempo un grande numero di laboratori e moduli formativi. Ed è anche il caso di alcuni stage aziendali o di corsi estivi. Com’è il caso dell’ Università Roma2 di Tor Vergata.
Il secondo modello contiene un’esperienza extrascolastica circoscritta nel tempo e nelle modalità, intorno alla quale le scuole costruiscono un percorso curricolare. È il caso delle scuole che collaborano con i diversi musei scientifici dell’Università la Sapienza Roma e con il Museo Galileiano di Firenze. Spesso i percorsi non realizzano solo un passaggio dal non formale al formale, ma anche un percorso circolare: programmazione di docenti e ricercatori-lezioni preliminari agli studenti-percorso museale (visita guidata o visita + attività laboratoriale)-ritorno al curricolo.
Il terzo modello consiste in un progetto organizzato e gestito dalla scuola, a volte da sola, ma più spesso con la collaborazione di un ente esterno. Il progetto prevede spesso la costruzione di apparati complessi di vario genere: robotica, ottica, astronomia, fisica dei materiali. Altre volte si tratta di indagini tematiche multidisciplinari con una forte componente laboratoriale. Rientra in questo modello la creazione e gestione di un museo scolastico.
Il progetto EXPERIMENTA IV proseguirà con una ulteriore discussione delle esperienze e delle indicazioni con lo scopo di costruire una road-map e di promuovere l’accesso ai progetti europei.
Per approfondire:
Il Comitato per lo sviluppo della cultura scientifica e tecnologica del MIUR
EXPERIMENTA IV: Il documento di lavoro
A.M. Allega, Apprendimento non formale (parte seconda)
A.M. Allega, Apprendimento non formale (parte terza)
M. Fierli, L’apprendimento non formale: il ruolo delle tecnologie digitali
Mario Fierli