A che punto si trova la proposta Aprea per la scuola?
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In seguito all’articolo “Arriva la guerra delle scuole ideologiche?”, che analizzava i fondamenti ideologici alla base della proposta di legge 953, alcuni lettori si sono leggittimamente chiesti quale fosse lo stato dell’iter della PDL Aprea al momento. Ecco la risposta di Giorgio Porrotto.
“Volevo sapere dall’autore dell’articolo, a che punto si trova attualmente l’iter della PDL Aprea. E una domanda che mi hanno posto in tanti! La ringrazio per la risposta”.
Saverio Fanigliulo
Caro Fanigliulo,
penso che le sue domande siano anche di tutti gli interessati all’argomento. La risposta comincia con il richiamo al primo tentativo di far passare in Commissione (Settima della Camera) la PDL 953 versione attuale. Estate del 2009: una imprevista incursione della Lega impose un altro argomento (di interesse localistico, ovviamente). La sorpresa e le proteste degli altri commissari di maggioranza sfociarono in un dibattito pubblico ma inutile, perché privo di spiegazioni. A due anni di distanza non si sono registrati altri tentativi di varo. Ma si trattava soltanto di inerzia apparente e quindi strategica, come rivelava la mancata sospensione dei gruppi di studio interessati (anche bipartisan). E come ha clamorosamente dimostrato, il 26 febbraio u.s., il primo lancio mediatico degli obiettivi ultimi della PDL, anche se di quest’ultima è mancata la citazione. Mi sto riferendo alla dichiarazione di guerra agli “insegnanti che inculcano” – e degni soltanto di essere sostituiti dai “genitori che inculcano” –, annunciata da Berlusconi, che non disponeva di altri strumenti bellici se non di quelli predisposti dalla PDL 953 del 2009. Che quest’ultima rientrasse nel pacchetto di promesse governative alla chiesa cattolica era intuibile sin dalla sua apparizione, ma il pericolo di un’interruzione della legislatura ha costretto le due parti a rendere operativo, e quindi anche pubblico, l’accordo. Se per parte del governo ha provveduto direttamente il suo capo, come s’è visto, per parte cattolica la dichiarazione più franca – anche rispetto a quelle del politicissimo cardinale Camillo Ruini – rimane quella offerta a tamburo battente, e con fiero piglio ciellino, dal vescovo di San Marino/Montefeltro Luigi Negri, esponente di primo piano della Cei e presidente della fondazione per il Magistero sociale della Chiesa. L’ho già segnalata in un precedente articolo su questa rivista (Gli “inculcanti”, 31.03.2011), ma val la pena di riprodurla: “Ci sono le condizioni per orientare cattolicamente la restante parte della legislatura verso i principi non negoziabili: vita, famiglia, libertà di istruzione” (da La Stampa del 28 febbraio scorso). Precisando che nel caso per “libertà di istruzione” deve intendersi “libertà di inculcare”, parola del capo del governo.
Giorgio Porrotto