Home » Tecnologie e ambienti di apprendimento » La classe nella nuvola

La classe nella nuvola

Pubblicato il: 09/04/2015 22:08:12 -


La mia esperienza di classe nella nuvola. L'utilizzo del cloud di Dropbox come strumento didattico e di condivisione nella classe, una seconda primaria, e la possibilità di declinare in vari modi l'utilizzo di questo software per adattarlo a differenti esigenze didattico-relazionali.
Print Friendly, PDF & Email
image_pdfimage_print

Sono un’insegnante di scuola primaria in un istituto comprensivo della capitale.
Lo scorso anno scolastico ho iniziato un nuovo ciclo con una prima. All’inizio dell’anno ho informato i giovani genitori dei miei nuovi alunni, della mia intenzione di utilizzare uno strumento di comunicazione e condivisione digitale: Dropbox. Alcuni di loro già lo usavano come strumento di lavoro, molti non lo conoscevano. L’entusiasmo da parte loro è stato immediato ed è andato crescendo nel corso di questi quasi due anni di utilizzo.
Dropbox è uno strumento di condivisione semplice, totalmente gratuito, che consente a tutti coloro che lo usano, dietro invito dell’amministratore, di condividere cartelle, di caricare, scaricare, modificare e cancellare i file che vi sono stati caricati fino ad una capienza massima di 16 GB totali, senza occupare la memoria dei supporti su cui si trova perché tutto è nel cloud. “I tuoi file sempre con te” è il motto di Dropbox.
Un luogo sicuro insomma, dove custodire tutti i nostri prodotti multimediali senza paura di perderli se il computer si danneggia. All’inizio l’uso di condivisione è stato passivo da parte delle famiglie. Il materiale che io caricavo quali foto di vita scolastica come momenti di gioco, attività di gruppo, esperimenti scientifici, file audio di canzoncine o drammatizzazioni e modulistica varia, veniva solo visionata dai genitori e dai bambini.

Con il passare del tempo le famiglie sono diventate fruitrici attive di questo strumento, creando cartelle e caricando loro stesse materiale di approfondimento trovato in rete o realizzato da loro, facilitate dal fatto che l’applicazione di Dropbox può essere facilmente gestita anche fuori casa da smartphone e da tablet. Io stessa utilizzo solo ed esclusivamente il mio smartphone per scattare foto, per registrare video o file audio da caricare immediatamente nelle cartelle tramite l’app, compresi i compiti assegnati per i bambini assenti che possono facilmente recuperarli nell’apposita cartella.
Tutte le volte che mi vedono scattare loro foto o fare registrazioni chiedono: ” Ma lo metti su Dropbox?”.
Il fatto di mostrare ai genitori o ai nonni quello che hanno fatto a scuola li motiva moltissimo e li rende entusiasti dell’attività che stanno svolgendo. Vale anche il contrario: si sentono orgogliosi di mostrare a me e ai compagni quello che hanno caricato con i loro genitori, i materiali relativi ad un esperimento o ad un lavoro richiesto e, con l’aiuto della Lim, possiamo vedere e commentare insieme i risultati di una ricerca.

Una delle obiezioni che spesso viene sollevata a proposito dell’utilizzo di Dropbox nelle scuole è quella della privacy. La diffusione di tutto il materiale fotografico pubblicato in Dropbox è strettamente riservata a chi condivide le cartelle, in questo caso le famiglie degli alunni. Sarà dunque sufficiente far firmare ai genitori una liberatoria sull’utilizzo interno di foto e video.
Dropbox è uno strumento digitale molto semplice, ma a mio avviso molto potente non solo a livello relazionale, ma soprattutto didattico perché si avvale delle potenzialità del cloud. Il suo utilizzo può essere declinato in molti modi e facilmente adattato alle necessità educative e didattiche della classe, fino a trasformarsi in progetto d’Istituto quando la condivisione viene allargata all’intera comunità scolastica.

***
Immagine in testata di Interact Blog

Chiara Bollattino

22 recommended

Rispondi

0 notes
874 views
bookmark icon

Rispondi