La funzione docente nella scuola dell’autonomia
Come i gabbiani lasciano le loro orme sulla sabbia, così le discipline imprimono le loro tracce sulla carta. È un pensiero di Albert Einstein che ammoniva: “La conoscenza è cosa morta. La scuola, invece, serve per vivere”.
Nella scuola dell’autonomia al docente è affidato un duplice mandato: a) promuovere le capacità e le abilità che collegialmente ha definito; b) trasmettere una corretta immagine della disciplina che insegna (cfr. Il feed-back, architrave dell’autonomia scolastica). Questa seconda questione è di vitale importanza in quanto nella società contemporanea la conoscenza è lo strumento, l’ambito e la caratterizzazione del lavoro scolastico (legge 53/2003 art. 2). Il significato di “conoscenza”, che in passato corrispondeva a quanto insegnato nelle università, è da rivisitare. A tal fine si devono analizzare le discipline per individuare i tratti funzionali al raggiungimento delle mete formative/educative caratterizzanti il servizio scolastico. L’indagine ha inizio dallo studio della storia delle ricerche a cui l’uomo si è dedicato per focalizzarne i problemi che nel tempo ha affrontato, i procedimenti utilizzati per la risoluzione delle questioni poste, gli argomenti che hanno dato risposta ai quesiti. Una metafora rinforza tale concetto: le discipline sono dei folletti che saltellano per il mondo e le conoscenze sono le tracce da loro lasciate. Il loro spirito vitale risiede nell’energia, nella curiosità, nella determinazione e nella vivacità del loro carattere. Quale meraviglia manifestano quando percepiscono nuovi problemi, quanta attenzione dimostrano quando ne circoscrivono l’ambito! E che dire della precisione che esibiscono quando scavano per trovare la soluzione e dei trilli di gioia che accompagnano la cattura di nuove questioni.
Gli insegnanti, per trasmettere l’immagine della disciplina qui tratteggiata, individuano progressioni di situazioni problematiche da sottoporre agli studenti che, opportunamente strutturate e formalizzate, stimolano il lavoro di classe orientandolo all’acquisizione sia di specifiche nozioni, sia dei tipici procedimenti che conducono alla soluzione dei problemi. I giovani, durante l’attività di ricerca, esibiscono comportamenti strettamente connessi alle capacità e alle abilità necessarie alla soluzione dei compiti loro assegnati. Il sistematico monitoraggio di tali condotte permette la gestione dei processi di apprendimento che costituisce un nodo del mandato affidato al docente: promuovere e consolidare le capacità e le abilità collegialmente definite.
La progettazione d’itinerari di studio fondata sui problemi e sui metodi disciplinari non è cosa nuova: le traduzioni dal latino, materia la cui potenzialità formativa è universalmente riconosciuta, richiede l’analisi dei dati, la formulazione e l’applicazione di ipotesi, la validazione dei risultati ottenuti.
Per approfondire:
• Sezione didattica di www.matematicamente.it
• Percorso didattico su Numeri naturali e sistemi di numerazione
• Percorso didattico su Problema-modello-esecutore
Enrico Maranzana