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Cicerone sarebbe orgoglioso di noi. Il Debate e i libri da leggere sotto l’ombrellone

Pubblicato il: 21/08/2014 10:33:19 -


Se a giugno ci siamo fatti prendere la mano nell’assegnare letture per noi imprescindibili, a settembre dovremmo trovare una strada per verificare che lo diventino davvero anche per i nostri studenti. Il Debate può essere lo strumento migliore.
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Il Debate, pratica di antica e di consolidata tradizione, ben si presta a essere usato come “laboratorio di lettura” in qualsiasi momento della programmazione didattica, a maggior ragione per la verifica di letture estive (o comunque di letture assegnate durante una vacanza durante la quale, sappiamo bene, i ragazzi tendono nella migliore delle ipotesi a leggere quello che desiderano loro, non ciò che assegniamo come “compito domestico”).

Il dibattito si basa su una metodologia che sintetizza in modo innovativo la tradizione classica con quella anglosassone e si riferisce alla capacità di argomentare e confutare una tesi. Affermato da tempo nel mondo anglosassone, il Debate ha come oggetto di studio il pubblico dibattito, svolto con tempi e regole precise, in cui due squadre di studenti difendono opinioni opposte su un argomento sul quale si sono documentati con preavviso. Al termine l’insegnante valuta la prestazione sotto vari aspetti (linguistico, logico, rispetto dei tempi e delle regole, interazione costruttiva con la squadra antagonista…) e assegna un voto che misuri le competenze raggiunte. Si tratta di una disciplina che sviluppa le competenze linguistiche, logiche e razionali.
Gli obiettivi didattici e formativi sono così sintetizzabili: capacità di ascolto attivo (memorizzare e organizzare le informazioni di ciò che si ascolta); capacità di argomentare le idee mediante tesi e antitesi; il lavoro di gruppo; public speaking; l’abitudine a considerare e valutare prospettive diverse dalla propria.

Con un tale biglietto da visita il Debate si presta a essere un “format” molto duttile considerando inoltre che, per sua natura, l’apprendimento con il dibattimento avviene privilegiando il canale applicativo rispetto a quello teorico.

I tipi di esercizi di Debate sono diversi, propongo il modello usato per la realizzazione del “laboratorio di lettura” che ha avuto come oggetto testi antichi e moderni da “Tu, mio” di Erri De Luca all’”Antigone” di Sofocle.

1) Esercizio di tipo argomentativo:

• definizione del tema del dibattito;
• conoscenza delle informazioni desunte dalla fonti (vagliate anche con la consulenza del docente);
• divisione della classe in gruppi numericamente omogenei;
• assegnazione di un tema oggetto di dibattito a ciascun gruppo;
• enucleazione di 3 argomenti “pro” e di 3 “contro” inerenti il tema proposto;
• discussione, guidata dal docente, finalizzata alla focalizzazione dei “punti di forza” a sostegno delle rispettive argomentazioni;
• giudizio personale motivato sui contenuti esposti, supportato da opportune citazioni;
• tempo del singolo intervento: 2-3 minuti a testa;
• tempo di lavoro in classe: 1 ora a testo;
• valutazione degli alunni su elementi quali: rispetto dei tempi, rispetto dell’argomento assegnato, numero e pertinenza degli esempi forniti (passi del libro scelti e letti), solidità delle argomentazioni e capacità comunicativa.

Trovo che sia utile far precedere al Debate vero e proprio una breve introduzione di tecnica retorica (1-2 ore al massimo): actio, elocutio, dispositio e memoria (l’inventio è a cura dello studente nella fase del dibattito) con esempi operativi come pronunciare la medesima frase con diversa intonazione, variando la gestualità, lo sguardo, il tono della voce…
Cicerone sarebbe orgoglioso di noi.

I ragazzi rispondono positivamente a questo modo di porre loro la sintesi di una lettura, si sentono fortemente coinvolti ed attivi. Contestualizzano, attraverso la lettura del testo, le osservazioni critiche e si abituano ad argomentarle, obiettivo principale dal punto di vista della crescita delle capacità di analisi e di spirito critico. Garantisco che lo fanno anche meglio di quanto non lo facciano attraverso le tradizionali interrogazioni o le fatidiche relazioni. Affinano inoltre le capacità comunicative perché ci riflettono: spesso non abituiamo i ragazzi a dare importanza alla comunicazione oltre che ai contenuti. Parlare guardando negli occhi gli interlocutori, scandendo bene le parole, con un tono di voce deciso e che varia per non essere monotono (appunto) e controllare la gestualità sono stratagemmi che necessitano di esercizio, ma contribuiscono a predisporre la classe a un ascolto attento, coinvolto e critico.

Il valore aggiunto di questa formula consiste, in sintesi, nel fatto che la valutazione è intesa come uno strumento di motivazione e di responsabilizzazione e, di conseguenza, i messaggi forti di una lettura, anche se proprio non dovessero diventare imprescindibili, comunque verranno metabolizzati per sempre dai nostri alunni.

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Cristina Dell'Acqua

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