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Essere se stessi e diventare favolosi

Pubblicato il: 04/12/2014 09:23:00 -


Una riflessione su alcuni concetti presentati in maniera implicita ne “Il giovane favoloso” di Mario Martone: ricerca di sé, vulnerabilità, partecipazione sociale; che possono contribuire a costruire spazi didattici di confronto.
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Proviamo a immaginare che il film non sia sulla vita di Leopardi. Chiediamoci: Perché Giacomo è favoloso? E poi entrando nello specifico del film ispirato alla vita di un grandissimo poeta: come farsi aiutare proprio dalla pellicola per illustrare la complessità del pensiero di Leopardi e la sua attualità ai ragazzi e alle ragazze?
Tali sono le domande da cui sono emerse le seguenti brevi considerazioni attorno a tre aspetti: la ricerca di sé, la vulnerabilità, la partecipazione sociale.

“Il giovane Favoloso” è un film sulla ricerca di se stessi, sulla vita che si apre di fronte alla gioventù, sul processo di divenire che non s’interrompe mai. For
te e determinante l’autorità genitoriale e quella educativa (condensate nella figura paterna di Monaldo) che fornisce gli strumenti per sviluppare una portentosa erudizione. Così Giacomo è eccelso nelle lettere classiche al punto che nelle gare di abilità, nelle prove di meritocrazia (parola tanto in voga oggi) era insuperabile.
Ma diventare favoloso è altro, è conquistare lo spazio di una ricerca propria, individuale, originale.
Per fare questo Giacomo scopre che non bastano i libri ma serve anche l’esperienza vissuta, comprende che occorre aprire un varco tutto suo nelle aspettative degli altri. Quello che la società si aspetta da lui non è quello che lui vuole per se stesso. Il giovane favoloso è alla ricerca di un orizzonte aperto, per nulla determinato dalle strade già segnate, fatto di saperi ed esperienze che sono insieme umanistiche e scientifiche.

Per diventare favoloso Giacomo esce dalla normalità protetta vivendo in modo coraggioso e nuovo l’esperienza tutta corporea della sua vita, che è anche malattia e disabilità. Senza pregiudizi affronta la propria differenza, non ha paura dello sguardo della gente. La sua famiglia, seppure chiusa in una mentalità provinciale e rigida, lo ama al punto da non farlo sentire diverso.
Nel film emerge con chiarezza: l’esperienza della ricerca di se stessi e della conoscenza del mondo è fisica, vissuta dentro un corpo sì malato ma non bloccato dalla malattia.
È molto bello il fatto che Martone si concentri sulle immagini di Leopardi peripatetico nella sua riflessione filosofica e poetica insieme, sempre in movimento.
Giacomo è un giovane malato ma fiero e continuerà a essere se stesso, anche se la sua condizione fisica peggiorerà nel tempo.
A Firenze e a Napoli andrà liberamente per strada da solo, e nella città partenopea sarà affettuosamente accettato non come “diverso” o fintamente “normale”, ma come un “personaggio”. La sua particolarità sta nella dignità con la quale vive la ricerca, che coincide con il fatto di mostrarsi in giro per com’è, di accettare le canzonature fatte a causa del suo aspetto fisico, giocandoci su e trasformandole in modo autoironico, così da mantenere il legame con gli altri senza rimanerne ferito.

Giacomo è alla ricerca della propria autenticità, della propria originalità anche nel modo di vivere la sua mascolinità che non è misurata in termini di virilità, piuttosto è libera e in divenire, perché egli è consapevole delle proprie fragilità emotive e non solo fisiche.
Così come il suo orientamento sessuale – che non è definito o descritto in termini deterministici.
Quanta libertà c’è in questo messaggio!
Giacomo è anche alla ricerca di un suo spazio di partecipazione sociale, in un orizzonte culturale e politico (quello della cittadinanza italiana) in costruzione. La cittadinanza italiana è anche questo tema cruciale della vita di Leopardi e in qualche modo dei giovani di oggi.
Cosa significa cercare se stessi in una cittadinanza in mutamento? Cosa significa avere il coraggio di cercare se stessi e di partecipare ai cambiamenti in atto affinando i propri strumenti di conoscenza?
Non fermarsi di fronte a superficiali risposte o alle porte sbattute in faccia dal potere in generale e da quello generazionale in particolare?
Si può davvero partire dal film e adottare i modi migliori per portare Leopardi nuovamente fino ai giovani di oggi perché possano amarlo e sentirlo vicino nella loro esperienza quotidiana.

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Immagine in testata tratta dal film “Il giovane favoloso” (Italia 2014)

Monia Andreani

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