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Una scuola virtuosa, in rete

Pubblicato il: 23/11/2010 17:59:51 -


Una scuola che dialoga con le altre scuole, con i servizi del territorio, con gli studenti, per capirne abitudini e necessità inconfessate. L’esperienza nel vicentino che ha studiato le relazioni tra ragazzi e socialità, in rete e... in Rete.
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Sento il dovere di parlare bene della scuola, quando da tante parti si sollevano dubbi sull’efficienza e sull’efficacia del lavoro degli insegnanti, per mettere in risalto – come si usa dire oggi – un’esperienza “virtuosa” realizzata nella primavera del 2010. Da ormai vent’anni tutti gli Istituti Superiori di Thiene e Tonezza – senza timidezze e con grande passione – propongono agli alunni delle classi seconde un percorso di Educazione Sessuale in collaborazione con il Consultorio dell’ULSS n. 4, guidato dalla dott.ssa Anna Savegnago. Un tratto di questo percorso viene svolto in rete e voglio presentare il pool di insegnanti che la forma: sono i proff. Caterina Sandonà (Liceo Corradini), Paola Testolin (Liceo S. Dorotea), Aulia De Lorenzi e Lucilla Calgaro (ITCG Ceccato), Alba Bonollo (ITIS Chilesotti), Laura Costa (IPSIA Garbin), Raffaella Ferretto e Fiorenzo Laggioni (CFP Saugo), Valentina Rigo (ENGIM S.Gaetano) e Silvia Cortiana (ENGIM alberghiero di Tonezza). Questo gruppo ha un particolare significato per vari aspetti. Innanzitutto realizza un dialogo fra scuole che è una risorsa rara quanto stimolante. Va sottolineato che il team si riunisce e collabora a titolo volontario, semplicemente perché si è creato un bel clima e i risultati sono sempre molto significativi. Non c’è dubbio che è un aspetto notevole in un momento in cui si vive grande demotivazione all’interno della scuola!

In secondo luogo il gruppo si avvale di uno o più incontri di formazione messi a disposizione dal Consultorio Familiare di Thiene, che è sempre stato attento ai dubbi e alle esigenze espresse dagli insegnanti, non negando loro risorse finanziarie e umane: si realizza così una sinergia fra agenzie educative che è difficile rintracciare in altre realtà geografiche.

In terzo luogo il lavoro che viene svolto permette di ascoltare la voce dei nostri studenti di 15-16 anni. Infatti l’attività consiste, oltre che nella condivisione di materiali diversi, nella proposta, fatta ogni anno ai ragazzi, di compilare un questionario i cui risultati vengono discussi e successivamente presentati anche ai genitori, in modo da metterli al corrente delle problematiche evidenziate dalle risposte dei loro figli. Fino a qualche tempo fa si utilizzava un questionario fisso, in modo che i dati fossero comparabili di anno in anno, e si proponeva a tutte le classi seconde, in modo da coinvolgere la totalità dei ragazzi. Il metodo, che talvolta ci ha permesso di scoprire aspetti davvero inattesi dei nostri giovani, aveva anche dei lati meno convincenti, come la ripetitività e il grosso impegno per la rielaborazione. Recentemente, essendo venuti meno i fondi (non è davvero una novità!) si è deciso per una forma più agile: ci si limita a un campione di studenti per ciascuna scuola (in modo che rimanga la pluralità delle voci) e si varia il tema a seconda degli argomenti via via emergenti.

Così lo scorso anno ci si è occupati della crisi della famiglia e quest’anno dell’uso dei nuovi media da parte degli adolescenti. Ne sono emersi dati davvero interessanti, che si possono leggere nell’approfondimento in calce.

Con i numeri alla mano e forti delle competenze elaborate in diversi convegni, il giorno 13 aprile 2010 le psicologhe Sara Baron e Roberta Cogo, che seguono anche i ragazzi quando vanno a visitare il Consultorio (l’altro incontro fra le classi e gli esperti dell’ULSS avviene con il sessuologo, dott. Cappozzo), sono state disponibili a un confronto molto stimolante con gli insegnanti della Rete.

A fine aprile, come Coordinatrice della Rete, io stessa ho sintetizzato dati e riflessioni in un documento che è stato inviato a tutte le famiglie, che possono pertanto prendere decisioni veloci e aggiornate. Così, questi ragazzi “digitali nativi”, ma anche tipici adolescenti, sono rimasti, dall’inizio alla fine, al centro del lavoro degli educatori, hanno beneficiato di ogni passo dell’attività e sono diventati un po’ meno “sconosciuti”. Vi sembra un risultato da poco?

APPROFONDIMENTO

CELLULARE. L’83,5% degli intervistati possedeva il suo primo cellulare già a 13 anni; il 98% invia SMS (il 61% dai 50 ai 200 al giorno), il 93% usa il bluetooth, il 62% MMS. Il 75% è stato contattato da estranei: il dato forse non è così allarmante se si pensa che gli errori o il gioco di chiamare numeri a caso sono abbastanza frequenti, e tuttavia fa suonare un campanello d’allarme sui pericoli che sono connessi all’uso del telefonino. Nella stessa direzione vanno i dati successivi: il 41% dei nostri adolescenti ha ricevuto o inviato immagini sessualmente esplicite. Il 33% le ha scambiate con amici, il 3% con persone che non conosce e il 2,5% con adulti. Già le percentuali fin qui citate evidenziano che il mezzo di cui stiamo parlando ha ampiamente superato le intenzioni dei genitori e dei parenti che lo hanno regalato ai ragazzi. Va poi sottolineato che l’81% dei ragazzi lo tiene acceso o da mattina a sera o 24 ore su 24. Ciò significa che i giovani indirizzano costantemente l’attenzione e, di conseguenza, le emozioni in un luogo diverso da quello in cui fisicamente si trovano. Proprio per evitare questo, secondo i regolamenti di tutte le scuole, la mattina il cellulare andrebbe tassativamente spento, ma evidentemente gli adolescenti non ci sentono. I ragazzi non lasciano a casa i telefonini la mattina perché i genitori si sentono più tranquilli se i figli hanno il cellulare in tasca, ma alla luce dei risultati fin qui emersi – e da numerose notizie di cronaca – c’è da chiedersi se tanta tranquillità sia giustificata!

INTERNET. Il 97% degli intervistati dispone del PC e il 90% ha Internet. Di fronte al 41% che dichiara di collegarsi per al massimo un’ora al giorno, il 49% ammette che rimane collegato per due ore o più. Il 58% non trova strano collegarsi anche alle 11 di sera. Certo né la musica, né la scuola, né gli hobby, a questa età, richiedono tempi di utilizzo così lunghi. Infatti, il 45% dei ragazzi dice di essere entrato in siti sessuali espliciti volontariamente, il 48% involontariamente. Di questo si potrebbe limitarsi a sorridere, visto che la curiosità sessuale è legittima a tutte le età, e in particolare in adolescenza; tuttavia ciò che i ragazzi vedono è pensato per tutt’altro genere di utenti. C’è da dire che non tutti i siti che parlano di sesso sono pornografici: quando i ragazzi sono andati al Consultorio Famigliare, gli operatori hanno fornito loro indirizzi e-mail dove possono trovare informazioni scientificamente corrette, espresse con un linguaggio chiaro e accattivante.

SOCIAL NETWORK E CHAT. La spiegazione delle lunghe ore “on line” potrebbe trovarsi qui: il 72% dei nostri giovani è iscritto a qualche community e il 64% usa le chat. Il motivo principale è stare in contatto con i propri amici reali, ma ci sono anche la pura curiosità (32%), l’intenzione di conoscere persone nuove (31%), il desiderio di condividere i propri pensieri con altri (25%), la voglia di farsi conoscere (20%). Facebook, Twitter ecc. contribuiscono alla disinibizione nel modo di parlare e di mostrarsi, perché si è davanti a uno schermo che apparentemente protegge da tutto ciò che avviene in una conversazione faccia a faccia. Sul versante positivo, gli intervistati hanno affermato che parecchi incontri in chat si sono trasformati in amicizie reali (36%) o in amori reali (18%). Ma spesso è proprio l’eccessivo entusiasmo che inganna i ragazzi: essi forniscono con facilità su Internet i loro dati e le più svariate notizie sulle loro abitudini. Se aggiungiamo che si possono trasferire al computer immagini catturate col cellulare e che anche il proprio viso, attraverso la webcam, può viaggiare a mille miglia di distanza, comprendiamo che queste informazioni, una volta immesse nella rete, sono potenzialmente a disposizione di chiunque, anche di individui malintenzionati, che si presentano con identità false e inducono i ragazzi a comportamenti da cui potrebbero scaturire conseguenze anche gravi. In effetti il 7% dei nostri studenti di seconda ha affermato di aver sperimentato relazioni sessuali virtuali.

AMICI E AMORI. Entrando in un campo più tradizionale e chiedendo quante ore i ragazzi trascorrano giornalmente con gli amici, il 37% risponde 1-3 ore, il 38% più di 3 ore. Il 27% degli intervistati, che ha un ragazzo/a, passa da 1-3 ore in coppia (25%) a più di 3 ore in coppia (un altro 25%). Bene, se sommiamo questo dato ai cento SMS, alle due ore su Internet e ai quotidiani impegni scolastici, sembra che i nostri adolescenti dispongano di giornate di 48 ore!

Ma chiudiamo con una note significativa: di fronte al 5% degli intervistati che dicono di essere soddisfatti molto o moltissimo dei loro contatti virtuali, c’è il 59% che asserisce di essere soddisfatto molto o moltissimo dei suoi contatti reali. Dunque, anche se il cellulare e Internet sono più comodi e veloci, i nostri adolescenti non hanno perso il gusto di incontrarsi e conoscersi davvero.

Per chi desiderasse maggiori dettagli, tutte le risposte date dai ragazzi sono visibili nel sito dell’I.T.C.G. “A. Ceccato” di Thiene (VI): www.auloceccato.it, cliccando su “6 CONNESSO?”

Lucilla Calgaro

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