Imparare per tutta la vita: scuola e lavoro verso un equilibrio di vasi comunicanti
Un docente e un manager lungimiranti condividono la passione di far crescere le persone. “Ascolto e dimentico, leggo e capisco, vedo e ricordo, agisco e imparo” dice un proverbio orientale. La sintesi di uno stage scuola-lavoro.
L’educazione educit, tira fuori, libera ciò che ognuno ha nascosto in sé da sviluppare, è un processo continuo di apprendimento: il lifelong learning è una forma mentis, quasi un augurio. La scuola e il mondo aziendale, attraverso gli stage scuola-lavoro, sono una preziosa opportunità di apprendimento continuo ma – l’esperienza mi insegna – a condizione che sia una collaborazione tra vasi comunicanti.
Da una parte la scuola si occupa di formare persone dal punto di vista etico, culturale e interculturale attraverso un modello didattico che si serva della maieutica perché i ragazzi imparino in modo esplorativo; la scuola dovrebbe avere anche il compito di educare a un corretto uso del web. La rete è il più grande spazio pubblico della storia, come compimento ideale dell’agorà greca. La rete, se usata con spirito critico e discernimento è una fonte inesauribile di sapere. Mette le vertigini pensare che oggi il 98% dei nostri contenuti è in forma digitale. Ma per interrogare i contenuti digitali ci vogliono intelligenze allenate all’analisi, non solo all’intuizione: delegare a uno smartphone la propria fatica cognitiva atrofizza lentamente il senso critico e la capacità di giudizio e la scuola può molto nell’intercettare questa tendenza.
Dall’altra l’azienda può offrirsi come soggetto attivo presentando per tempo esperienze lavorative (conoscere ciò che si sceglie contribuisce a far amare ciò che si farà) e permettendo ai ragazzi di focalizzare la differenza tra conoscenze e competenze. Infine dovrebbe progettare un percorso di apprendimento permanente e di aggiornamento professionale dialogando e concordando con la scuola obiettivi strategici in materia di strong e soft skills: per imparare occorrono confronto studio e ragionamento continui.
Che la sinergia tra i due mondi sia connaturata nell’uomo ce lo racconta anche il mito con la sua solita fantasia premonitrice: Atena, nata dalla testa di Zeus, è dea della ragione, delle arti, della letteratura e della filosofia ma anche del commercio e della tessitura, dell’arte di lavorare i metalli e i campi, insomma dell’industria.
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Immagine in testata: La nascita di Atena dalla testa di Zeus
Cristina Dell’Acqua