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Per un glossario FAD

Pubblicato il: 18/03/2020 07:30:42 -


Maior e longinquo reverentia
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… almeno per le Scuole Secondarie di Secondo Grado

Perché (come di sopra si disse) chi non fa e fondamenti prima, gli potrebbe con una grande virtù farli poi, ancora che si faccino con disagio dello architettore e pericolo dello edifizio.

Machiavelli, Il principe cap VII

 

#ALTERNATIVA

La necessità di trovare forme alternative alla didattica tradizionale. L’emergenza ci sta spingendo a mettere a sistema delle esperienze finora minoritarie e sporadiche.

#ASINCRONO

La Formazione A Distanza è legata soprattutto ad un apprendimento gestito dallo studente: tempi, modalità, livello di impegno sono lasciati completamente in mano allo studente che si forma a distanza: ecco quindi la necessità di non trasformare tout court la didattica in presenza in formazione a distanza, puntando quindi su una formazione asincrona.

#AUTONOMIA

Autonomia della didattica, autonomia dei propri percorsi di insegnamento … ma soprattutto la ricerca di una didattica che fa del lavoro autonomo dello studente una dei suoi punti di forza

#AUTOVALUTAZIONE

Una didattica innovativa deve poter sviluppare negli studenti la capacità di autovalutare il proprio lavoro, sempre con la preziosa guida del docente.

#CAMBIARE_PARADIGMA

Basterebbe il verbo ‘cambiare’, ma Il gattopardo ha dato significato ambigui al verbo. Cambiare paradigma dell’educazione significa mettere in discussione sempre il proprio lavoro, rendere la propria professione adeguata alle trasformazioni (studenti, famiglie, contesto, ambiente, strumenti …)

#CONDIVISIONE

Una didattica in grado di creare consenso: condividere contenuti, certo, ma soprattutto obiettivi, competenze da sviluppare, metodologie, ricerche, criteri di valutazione.

#DIDATTICAINNOVATIVA VS DIDATTICATECNOLOGICA

Forse questa è l’occasione per capire l’innovazione didattica va al di là della tecnologia: è un modo di ragionare, di progettare, di trovare soluzioni, di far lavorare gli studenti in modo diverso, autentico. Il metodo, prima di tutto: la tecnologia può essere un validissimo supporto, e basta!

#DIGITAL DIVIDE

« … se vorremo controllare meglio il mostro tecnologico che ci si sta squadernando di fronte, serviranno linee fisse veloci (e se possibile simmetriche) nelle case dei cittadini e device di accesso alla rete idonei alla complessità del mondo. Detto in ulteriore sintesi, visto che questo è un saggio orgogliosamente breve e per punti, la cultura digitale non si fa utilizzando come infrastruttura cognitiva una connessione 4G e uno smartphone da 6 pollici.   …. mezza Italia è alle prese con le lezioni scolastiche dei propri figli confinati a casa dal coronavirus, rese quasi impossibili (anche) dalla mancanza di una dotazione tecnologica adeguata.» (Massimo Mantellini, IlPost 8 marzo 2020).

Gli ultimi anni hanno visto scelte in direzione di smartphone e telefonia mobile, a scapito di linee fisse e PC o laptop: le conseguenze sono evidenti (soprattutto in caso di dirette streaming).

#DIVERGENTE

Fondamentale andare alla ricerca di un pensiero divergente, di soluzioni che siano non scontate, di un modo di operare al limite del “patafisico”.

L’episodio del ‘bicchiere d’acqua’ in  Ratataplan di Maurizio Nichetti (1979) può essere una straordinaria allegoria della condizione attuale della scuola: una scuola che, colta da malore, ha assoluto bisogno di soluzioni, rimedi. Le risposte che gli insegnanti offrono nella loro pratica quotidiana possono essere considerate poco efficaci, stravaganti, non coerenti, ma gli effetti che producono nell’apprendimento non poche volte si dimostrano miracolosi.

#FA QUEL CHE PUÒ

«Fa quel che può, quel che non può non fa». Era il timbro fatto fare da Alberto Manzi che riassume una valutazione complessiva per tutti i ragazzi. Una frase destinata a diventare presto un modello, anche per una situazione di emergenza (sanitaria ed educativa).

#IMPROVVISAZIONE

Una seria FAD non si può improvvisare trasformando tout court la FIP (Formazione In Presenza) in FAD: così facendo si rischiano danni maggiori dei possibili benefici.

#MAGGIORFATICA

Perché (come di sopra si disse) chi non fa e fondamenti prima, gli potrebbe con una grande virtù farli poi, ancora che si faccino con disagio dello architettore e pericolo dello edifizio. Principe cap VII

L’emergenza costringe a fare quanto non si è fatto prima: sarà quindi molto più difficile, ma comunque possibile!

#METACOGNIZIONE

Muoversi in diverse direzioni didattiche, soprattutto nella FAD, può e deve favorire negli studenti la metacognizione, la consapevolezza di come si sta apprendendo (e non solo di che cosa).

#NARCISISMO

È anche il momento della “giostra dei narcisi”, il periodo in cui prevale il protagonismo soprattutto nelle scuole (“io faccio …. “”io uso … “io io io ….”): i media si affannano a trovare il pioniere, a dedicare pagine a diari di professori in trincea. Prioritario è mettere al centro le necessità dei nostri ragazzi e ragazze: “loro” … non “io”).

“Come spiego io non c’è nessuno” “le mie lezioni sono insostituibili” “come vengono in classe così devono seguirmi in streaming” etc etc etc …. : dobbiamo provare ad andare oltre, a cercare il meglio dalla Rete (…. per qualsiasi disciplina si troverà qualcuno più bravo di voi, tranquilli)

#OPPORTUNITÀ

«Dietro ogni problema c’è un’opportunità» è la frase attribuita a Galileo. Ai docenti sfruttarla per riformare la scuola dal suo interno.

#PICCOLIGRUPPI

Approfittare del momento per valorizzare una didattica che mette al centro la squadra, il piccolo gruppo: progettare quindi attività utili ad un lavoro cooperativo e utilizzare le tecnologie per proporre momenti di condivisione  a piccoli gruppi e per periodi limitati.

Il sincrono, dunque, sì, ma a piccole dosi e per pochi studenti.

#RECUPERO

Una volta c’erano le ‘finestre tecniche’: questa è una ’finestra d’emergenza’. Quindi può essere utilizzata per interventi finalizzati ad un  recupero efficace.

#RESPONSABILIZZAZIONE

I docenti devono saper rispondere in modo efficace all’emergenza (sul piano educativo, psicologico, didattico, tecnologico) nonostante siano da tempo stati lasciati soli da istituzioni e famiglie. Gli studenti devono saper rispondere alle proposte didattiche in questi momenti decisamente poco tradizionali.

#RIFLESSIONE

Non è il momento del ‘pilota automatico’: si deve poter riflettere con chiarezza su quanto si intende fare, su quanto si vuole proporre, su quanto si vuole ottenere.

#RIPENSARE

Questa situazione potrebbe aiutarci a ripensare il nostro modo di insegnare, a ripensare a quanto stiamo facendo in classe, a ripensare agli strumenti che utilizziamo, a ripensare il nostro modello educativo. Forse l’emergenza sanitaria potrebbe contribuire a risolvere l’emergenza educativa?

#SINCRONO

Non torturiamo gli studenti anche a distanza. Alcuni docenti propongono (meglio, impongono) dirette fiume delle loro videolezioni: la modalità frontale, già di per sé non sempre auspicabile – diventa davvero insopportabile a distanza.

#SOFTSKILLS

Costruire una didattica in grado di sviluppare le competenze oggi necessarie, quelle cosiddette ‘chiave’ e quelle di recente popolarità: il pensiero critico/problem solving, la creatività, la comunicazione, la collaborazione, la curiosità, lo spirito di iniziativa, la perseveranza, la flessibilità, la leadership, la consapevolezza sociale e culturale, la valutazione e l’autovalutazione.

Competenze richieste agli studenti …. e ai docenti.

#SOSTEGNO

L’idea di una Formazione A Distanza porta con sé la necessità di un sostegno: per gli studenti, che possono crescere anche senza la presenza costante del docente, e per i docenti, che devono poter contare su chi ha percorso strade nuove prima di loro e che quindi può affiancarli in un cammino per alcuni decisamente ansiogeno.

#SPECIFICITÀ

Il Maestro Alberto Manzi.

“… era dal mese di marzo che il ministero cercava un maestro per la trasmissione … come succedeva in Italia avevano prima chiamato i raccomandati e poi altri ancora … l’unica cosa molto seria è che volevano un maestro per la televisione e ci hanno dato una lezione già scritta, sulla lettera ‘O’. Alle 11 di sera (dalle due del pomeriggio …) mi chiamarono a fare la prova. Io ho detto: ‘Sentite, posso fare come pare a me o devo recitare questa cosa che è stata fatta? …. Devo recitare o posso fare di testa mia?’ ‘No, può fare pure di testa sua’. ‘bene. Allora chi ha scritto questa lezione non capisce niente’ E ho strappato la lezione. Continuai ‘Mi servirebbero un po’ di fogli di carta, carta da pacchi, se ne avete’. Li mandarono a comprare. Hanno portato una sessantina di fogli di carta, io li ho fatti attaccare al muro, ho preso un pezzo di gesso e ho cominciato a disegnare.

Perché? La soluzione qual era?

Nessuno si era posto il problema che la televisione è ‘immagine in movimento’ e se io mi fermo venti minuti io addormento tutti. Se voglio tenerli svegli devo fare qualcosa che si muova. Allora: o metto le ballerine, … ma non era degno della scuola. O faccio qualsiasi altra cosa, … però non rientrava nella scuola: l’unica cosa era disegnare. Allora bastava ‘schizzare’ qualcosa: meglio se fosse stato incomprensibile all’inizio (poi si capiva alla fine), in maniera che lo spettatore stava lì, guardava e intanto poteva sentire. E la tecnica era questa.

Ad un certo punto hanno interrotto la lezione e sento una voce che arrivava chissà da dove che fa: ‘Abbiamo trovato il maestro. Mandate via tutti gli altri’.”[1]

#TUTORIAL

I docenti sono invitati a fare quello che che sanno fare meglio: la didassi (cioè la loro esperienza in classe) anche a distanza: è importante quindi privilegiare la costruzione di piccoli tutorial ad hoc, magari su esigenze e/o difficoltà specifiche. Veicolare contenuti, favorire l’apprendimento, catturare l’attenzione, intercettare le difficoltà.

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[1] TV buona maestra? La lezione di Alberto Manzi, documentario, ita 1997, 25 min. Regia di Luigi Zanolio, produzione Dipartimento di Scienze dell’Educazione – Università di Bologna

Stefano Lotti docente di Latino e Greco Liceo "Andrea Maffei" di Riva del Garda TN

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