Investire sulla didattica orientativa: una scelta decisiva per la riforma della secondaria di secondo grado
L’avvio della riforma della secondaria di secondo grado prevista per il 2010/11 richiede sinora da parte della scuola un forte investimento sull’orientamento. In particolare la scuola da subito deve investire su una attività di orientamento, non solo di tipo informativo, ma anche di tipo formativo, per un orientamento come parte integrante del curricolo che va dai 6 ai 16 anni.
Il tema dell’orientamento è destinato ad assumere un ruolo centrale nel progetto educativo della scuola soprattutto in vista dei forti cambiamenti che a partire dall’anno scolastico 2010/11 ridisegneranno gli ordinamenti della secondaria di secondo grado dei licei, degli istituti tecnici e professionali. È su questa questione importante della funzione orientativa che è necessario misuraci fin da subito. Infatti è in questi mesi che la scuola dovrà mettere mano alla riprogettazione per capire quale sarà l’impatto che avranno i nuovi regolamenti sull’organizzazione della didattica e sugli organici rispetto ai nuovi quadri orario.
È importante che su questi aspetti che riguardano la qualità dell’offerta formativa, la scuola inizi da ora a creare le condizioni per un’applicazione graduale dei regolamenti.
Per questo è fondamentale a partire dalle prossime settimane mettere in atto un orientamento informativo, (visto che le iscrizioni si svolgeranno dal 26 febbraio al 26 marzo) in quanto né la scuola media, né la secondaria hanno a oggi una conoscenza approfondita dei tre principali regolamenti.
Per arrivare in tempo ad applicare la riforma e svolgere contemporaneamente un’efficace azione di orientamento, la strada è decisamente in salita. Con questo cambiamento comunque siamo chiamati a misurarci, al di là delle valutazioni di merito che ciascuno di noi può dare ai regolamenti, in quanto qui è in gioco il futuro e la qualità culturale della secondaria di secondo grado.
In questa fase sono due gli aspetti centrali che vanno sviluppati per mettere in atto una efficace azione di orientamento, essi riguardano:
a) la progettazione dell’orientamento;
b) le risorse professionali e i servizi da mettere in campo per l’orientamento.
Sono due aspetti strettamente correlati tra loro, in quanto centrali per mettere in atto una efficace strategia di orientamento, in cui le singole azioni progettate dai diversi soggetti: scuola, enti locali, genitori, amministrazione scolastica, possano essere ricondotte dentro a una logica di sistema, se vogliamo che incidano in modo determinante sulla qualità.
Cosa intendiamo per progettare l’orientamento? Intendiamo soprattutto che l’azione orientativa da parte della scuola non si esaurisca solo in una attività di tipo informativo, ma venga assunta anche in chiave formativa cioè venga “progettata” dalla scuola. In altre parole è necessario che gli insegnanti assumano l’orientamento come parte integrante dei curricoli a partire dai primi anni di scuola.
In questo senso parliamo infatti di didattica orientativa e di progettazione educativa dell’orientamento.
Cosa intendiamo per didattica orientativa? Intendiamo una didattica ordinaria legata al curricolo, incentrata sull’apprendimento con la finalità di sviluppare e rafforzare conoscenze e capacità di base, di rafforzare le attitudini e favorire le vocazioni, rendendo l’allievo consapevole di sé e in grado di assumere decisioni autonome e responsabili ai fini di acquisire le competenze chiave per l’esercizio della cittadinanza attiva.
È questa una funzione istituzionale della scuola strettamente connessa alla funzione formativa, legata al progetto educativo della scuola, che ha come obiettivo lo sviluppo di competenze auto- orientative nello studente.
La didattica orientativa richiede che i docenti mettano in campo competenze – non solo di tipo disciplinare – ma soprattutto competenze professionali, metacognitive, metodologiche, relazionali, di progettazione e di monitoraggio dei processi formativi.
In altre parole, serve una didattica basata sull’ascolto, incentrata sulla relazione educativa con lo studente, capace di coinvolgerlo nella dimensione affettiva ed emotiva. Lo studente cerca un rapporto “non formale” con il docente… e spesso non lo trova!
La didattica orientativa è basata sulla continuità del curricolo e ha come obiettivo proprio l’acquisizione di competenze.
Le competenze – come sappiamo – sono una combinazione di conoscenze, di abilità e di atteggiamenti e sono finalizzate a sviluppare l’esercizio consapevole della cittadinanza.
La competenza ha a che fare con un concetto fondamentale: non è importante ciò che la persona sa, ma ciò che sa fare con ciò che sa. Pone l’attenzione sul come vengono utilizzate le conoscenze e rimanda pertanto a una concezione operativa e applicativa della conoscenza.
In questo modo viene infatti spostata l’attenzione dall’insegnamento all’apprendimento e ciò che diventa rilevante sono i risultati dell’apprendimento.
Nella progettazione delle strategie di orientamento è quindi necessario aver chiari questi elementi innovativi. Se vogliamo incidere sugli apprendimenti e sulla qualità formativa è necessario effettuare una scelta di campo lavorando non per una didattica tradizionale, giocata sul programma, ma per una didattica innovativa fondata sul curricolo organizzato per competenze che pone al centro la persona nella sua complessità.
Questo significa che abbiamo bisogno di una didattica capace di valorizzare tutti gli apprendimenti, non solo quelli formali acquisiti nella scuola, ma anche quelli non formali e informali (che costituiscono il 70% delle conoscenze che un ragazzo possiede) che oggi sono sempre più spesso decisivi e rilevanti nel determinare le scelte formative e orientative degli studenti.
Walter Moro