La vita, gli esami, il calcio e un libro leggero

“Briciola e la Pulce. Una storia di vita e di calcio”, edito da Nuove Edizioni Romane, nella presentazione dell’autore.

Giornate calde, di esami di maturità con temi che ricordano ai giovani non solo la crisi ma anche le loro difficili condizioni sociali, l’impossibilità di sognare un futuro di normalità, di aspirare a un lavoro stabile per realizzare il frutto del loro impegno negli studi. Giornate, e talvolta nottate, da ricordare per tutta la vita, per le tensioni vissute intensamente e per il raggiungimento di un traguardo importante che si deve tagliare in un’età i cui tutto è giustificato, anche una certa incoscienza.

Per i giovani di oggi queste giornate coincidono con quelle dedicate ai campionati europei. Sono per i giovani un altro appuntamento importante. E c’è da augurarci che oltre a Tacito, Kant e Leopardi i nostri ragazzi abbiano anche il tempo di seguirle. Non è un invito a non studiare, se mai a saper ben mescolare l’utile con il dilettevole, come diceva Orazio.

Quella del calcio è una sana passione popolare, anche se quel “sana” appare oggi un aggettivo discutibile. Troppe le situazioni che portano anche i migliori giocatori a finire nel mirino dei magistrati. Siamo convinti tuttavia che gli attuali scandali del calcio non possono offuscare la realtà: è esistito un calcio “non industriale”, non di plastica, non tutto sponsor e tv, un calcio autentico e sano. Chi come me ha qualche anno sulle spalle non può dimenticare per esempio Garrincha, uno dei più grandi giocatori del mondo e portatore di un handicap fisico grave a una gamba, o le stagioni in cui i tifosi di squadre avverse, dopo la partita, facevano insieme il picnic sui prati e brindavano con un bicchiere di vino.

Anche di questo parlo in un mio libretto appena uscito per le Nuove Edizioni Romane intitolato “Briciola e la Pulce. Una storia di vita e di calcio”. Non è – le mie parole potrebbero trarre in inganno – un “come eravamo” o un trattato nostalgico sulla storia del calcio di un tempo. Al contrario, il protagonista principale è Lionel Messi, il più grande giocatore del mondo in questo momento, tre palloni d’oro e un’infinità di premi e di gol. Un giocatore eccezionale, piccolo di statura, per questo chiamato la Pulce, non certo tutto muscoli e forza fisica come richiede il calcio aggressivo di oggi, un giocatore capace di dribblare anche cinque giocatori e il portiere e segnare. Com’è possibile? È questo l’interrogativo di fondo a cui cerca di rispondere il libro. E poi parla naturalmente di altri giocatori di oggi, di Totti, di Xavi e di Iniesta per esempio e di giocatori d’altri tempi (a Garrincha è dedicato un intero capitolo). E tenta di ricostruire le cause che portano questi ragazzi – i giocatori sono ragazzi – talvolta a compromettersi in situazioni al di fuori della legalità. In conclusione, come scritto nel titolo, ho cercato di parlare di calcio e di vita, anzi prima di vita e poi di calcio.

La storia è molto semplice. Anita, quindicenne chiamata scherzosamente Briciola, si sveglia priva di memoria. Le terapie non la aiutano a ricordare quello che aveva vissuta nell’“altra vita”. Allora ricorre alla strada della fantasia e ripercorre sul suo computer alcuni appunti per un suo romanzo sul giocatore più famoso del mondo. Nemmeno questa strada porta la protagonista al traguardo, però… Però esce fuori il calcio con le sue ombre e le sue luci, con la sua bellezza e le sue storture. Il libro è adatto anche per i ragazzi, a partire da una decina d’anni.

Per questo giornate calde, esami di maturità, calcio, cultura, libri appena un po’ impegnati e leggeri possono convivere. Sono la vita.

PER APPROFONDIRE:
La scheda del libro sul sito dell’editore

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Ermanno Detti