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Start Up: un viaggio di ritorno

Pubblicato il: 09/05/2013 10:18:24 -


La scuola, poi il lavoro, le scelte di vita e i progetti realizzati e da realizzare. E poi il ritorno a scuola... sì, ma per raccontarsi. Andrea Pastina e la sua esperienza di startupper.
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Esci dal liceo e sai che è finito un periodo bello della tua vita. Pensi che non ci tornerai, perché il lavoro e la vita porteranno altrove. Vero. Vero. E poi però la vita è strana, e ti riporta a scuola. Tra i banchi dove altri studiano oggi. A raccontare l’esperienza di uno startupper, uno dei tanti che hanno fatto scelte diverse dal posto fisso, dal lavorare per altri. Un imprenditore, con focus su materie innovative, che sembrano così lontane dallo studio accademico, da quello che si studia a scuola.

Tutto quello che avresti voluto fare a scuola quando dicevi “non studio sui libri di scuola, perché i libri me li scelgo io”, e poi non ne sceglievi nessuno.

Non è facile rompere abitudini e schemi che vengono inculcati, basati sulla paura di non riuscire a conquistare un posto nel mondo. Ma quando succede, inizia il divertimento. E il divertimento porta spesso a tornare nel luogo dove il divertimento è iniziato. A scuola.

Sono Andrea Pastina, il mio cognome si legge Pàstina, mi prendono in giro da quando sono piccolo, da quando andavo alle elementari. E dopo aver lavorato in senso classico per vari anni, ho deciso di fare quel passetto che mi separava dal rischio e dal divertimento, e ho fondato una azienda, ho preso un finanziamento da un fondo privato, non pubblico, e insieme ad altri come me, non amici, ho iniziato un percorso. Siamo la prima applicazione per smartphone, Pubster. E con questa esperienza, sono tornato a scuola, una scuola serale, dove gli studenti decidono di andare nonostante non siano costretti.

Uno scambio interessante di punti di vista, di sogni, aspettative. È dalla scuola che tutto parte, e non è strano che l’eccellenza passi dalla scuola, dalla formazione, dalla condivisione. Condivisione, perché di fatto a scuola il vero valore aggiunto è il confronto. Due realtà che si confrontano. Gli studenti dell’istituto raccontano di cosa li ha portati a scuola, di nuovo, di come vogliano migliorare la loro vita, passando da una formazione migliore, di come sentano il bisogno di tornare a scuola per aumentare la loro capacità di guardare i cambiamenti del mondo.

Studenti e docenti, e poi io, spaesato nel tornare. Tornare a scuola. Respirare per un pomeriggio l’aria di “figaggine” che c’è nell’apprendere. Si respira. Non importa l’età, non importa cosa si studia. Chi studia ha qualcosa negli occhi, qualcosa che spesso si perde col tempo. E ritrovarlo è sorprendente. Avrei voluto restare tutta la notte a scuola.

L’importanza di aprire le scuole, tutte, alla società, all’imprenditoria, all’industria, è enorme. Diventa evidente appena usciti da scuola o dall’università, facendosi le fatidiche domande: “e adesso che ci faccio con quello che ho imparato? chi mi vorrà? cosa posso fare?”.

Un incontro informale. Tra i temi trattati, la necessità di chiedersi ogni giorno dove stia andando il mondo e se le capacità di cui sono in possesso siano abbastanza, se siano adeguate, o se mi serva qualcosa di più, di diverso. Ci si capisce al volo. Sembra quasi che la distanza tra scuola e azienda sia annullata improvvisamente, che non sia mai esistita.
Si parla di sogni, e del passo in più, ovvero andare incontro a quei sogni. Basta parlare di un paio di idee che riguardano la realtà degli studenti, che subito occhi si spalancano, si passa immediatamente a parlare di idee, quelle nel cassetto da troppo tempo, o altre improvvisamente apparse, in testa da chissà quanto tempo. È tutto veloce, tante tante parole, botta e risposta, veloci come pensieri, finché stremati e divertiti si passa ai dolci, fatti in casa da due studentesse. Un motivo in più per tornare.

Torno a casa in treno continuando a pensare alle idee di ognuno di loro, con la voglia di seguirne almeno una, e con in mente una voglia di “giving back”, di “restituire”, che è sintomo di unione, solidarietà. Temi che spesso vengono passati come “sociali”, e relegati a certi contesti.
Ma è la condivisione, è dall’unione che nascono le idee, idee che poi diventano azienda, posti di lavori, sogni realizzati. Spero di tornare presto. E portare altri e altre idee.

Correlazioni:
Le Start Up: idee e progetti, di Luigi Ferdinando Giannini
Start Up: il video sul lavoro di Valeria Carta
Start Up: un viaggio di ritorno. La video intervista di Linda Giannini ad Andrea Pastina
Le Start Up: incontro con Andrea Pastina, di Valeria Carta

Andrea Pastina

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