Perché la scuola ha bisogno del mondo digitale?
Il “digital divide” fra studenti e il mondo della scuola sta creando, secondo l'autore, una nuova dispersione scolastica, che va a sommarsi all'abbandono vero e proprio. Nell'era digitale è invece possibile cogliere una grande opportunità per rigenerare il nostro sistema di istruzione, con ricadute concrete utili e necessarie nel traghettare i giovani verso le nuove professionalità del XXI secolo.
Lo stato dell’arte
L’era digitale sta determinando un rimescolamento dei linguaggi fondativi (gestuale, verbale e iconografico) a causa della diffusione dei mezzi multimediali e multi linguaggio, in particolare tra i giovani – nativi digitali – che sono nati in questo periodo e ne sono culturalmente permeati.
L’evoluzione digitale, che tocca il campo della comunicazione e della contaminazione dei linguaggi espressivi, vede però in forte ritardo la scuola, che mostra numerose difficoltà a identificare e “riconoscere” queste trasformazioni in atto.
Questo ritardo impedisce di prendere coscienza dell’ulteriore distanza che si sta generando da parte dei nostri alunni, nei confronti di un sistema formativo che ignora la loro dimensione culturale ed esistenziale di “nativi digitali”.
Il “digital divide” intergenerazionale che esiste tra i docenti e gli studenti necessita, invece, di un’attenta riflessione ed un’analisi, al momento purtroppo inesistente.
La scuola italiana, difatti, appare ancora fortemente strutturata – e arroccata – sulla didattica tradizionale che usa prevalentemente un mono linguaggio e ruota attorno ai libri. In una recente indagine dell’INDIRE (a cura di Leonardo Tosi), realizzata su un campione di scuole di ogni ordine e grado, la lezione frontale risulta di gran lunga il metodo didattico più usato (76,2 %) rispetto ad altre forme di lezione (lavori di gruppo, “peer education”, percorsi individualizzati, didattica in laboratorio, ecc.)
Si sta creando una nuova dispersione scolastica, basata sul disinteresse e sulla afasia culturale, che si affianca a quella fisica degli abbandoni, e che si va rapidamente diffondendo tra i nostri studenti.
Cosa fare nell’era digitale?
Invece nell’era digitale è possibile cogliere una grande opportunità per rigenerare il nostro sistema di istruzione che, valorizzando abilità e capacità dei nativi digitali nell’uso e nella gestione di dispositivi multimediali, ricollochi gli studenti al centro del processo di insegnamento-apprendimento.
Una riorganizzazione della didattica di questo tipo consente, peraltro, di osservare e di scrutare interessi, competenze e motivazioni dei ragazzi, ma anche usi e abusi, impropri e frequentissimi. Infatti i nostri giovanissimi sono abili a usare questi strumenti per navigare da soli, ma troppo spesso vagano nel modo della rete “autisticamente”, senza avere alcuna consapevolezza sulla direzione da prendere.
Questa diversa strutturazione della scuola, incentrata sulla effettiva individualizzazione dell’offerta formativa e diffusa in modo capillare, produrrà sugli studenti e sulla formazione scolastica significative ricadute in termini di efficacia e di apprendimento delle nuove professionalità del XXI secolo, che stentano a emergere a causa della struttura antiquata del sistema scolastico italiano che è effettivamente ancora molto distante dai nostri alunni, dalle loro esigenze formative e, principalmente, dal loro futuro.
Per approfiondire:
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Nicola Cotugno