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Vi presento la mia nuova famiglia

Pubblicato il: 19/04/2011 18:16:07 -


Il momento più delicato è quello che segue immediatamente la separazione, quello in cui gli stessi genitori devono fare i conti con le loro emozioni, con la fine del loro matrimonio, con il loro dolore. In una situazione di sofferenza, inevitabilmente ognuno pensa a sé.
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Mio padre e la sua compagna, mia madre e il suo compagno e due fratelli acquisiti. I figli sono il collant di questa nuova entità che si chiama “Famiglia allargata”!

Si vivono intensamente tutti gli aspetti e ci si immerge, quasi a capo fitto, nello sperimentare una nuova dimensione della propria vita. Nuovi visi, nuovi comportamenti, nuove scoperte, nuove emozioni, nuovi rapporti: una nuova realtà.

Questa nuova famiglia è generalmente il prodotto di divorzi o separazioni, avvenuti dopo decisioni spesso sofferte e inevitabili e innesca una serie di eventi e processi che toccano ognuno dei suoi componenti in modo diverso; ma quelli che generalmente vivono profondamente la nuova esperienza sono i bambini.

Per loro si apre una nuova visione del nucleo familiare e una delle paure con la quale si rapportano è il temere di avere un ex-papà o una ex-mamma. Di dimenticare, con il tempo i veri genitori e di dover affrontare una sostituzione di affetti. In realtà sono gli adulti che hanno deciso di porre fine alla loro relazione matrimoniale e spesso l’errore più grande che si commette è la mancanza di chiarezza e sincerità che, certamente, non allevia ai figli il dolore di una separazione, ma ne fa comprendere un po’ più profondamente i motivi che troveranno la giusta comprensione con il tempo e con una sana maturità.

Il momento più delicato è quello che segue immediatamente la separazione, quello in cui gli stessi genitori devono fare i conti con le loro emozioni, con la fine del loro matrimonio, con la loro sofferenza. Questo rende difficile comportarsi da genitore attento e maturo, proprio in un momento in cui i figli ne hanno maggiormente bisogno. In una situazione di sofferenza, inevitabilmente ognuno pensa a sé. Questo è comprensibile e umano, ma purtroppo non lo è per i bambini che si sentono traditi, abbandonati e a volte responsabili di ciò che accade attorno loro, assumendo spesso un atteggiamento di protezione nei confronti del genitore che ritengono il più debole.

È a questo punto che occorre avere un comportamento equilibrato per evitare il rischio – che molto spesso avviene – di una “confusione di ruoli”.

Assodato che sia meglio una nuova famiglia serena dell’effettiva malata, in cui spesso si vive un clima di tensioni e paure, certamente tossico per i bambini, è necessario affrontare come far vivere al meglio l’esistenza dei bambini all’interno del nuovo nucleo familiare.

Per un figlio superare la separazione dei suoi genitori, vederli iniziare nuove relazioni con altre persone e ritrovarsi catapultati in una famiglia che di familiare ha ben poco è sicuramente un momento difficile, che però non necessariamente rappresenta un grande trauma. A mio avviso i traumi più profondi, per i figli, sono quelli di vivere una famiglia senza amore, senza rispetto, senza gioia, senza un sorriso. Traumi sono quelli di respirare un’aria di tensione, di liti, di paure in cui il bambino assume un ruolo di arbitro ponendosi l’incessante dubbio di chi sia la colpa di quella lite, di quella discussione, di quegli scatti di ira incontrollabili e interminabili, di fronte ai quali dovrebbe sentirsi estraneo e invece ne assorbe tutti gli aspetti e oltre. Nella nuova famiglia è, quindi, importante e necessario che si respiri un’aria di distensione e armonia in cui si possano trasmettere messaggi di solidità e sicurezza e soprattutto di estrema apertura a tutti i problemi piccoli e grandi che eventualmente possono presentarsi.

Non esiste un’unica “ricetta” con delle indicazioni guida precise ma, ognuno crea un modello, una normalità familiare a cui aderire giorno per giorno in base ai propri bisogni, valori e al proprio modo di essere, nell’unico comandamento da osservare che dovrebbe rappresentare la base di qualsiasi rapporto: rispetto della persona. Grande, piccola che essa sia il rispetto e il riconoscimento delle esigenze rappresentano, a mio avviso uno dei pilastri basilari per costruire una solida convivenza.

Rispetto che non investe solo la sfera all’interno del nuovo nucleo familiare. Rispetto significa soprattutto il rapporto che non deve cessare di esistere tra ex coniugi. Un amore finito non deve assolutamente comportare rancori, odi e soprattutto ripicche. Comportamenti simili non fanno bene a nessuno tanto meno ai bambini che sono costretti a doversi barcamenare in rapporti di equilibrio non consoni alla loro età.

Del resto, occorre fare i conti con la realtà sociale dove il numero di divorzi in è continuo aumento, anche tra coppie sposate da pochissimi anni, e di conseguenza ciò porta inevitabilmente allo speculare incremento delle famiglie allargate.

Del resto i bambini non vivono solo la dimensione familiare, la loro vita si proietta, come giusto che sia, nella società: nella scuola, nei rapporti con i compagni, nel confrontarsi con gli altri. Per questo è indispensabile che siano sereni per poter affrontare la loro quotidiana vita in maniera equilibrata, senza paure, senza ansie, senza tristezze, senza insani sensi di diversità. Sentirsi amati e non viziati – come spesso accade – li rende forti di fronte alle varie tappe della vita capaci soprattutto di essere in grado di scegliere percorsi che evitino loro insoddisfazioni o grossi sbagli.

La loro nuova esperienza deve rappresentare un bagaglio più ricco e di esempio alla loro vita. È con uno spirito sereno che i bambini possono affrontare il percorso scolastico in maniera positiva, senza avere la percezione di diversità nei confronti degli altri e soprattutto dei loro compagni. Il rapporto genitori-insegnanti deve svolgersi all’insegna di collaborazione e integrazione nell’interesse dell’equilibrio del bambino per offrirgli un bagaglio di apprendimento che rappresenti un ricco corredo per la sua vita. L’aria che i figli devono respirare deve essere un’aria limpida, pura, che permetta loro di amare più persone e di essere amati senza barriere di ipocrisie e di falsi moralismi. L’amore non prevede né limiti né regole, amare significa essere capaci di donare ed essere in grado di ricevere quanto di più bello la vita possa offrire.

Anna Letizia Galasso

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