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La piramide dei lettori

Pubblicato il: 12/01/2022 02:30:02 -


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In una nota pubblicata in un numero precedente di Education2.0  (Lettura e povertà educativa: http://www.educationduepuntozero.it/politiche-educative/lettura-e-poverta-educativa.shtml) sostengo che c’è un grande vantaggio nell’introdurre alla lettura i bambini in età prescolare. Infatti, così è possibile individuare precocemente eventuali problemi di apprendimento (dislessia, carente comprensione dei suoni, insufficiente sviluppo del linguaggio, incapacità di concentrazione, ecc.), prevenendo il fallimento scolastico. Inoltre,é in tal modo il bambino acquisisce un potente strumento di comprensione del proprio ambiente, ricco di stimoli scritti, sfruttando il periodo plastico del cervello, caratterizzato fino ai 6 anni dalla più intensa sinaptogenesi.

Ciò diminuirebbe l’abbandono scolastico, accrescerebbe il numero di lettori esperti e, in prospettiva, contribuirebbe alla lotta contro l’analfabetismo funzionale. Ma, se vogliamo aiutare i bambini a diventare lettori in tenera età, dobbiamo chiarirci chi è un lettore, che cosa avviene nella sua testa mentre legge e come lo si mette in grado di leggere fluentemente.

Che cosa avviene nel nostro cervello mentre leggiamo.

Le neuroscienze cominciano a fare luce sui meccanismi della lettura. Leggere implica due momenti principali:

  1. Trasformare la rappresentazione visiva di una sequenza di lettere in una rappresentazione della sua pronuncia e/o del suo significato;
  2. comprendere il significato di uno scritto.

Come si svolgono questi processi in un lettore esperto? L’analisi dell’attività cerebrale rivela complessi sottoprocessi strettamente correlati, alcuni dei quali avvengono sequenzialmente, altri in parallelo, altri ancora interagenti tra loro con influenze reciproche. In modo schematico possiamo riassumerli così:

  • Rivolgere l’attenzione allo scritto;
  • vedere la parola;
  • collegare le lettere ai suoni e l’ortografia alla fonologia;
  • accedere al significato della parola;
  • avere una reazione affettiva.

Questi processi si articolano a loro volta in molti altri sottoprocessi, localizzati in diverse aree cerebrali[1].

La lezione che si ricava dalle ricerche in neuroscienze cognitive è che «non ci sono decine di modi di convertire il cervello di un uomo in un lettore esperto. C’è infatti una sola via di apprendimento.» (Dehaene)

Per aiutare un bambino a diventare lettore, bisogna capire quali sono le tappe di questo percorso e le caratteristiche dei diversi tipi di lettori.  Quale traguardo sarà in grado di raggiungere dipenderà da quanto tempo gli sarà dedicato. Vediamo allora un modo di classificare i lettori in base al grado di maestria nella lettura.

I diversi lettori

Maryanne Wolf nel suo libro Proust e il calamaro indica cinque tipi di lettore:

  • Il pre-lettore emergente;
  • Il lettore neofita;
  • Il lettore decodificante;
  • Il lettore fluido;
  • Il lettore esperto.

Io preferisco una classificazione analoga, aggiungendo ai poli estremi l’analfabeta e il lettore appassionato. I diversi tipi costituiscono una tassonomia rappresentabile con la piramide in figura.

Piramide dei lettori (Wolf-Midoro)

L’analfabeta

Gli analfabeti non sono tutti uguali, ma differiscono per dizionario mentale, capacità di discriminazione dei suoni, ricchezza di linguaggio ecc. Tuttavia l’analfabeta percepisce i suoni del linguaggio peggio di un alfabetizzato e ha difficoltà nel distinguere e ricordare le non parole. Abituarsi ai suoni della lingua è il primissimo passo, che il bambino nato da poco deve compiere per avviarsi a diventare lettore e c’è qualcosa che possiamo fare per aiutarlo: parlargli, raccontare, cantare, recitare filastrocche, sussurrare ninna nanne, insomma interagire molto con il linguaggio. Ciò favorisce lo sviluppo fonologico del bambino che così impara a udire e comprendere le piccole unità di suono che formano le parole.

Il pre-lettore emergente

Il pre-lettore emergente è il bambino che ormai sa parlare abbastanza bene ed è pronto a capire i racconti che gli leggeremo. È caratterizzato da un dizionario mentale costituito dalle parole che conosce, da un repertorio di suoni della lingua madre che pronuncia e riconosce, dalla capacità di formare semplici frasi e da una capacità di attenzione, che aumenta al crescere dell’interesse per il racconto.

In questa fase, è utile giocare con i fonemi della lingua italiana e con le lettere corrispondenti, aumentando la capacità di distinguere i suoni e automatizzando il riconoscimento delle lettere.

Il lettore neofita

Il lettore neofita è quello capace di leggere le parole, cioè di trasformare la rappresentazione visiva di una sequenza di lettere in una rappresentazione della sua pronuncia e del suo possibile significato. Si comincia a diventare lettore neofita quando si scopre e si padroneggia il principio alfabetico. Questa è l’unica strada per diventare lettore. In questa fase il bambino giocherà con le sillabe e le parole al fine di automatizzare quanto più possibile il riconoscimento dei costituenti delle parole (sight chunks).

Il lettore decodificante

Il lettore decodificante legge una semplice frase in modo alquanto continuo e sicuro. La sua lettura è sul punto di diventare scorrevole. Rispetto a un lettore neofita il lettore decodificante ha un vocabolario più ricco di almeno tremila parole. Questo sviluppo quantitativo del dizionario lo aiuta nel decodificare e nel velocizzare la pronuncia, ma ciò non basta. Deve consolidare sia lo sviluppo fonologico e ortografico sia lo sviluppo semantico, sintattico e morfologico. Per far ciò è utile leggere brevi storie ad alta voce insieme al bambino e invitarlo a leggere fumetti con lettere maiuscole per renderlo autonomo.

Il lettore fluido

Il lettore fluido è in grado di decodificare quasi senza sforzo testi che s’incontrano normalmente nella vita quotidiana come giornali, libri, scritte sullo schermo di un computer. Legge in modo abbastanza preciso e continuo ad alta voce,  con giusta intonazione, ritmo e accento. Ma ciò che lo caratterizza è il fatto che la velocità e la correttezza  della lettura gli permette di allocare attenzione alla comprensione del testo. Il primo passo per raggiungere questo livello è acquisire l’invarianza percettiva delle lettere, che riguarda la capacità di riconoscere una lettera indipendentemente dal tipo di carattere (maiuscolo, minuscolo, etc.).

Il lettore esperto

Il lettore esperto legge fluentemente tutti i testi che incontra. La sua velocità di lettura, tuttavia, è influenzata dalla conoscenza del dominio a cui si riferisce il testo con l’unico limite legato ai meccanismi di visione.  Per un lettore esperto, il testo diventa un mezzo per accedere al significato e questo lo assorbe tanto che lo scritto diventa trasparente, come lo è il televisore per un tifoso che segue una partita di calcio. Per diventare lettore esperto non c’è che un modo: leggere tanto e di tutto. Più si legge, più facile diventa la decodifica, più aumenta la comprensione.

Il lettore appassionato

Il lettore appassionato si lascia coinvolgere affettivamente e intellettualmente dal testo, entrando in sintonia con i personaggi della storia letta. S’incuriosisce quando un pezzo di legno parla. S’impaurisce quando Pinocchio incontra Mangiafoco, è contento quando diventa un bambino. E, quando cresce, in un giallo, fa ipotesi sull’assassino. Quando lo scrittore narra la storia in prima persona, partecipa emotivamente alla narrazione immedesimandosi nel narratore. La facilità con cui legge e la consuetudine con i libri sono le condizioni per diventare lettori appassionati.

Un bambino in età prescolare apprende facilmente e con piacere imitando e giocando con una persona cara. Per aiutare genitori e educatori in questo compito, ho sviluppato un programma per diventare piccoli lettori. Esperienze condotte in ambito di ricerca[2], hanno dimostrato la sua validità, rilevando che parallelamente alle capacità di lettura sono potenziate altre facoltà cognitive, come l’attenzione, la discriminazione dei suoni, la comprensione del linguaggio ecc. Oltre che in ambito familiare il programma è usato in strutture chiamate Tane dei piccoli lettori (vedi figura)

L’auspicio è che questi strumenti, oggi usati in contesti limitati, possano diffondersi presso le scuole dell’infanzia e anche nella primaria, soprattutto per aiutare i bambini più svantaggiati.

 

[1] Per una trattazione approfondita rimando ai testi di S.Dehaene I neuroni della lettura e di M. Wolf Proust e il calamaro, e, per una trattazione divulgativa, al mio testo Lettura e scrittura nella storia e nell’educazione.

[2]  Midoro V., Massari M., Strisciuglio C. , Imparare a leggere a tre anni, TD, Tecnologie Didattiche 24 (3) 173-182.(2017)

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