Link B Intervista di Gallina a Cannizzaro

La storia della SSIS ‘dentro’ l’università

Una storia fatta di tanti conflitti interni all’istituzione universitaria. Due le principali linee di conflitto; una inerente la mancanza di saperi di base in corsi di laurea che avevano/hanno sostituito Corsi di Base con Corsi Monografici; l’altra inerente concezioni contrapposte delle caratteristiche professionali dei docenti e attinenti al ‘basta sapere per sapere insegnare’ vs ‘sapere e avere strumenti del saper insegnare’.

Questi conflitti hanno evidenziato: 1. grande disomogeneità tra le varie sedi; 2. grande disomogeneità nella preparazione disciplinare di base tra i corsi di laurea; 3. difetti nella progettazione di singoli corsi imputabili al fatto  di non aver pensato che fosse necessario o opportuno tener conto degli obiettivi specifici delle SSIS e degli studenti delle SSIS e quindi ridisegnare i corsi universitari, anche degli indirizzi didattici;   4. mancanza di visione prospettica di molti specialisti disciplinari. E porto un esempio ‘da matematico’ anche se sono convinta sia generalizzabile: all’inizio degli anni ’70, Sobolev (grande probabilista russo) diceva di comprendere l’ansia dei docenti di Matematica che si trovavano a insegnare a giovani che avrebbero visto e usato della Matematica che ancora era da mettere a punto. Quali contenuti, quali problemi, quali metodi, quali reti di conoscenze privilegiare? 

Ma anche una storia di tentativi di superare i  conflitti, come nel caso del coordinamento nazionale impostato da Giunio Luzzatto con il Concured di Genova ed ‘evaporato’, praticamente, con la decisione di chiudere le SSIS all’avvio del III ciclo. E come nel caso del coordinamento nazionale delle prove di accesso alle SSIS che ha riguardato, per oltre la metà degli anni, le classi di abilitazioni scientifiche sotto il coordinamento di Gabriele Anzelotti (Trento) e di Claudio Bernardi (Roma1) e attuato con un sistema di rotazione di molte sedi diverse nella progettazione e nella revisione delle prove.