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Sulla molteplicità della cultura e della conoscenza

Pubblicato il: 16/02/2010 15:46:00 -


Nella Community (vera e propria comunità dialogante) Maurizio Tiriticco risponde all’articolo di Eugenio Bastianon “I luoghi della formazione” e riprende il discorso dal suo “Le materie non sono oggetti da imporre, ma strumenti per conoscere!”, scritto in riposta a “Quali cittadini senza Diritto ed Economia?” di Chiara Saracco.
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Caro Eugenio, nella mia reazione alle giuste osservazioni della Saracco ero tutto preso dalla necessità di ricomporre l’ancestrale divisione tra Parole e Numeri, tra Contare e Raccontare, che non ho avuto modo e, soprattutto, spazio, per approfondire il tema della Unicità della cultura e del nostro cervello!

Mi citi correttamente autori che conosco, e ce ne sono altri che conosci anche tu, da Goleman a Fodor, a Restack, a De Bono, i quali, pur partendo da istanze teoriche diverse, sostengono e dimostrano come e perché le nostre strategie umane per conoscere, comprendere, agire, interagire siano estremamente differenziate. Le neuroscienze avanzano a passi lesti e ogni giorno scoprono cose nuove sul funzionamento del nostro cervello. Tener conto di questi risultati è fondamentale per chi insegna, il quale dovrebbe sempre riconoscere che non esistono alunni più “intelligenti” o più “volenterosi” di altri, anche e soprattutto perché l’intelligenza e la volontà non sono dati né unici né esaustivi né immutabili. A quando – mi chiedo, e ti chiederai anche tu – una formazione degli insegnanti che non si attesti solo sulle discipline di competenza?

Di qui il discorso sulla cultura e sulle discipline. La cultura è una, se pensiamo al fatto che è un significativo patrimonio di noi umani, ma vi sono mille culture in ragione delle variabili spazio/temporali in cui noi umani siamo cresciuti. E non c’è solo una cultura del Medioevo o del Risorgimento, ma anche una cultura del contadino analfabeta di un tempo o dell’architetto di oggi. O meglio, vi sono culture che caratterizzano epoche, e culture che caratterizzano modi e forme di intervento dell’uomo sulla realtà.

E infine, la questione delle discipline. Sono tante e differenziate, è vero. Nascono e muoiono nella misura in cui l’intervento umano sulla realtà per conoscerla e intervenire su di essa si differenzia, si specializza e si arricchisce. Le discipline sono tante, è vero, ma afferiscono sempre a quell’unicità del pensare che caratterizza noi umani, unicità che si arricchisce e si modifica nel corso dei millenni. Come sai, le discipline non esistono se non nella nostra testa! Sono un nostro soggettivissimo prodotto! Ed è per questa matrice unificante che è sempre difficile distinguere nettamente una disciplina dall’altra.

E invece il discorso pluri- e interdisciplinare è sempre vincente… o dovrebbe esserlo! Per tutte queste ragioni, classi di concorso, cattedre e campanelle appartengono più a una scuola in cui “si insegna” che a una scuola in cui “si impara”! Ma qui si aprirebbe tutt’un altro discorso che, purtroppo non è quello del “riordino” della Gelmini!

Maurizio Tiriticco

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