Giuseppe Fiori, Scuola in frammenti , EA ANICIA marzo 2020
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Marzo 2020, questa è la data di pubblicazione di un intenso libretto che con precisa accuratezza, ma anche con un linguaggio accessibile e trasparente, offre una lettura, direi meglio una riflessione, sui tanti provvedimenti assunti per la scuola nei primi venti anni di questo secolo. Si tratta di una raccolta di articoli già pubblicati su riviste e siti dedicati che, nel corso di anni ‘particolarmente movimentati’ (sono parole dell’autore), hanno composto e ricomposto quadri e cornici per quel difficile oggetto istituzionale che è la scuola italiana. I testi sono stati pubblicati nel corso di un decennio (dal biennio 2008-09 al biennio 2018-19); l’autore non li raccoglie cronologicamente, ma per tematiche, articolate secondo le materie trattate: politiche educative, precariato, organici e ordinamento scolastico.
La scuola nella Costituzione, lezione tenuta all’università di Bari, in un corso per futuri dirigenti, ripercorre, nel primo capitolo, quei fondamentali che hanno saputo mantenere coerenza e adattabilità alle esigenze educative di una società complicata e mutante, perché sono questi ancora i riferimenti cui l’azione legislativa deve/dovrebbe sapersi orientare; soffermarsi sul senso e sulla lettera degli artt. 33 e 34, continuare il percorso per arrivare fino alla riforma del titolo V ,e poi ancora ai vari DL fino ai decreti applicativi della legge 107, evidenzia come le indicazioni del testo costituzionale siano stati ancora l‘asse portante di positivi provvedimenti legislativi successivi ( dal prolungamento a 10 anni dell’istruzione obbligatoria, all’estensione di questo diritto ai minori migranti , all’imprescindibile valore culturale della ricerca scientifica e tecnica). Una chiara cornice ha consentito successivamente di collocare il senso dell’autonomia, del decentramento e della complessa materia della potestà legislativa (esclusiva, concorrente o ripartita) di Stato e Regioni; tuttavia ,nel corso degli anni, non si è ancora composto concettualmente e politicamente il concorso, tradotto spesso in conflitto legislativo, che è ancora in larga misura aperto e che, come molti altri problemi che riguardano la scuola, si ripresenta in forme nuove difficilmente conciliabili o compatibili proprio con i fondamentali costituzionali.
La domanda: Autonomia differenziata in base al reddito? introduce il tema , ricorrente nel testo, dell’applicazione del titolo V al sistema scolastico nelle varie forme in cui questo si esprime e , evidenziato in modo chiaro, l rischio di una secessione dei ricchi e di un assalto e uno stravolgimento dell’assetto generale di norme e discipline generali che non necessitano di alcuna ulteriore normazione. Ambedue rischiano di spezzare l’unità culturale e linguistica del nostro paese, che non è solo di un bene nazionale, ma il centro della stessa civiltà europea.
Il tema sviluppato nei capitoli raccolti sotto il titolo Stato, regioni e referendum costituzionale. Istruzione e Formazione: la galassia degli apparati illustra in modo chiaro, attraverso il conflitto per e delle certificazione, la questione del valore legale dei titoli di studio e la valenza formativa e professionalizzante dei titoli che la scuola fornisce, fino a trattare gli Ifts, i percorsi di alta professionalità, di fatto i grandi assenti del sistema Italiano.
Poche godibili pagine Quel palazzo di viale Trastevere, la Cattedra immobile, Funzionerà l’organico funzionale? per citare solo alcuni titoli) tratteggiano e mescolano ricordi, esperienze personali e quelle di diverse generazioni di professionisti dell’istruzione, che si connettono a quel monumentale e ingombrante edificio; queste figure di addetti ai lavori oggi dovrebbero poter vedere, proprio in quel luogo, non tanto la forza di una centralizzazione esasperata, ma un centro vigile che promuove e guida la scuola; tuttavia il nostro sistema non riesce ancora a essere capace di intrecciare esigenze, a volte drammatiche, a offerte, suggerimenti, sostegni e apporti dei territori, in modo da tentare , attraverso un’efficace integrazione, di limitare le tante inequità e di combattere, non a parole, l’emergenza delle tante forme in cui la povertà educativa si esprime.
Forse meno godibili, ma, purtroppo utili a capire perché e come si sia arrivati al mortificante dibattito odierno che mescola merito, crocette, adeguamento e valorizzazione di un corpo docente per il quale si moltiplicano compiti e trasformazioni professionali, i capitoli dedicati al precariato, dalle strategie al piano straordinario di assunzioni –coerente con la struttura di un adeguato organico delle scuole–, al defaticante, nella sostanza poco costruttivo, confronto tra sindacati e governi sulla scuola. Sono queste le pagine in cui si nota bene come i frammenti richiamati nel titolo rispecchino la contraddittoria frammentarietà di processi altalenanti che hanno impoverito, in termini economici , ma non solo, tutta la scuola italiana. Il welfare della lettura è la conclusione di un ragionamento che offre un quadro statistico desolante della distanza della popolazione italiana dalla lettura, risultato di un sistema di istruzione frammentato, anzi frantumato: scuola in frantumi potrebbe essere il titolo, ma nello stesso tempo indica le prospettive ancora possibili per una società che sapesse fare della scuola il perno di una comunità colta ed eguale. Siccome poi l’autore è un narratore appassionato e appassionante, l’appendice è l’intenso ricordo di uno scolaro, che nasce come tale nel 1948, l’anno della Costituzione: tutto da leggere e da apprezzare per l’intensità dei contenuti e la leggerezza del racconto.
Vittoria Gallina