Home » Studi e ricerche » EAG 2015: l’Italia è un paese intellettualmente in crescita

EAG 2015: l’Italia è un paese intellettualmente in crescita

Pubblicato il: 07/12/2015 11:08:19 -


L’analisi longitudinale dei dati di “Education at a Glance” 2015 rivela un trend positivo per i dati sull’istruzione in Italia.
Print Friendly, PDF & Email
image_pdfimage_print

In questi giorni è uscito il rapporto dell’Ocse “Education at a Glance” 2015 e non ho potuto fare a meno di notare come esso abbia avuto ampio risalto sugli organi di stampa italiani che si sono espressi, salvo poche eccezioni, con un giudizio pessimista e sostanzialmente non positivo del risultato dell’andamento dell’istruzione in Italia. È vero che, in un’analisi comparativa con i Paesi più avanzati, la nostra nazione non sempre regga il confronto e risulti indietro, talvolta con gravi insufficienze sulle quali è doveroso riflettere per operare. Tuttavia è possibile che uno sguardo frettoloso ai dati Ocse ci mostri una verità parziale.

Azzardando una valutazione d’insieme si può intanto dire che l’Italia di oggi è meglio di quella di venti anni fa, è cresciuta, ha temperato in parte l’iniquità di fondo prodotta da una scuola classista, come la nostra – che tuttavia resta ancora classista, ma un po’ meno. Va subito aggiunto, però, che – salvo per alcuni aspetti- in complesso siamo educativamente indietro rispetto alla media OCSE ed a quella Europea.

L’Italia che viene fuori dal poco lusinghiero quadro Ocse è un mosaico con, da una parte, titoli accademici alti ma non qualificanti e studenti di materie scientifiche che abbreviano il loro corso di studi poiché trovano un impiego meno remunerativo o gratificante ma sicuro, oppure varcano i confini per dedicarsi con profitto alla ricerca, dall’altra una scuola dell’obbligo che non ha reali collegamenti con il mondo del lavoro se non per poche realtà molto settorializzate.

Tuttavia, ciò che non sembra essere stato preso nella dovuta considerazione è il confronto tra i numeri di ieri e quelli di oggi, dai quali emerge come il cammino percorso dall’Italia, sempre in taluni campi dell’istruzione, non sia privo di significato. Questo mi ha portato, nella precedente mia uscita su Education 2.0, a porre in rilievo, insieme alla comparazione internazionale, anche alcuni elementi di crescita che l’Italia ha realizzato sia nei diplomi scolastici sia nei titoli universitari.

Richiamo l’attenzione sui dati, che rafforzano questa valutazione: in Italia gli iscritti agli ultimi anni della scuola secondaria giovani (di anni dai 15 ai 19) erano ben sotto l’80%: un risultato interessante. Salvo che non regge il confronto con il dato dei giovani di 26 paesi OCSE (su 37) che si collocano fra l’80% ed il 90%, o più. E se si considerano i diplomati della scuola superiore, confrontati con il numero complessivo dei ragazzi italiani sotto i 25 anni, rispetto ad una media OCSE dell’88% abbiamo un dato del nostro paese del 78%.

Sono personalmente convinto che, da questo punto di vista, l’Italia di oggi è meglio di quella di ieri ma ciò mi porta ad una ulteriore considerazione e cioè che la scuola e l’università, nel loro complesso, nonostante taluni aspetti contraddittori, abbiano rappresentato un fattore di crescita sociale e di consolidamento culturale. Anche qui, ripeto, non si può essere assolutamente né soddisfatti né paghi, non si può abbassare la guardia dello sprone ad un allargamento consistente del fenomeno, ma il quadro oggettivo non può essere sottovalutato, anche per comprendere che cosa la scuola e l’università hanno effettivamente dato al nostro Paese.

Si ha l’impressione che spesso, o quasi sempre, i commenti sulla nostra condizione educativa precedano l’analisi del dato o dei nuovi dati e partano sempre con un atteggiamento di bocciatura. Preferisco un atteggiamento più scientifico, che si basi sui dati, analizzi i fenomeni, ne penetri le dinamiche e che, su quest’analisi, si fondino interventi efficaci per lo sviluppo, sia personale che professionale, dei nostri ragazzi, sostenendo i soggetti più deboli. È di sinistra una posizione che cerca e richiede il meglio, ma senza pregiudizi e, soprattutto, con rigore scientifico.

Per approfondire:

Education at a Glance 2015

Correlati:

L. Berlinguer, Education at a Glance 2015: investire su istruzione di qualità e ad alto livello

Luigi Berlinguer

47 recommended
876 views
bookmark icon