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Promuovere lo “spirito di iniziativa e imprenditorialità” nella scuola: una competenza chiave per tutti

Pubblicato il: 20/09/2013 10:41:58 -


Nel quadro delle politiche e iniziative comunitarie tese a favorire un’educazione all’imprenditorialità in Europa – una delle otto competenze chiave per l’apprendimento permanente – il nostro paese necessita di un impegno più forte, che deve cominciare dalla scuola. In questa direzione, l’articolo segnala la ricerca “Educazione e formazione all’imprenditorialità” condotta dall’Isfol, con indicazioni e link per approfondimenti. I principali risultati: alcuni casi di studio, la proposta di Linee guida, un coinvolgimento dei principali attori che promuovono progetti nelle scuole e l’avvio di una prima rete tematica.
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Occorre cominciare dalla scuola per promuovere e formare lo “spirito di iniziativa e imprenditorialità”, una delle otto competenze chiave per l’apprendimento permanente.
La Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio è del 18 dicembre 2006, ma il tema non sembra essere al centro dell’attenzione, forse perché confuso e frainteso con i corsi generali di gestione aziendale o i progetti di impresa/incubatori per i giovani.

L’esigenza per il nostro paese di un impegno più forte in questa direzione emerge anche dall’ultima pubblicazione della Commissione “Entrepreneurship Education at School in Europe“, che descrive il quadro delle politiche e delle iniziative nei diversi paesi comunitari. La cartina che rappresenta l’Italia non denota una situazione di grande sviluppo!
Il termine “educazione all’imprenditorialità” è in questo contesto inteso secondo i principi dell’Agenda di Oslo per l’educazione all’imprenditorialità in Europa[1]. L’approccio invita a sviluppare soprattutto una mentalità e un comportamento, un “mindset” in cui rientrano la creatività, l’innovazione e l’assunzione del rischio, come anche la capacità di pianificare e di gestire progetti per raggiungere obiettivi. Tutte competenze indispensabili per tutti noi cittadini che viviamo in un mercato globalizzato, sia per i lavoratori autonomi sia per i lavoratori dipendenti.

Nella Comunicazione per l’attuazione del programma comunitario di Lisbona l’educazione all’imprenditorialità viene definita così: “È una competenza utile a tutti nella vita quotidiana, nella sfera domestica e nella società, serve ai lavoratori per avere consapevolezza del contesto in cui operano e per poter cogliere le opportunità che si offrono ed è un punto di partenza per le attività o le conoscenze più specifiche di cui hanno bisogno gli imprenditori che avviano un’attività sociale o commerciale.”[2]
Per formare una mentalità e un comportamento adeguati è essenziale il contributo della scuola, ma anche delle altre agenzie formative e dei diversi soggetti che promuovono opportunità di educazione informale e non formale.

Partendo da queste esigenze l’Isfol ha condotto una ricerca “Educazione e formazione all’imprenditorialità”, a cui ho collaborato come esperta di riferimento, per offrire un contributo di analisi su alcune politiche di sostegno all’imprenditorialità dei giovani e al loro inserimento nella vita professionale.
La ricerca, conclusa agli inizi del 2013, ha realizzato come approfondimento alcuni casi di studio in ambito sia scolastico sia extrascolastico, prendendo in esame alcune pratiche realizzate in collaborazione con le scuole da associazioni come Junior Achievement Italia, dal sistema camerale e da organizzazioni imprenditoriali come Cna. Ma anche esperienze nell’ambito extrascolastico attraverso lo studio di iniziative attivate dai “progetti giovani” in città metropolitane come Roma e in piccoli paesi della Puglia, grazie al progetto Bollenti spiriti della Regione Puglia.

A conclusione delle attività, che hanno visto diversi momenti di confronto, un workshop nazionale e l’avvio di una rete di soggetti impegnati sul tema e interessati allo sviluppo di ulteriori iniziative, è stata redatta una proposta di Linee guida. Il documento, dal titolo “Indicazioni per la programmazione e la realizzazione di iniziative per l’educazione all’imprenditorialità”, si rivolge ai decisori, agli educatori e agli esperti di settore per stimolare lo sviluppo di politiche e di azioni capaci di promuovere una cultura del lavoro diversa e innovativa, tenendo conto dei bisogni locali e nazionali.
Sono necessarie naturalmente alcune condizioni per il successo di programmi di questo tipo.
In questa sede mi limiterò a elencare alcuni titoli delle Linee guida. Fra questi: forme di sostegno per gli insegnanti e i formatori, una piattaforma istituzionale per la diffusione dei metodi e dei materiali, innovazione della didattica, coinvolgimento dei giovani, collegamenti con le iniziative di orientamento e di esplorazione delle professioni, cooperazione scuola-impresa, raccordo con il territorio e lo sviluppo locale, coordinamento fra le diverse istituzioni (Ministeri per l’istruzione, per il lavoro e per lo sviluppo economico), collaborazione con associazioni senza fini di lucro e organizzazioni imprenditoriali.

La rete avviata attualmente vede la partecipazione di associazioni già attive nel settore come Junior Achievement Italia e la Fondazione Aldini Valeriani, Uffici scolastici regionali come l’USR Veneto, rappresentanze produttive come Cna, Confindustria, il sistema camerale insieme a istituzioni come la Regione Puglia, il Ministero del Lavoro, il MIUR ed European Training Foundation.

La rete avviata deve crescere per essere utile e propositiva ed è necessaria la collaborazione di altri partner: per questi motivi l’invito alla community di Education 2.0 a far conoscere le esperienze già realizzate e a mettersi in relazione attraverso le pagine del sito. Anche l’Isfol ha dedicato all’interno del proprio sito uno spazio specifico per pubblicare progetti ed esperienze, materiali e documenti prodotti dai diversi attori, e si propone come soggetto di riferimento e di raccordo.

Desidero infine segnalare un progetto europeo, TES – The entrepreneurial school –, che in questa fase costituisce una delle azioni più interessanti per lo sviluppo delle finalità fin qui descritte.
TES, a cui dedicherò un futuro approfondimento, vede la collaborazione di diversi partner europei ed è coordinato nel nostro paese da Junior Achievement Italia.
I principali obiettivi del progetto sono la produzione di una Guida virtuale e la formazione, nel biennio 2014-15, di 440 insegnanti, da individuare rispetto a buone pratiche da consolidare e aree critiche da stimolare e sviluppare.

Note:
[1] Comunicazione della Commissione “Stimolare lo spirito imprenditoriale attraverso l’istruzione e l’apprendimento“. COM(2006) 33.
[2] Attuazione del programma comunitario di Lisbona: stimolare lo spirito imprenditoriale attraverso l’istruzione e l’apprendimento COM(2006) 0033.

CORRELAZIONI:
Per una pedagogia dell’autoimprenditorialità, di Gian Carlo Sacchi
Le Start Up: idee e progetti, di Luigi Ferdinando Giannini
Start Up: il video sul lavoro di Valeria Carta
Start Up: un viaggio di ritorno. La video intervista di Linda Giannini ad Andrea Pastina
Le Start Up: incontro con Andrea Pastina, di Valeria Carta
Start Up: un viaggio di ritorno, di Andrea Pastina

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Immagine in testata di imagerymajestic / freedigitalphotos.net (licenza free to share)

Marta Consolini

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