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In viaggio… verso l’integrazione

Pubblicato il: 02/08/2013 10:56:51 -


Promuovere la convivenza di culture diverse, il rispetto reciproco, la dimensione del Noi, attraverso momenti interscolastici e di gemellaggio tra due realtà, quella italiana di Bassano del Grappa e quella di un villaggio senegalese: questo l’obiettivo del progetto “Il sogno di Nenette”. L’esperienza è stata presentata al III Convegno di Education 2.0.
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Il contesto scolastico rappresenta, accanto a quello familiare, il setting naturale entro il quale apprendere e potenziare positive modalità di rapportarsi agli altri.
Nella classe ho cercato di promuovere i comportamenti sociali positivi attraverso l’apertura, l’accettazione della diversità, la considerazione per se stessi e per il prossimo e la capacità di collaborare attivamente per il bene comune.
Come ci ricorda Bowlby, i piccoli dell’uomo sono pre-programmati a svilupparsi in modo socialmente cooperativo.
Sulla stessa linea Hoffman ipotizza una base biologica all’altruismo.

In classe assisto saltuariamente a episodi di intolleranza e di competitività.
Contrariamente alla convinzione diffusa che la competitività migliori le prestazioni del singolo, le ricerche tendono a evidenziare una correlazione positiva tra successo personale, prosocialità e potenziamento delle capacità espressive e produttive del gruppo.
Espressioni di intolleranza, condotte aggressive, egoismi a scapito dell’interesse comune, indicano l’urgenza di investire nella classe nella scoperta dell’importanza dell’Io, del Tu e dell’appartenenza al Noi.

Vengono in mio aiuto la progettazione di Circolo ”Il mosaico delle differenze” e “Il sogno di Nenette”, un progetto promosso dalle scuole del 3° Circolo di Bassano con lo scopo di lavorare sull’integrazione e sulla convivenza di culture diverse, messe in stretto contatto tra loro da questo nostro mondo sempre più globalizzato.

L’obiettivo è di promuovere la convivenza e il rispetto reciproco, di favorire la crescita culturale quale elemento portante per la convivenza civile attraverso una serie di attività legate alla corrispondenza interscolastica e a momenti di gemellaggio tra la realtà italiana di Bassano del Grappa e quella senegalese del villaggio di Nenette.

Questo progetto vuole dimostrare che anche i bambini e i ragazzi vogliono e possono impegnarsi in qualcosa di concreto, che li renda partecipi di un mondo unito, senza divisioni o differenze basate sul colore della pelle, dove tutti i ragazzi possono godere del diritto di andare a scuola.

Il mio viaggio inizia così a gennaio e accompagna i miei giorni scolastici per tantissimo tempo. Il percorso inizia con un racconto che i bambini fanno su se stessi attraverso un oggetto o una foto a loro particolarmente cara; anche io ho il mio oggetto… nella borsa scolastica c’è molta della mia storia.
Ogni giorno, in classe ci raccontiamo le nostre esperienze, esprimendo emozioni e vissuti personali.

Un giorno chiedo ai miei alunni di portare a scuola delle scatole di cartone con una fessura nel mezzo, in cui possiamo imbucare delle lettere.
Ognuno di noi ha la sua scatola… una scatola magica. Dentro ci mettiamo le nostre lettere e in esse raccontiamo tutto quello che vogliamo… Scriviamo ogni cosa liberamente. Come per ogni persona, anche la classe costruisce un’identità. Lo sfondo pedagogico presente nelle “Indicazioni per il curricolo” è esplicito. La centralità della crescita della persona dell’alunno e l’educazione alla cittadinanza si realizzano in una scuola che si struttura come comunità educante. “Particolare cura è necessario dedicare alla formazione della classe come gruppo, alla promozione dei legami cooperativi fra i suoi componenti, alla gestione degli inevitabili conflitti indotti dalla socializzazione”.

Una mattina, per caso, trovo nella mia cassetta della posta una lettera proveniente da una associazione di adozione a distanza in cui una bambina africana, di nome Midra, racconta del suo villaggio e della sua triste vita; nella lettera la bimba ha persino inserito un disegno.
L’occasione per me diventa preziosa e quindi mostro subito alla classe la lettera. Con la conoscenza di Midra le distanze tra “il noi” e tra “il simile e il diverso” hanno assunto nuove forme e nuovi significati. Quale mistero stava ormai per svelarsi agli occhi di tutti?
È iniziato così il nostro viaggio nel continente africano, alla scoperta del nuovo territorio attraverso la lettura delle immagini, dei luoghi, dei colori, dei suoni e rumori, degli animali e delle persone. Il viaggio ci porta alla ricerca di Nenette.
Ma chi è Nenette?
Nenette è una donna delicata e amorevole. Dolce ma decisa.
Che cosa fa Nenette?
Nenette aiuta gli africani e cerca di realizzare i suoi sogni.
Che cos’è realmente Nenette?
Nenette è un villaggio del Senegal vicino la città di Dakar.
Quando aiutiamo questo villaggio aiutiamo anche l’Africa.

Il 22 marzo, in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, abbiamo letto una storia che parlava del duro lavoro dei bambini africani che ogni giorno affrontano un grande problema: nel territorio c’è carenza di acqua. Le siccità hanno prosciugato le fonti idriche. I bambini sono costretti a percorrere a piedi molti chilometri con dei grandi secchi per rifornire il villaggio di acqua.
Come risolvere questo angoscioso problema?
Dall’Occidente arrivano molti uomini in aiuto del popolo africano, costruiscono un grande serbatoio. Ora i bambini possono andare a scuola, studiare e imparare invece di dover andare al lago a prendere l’acqua.

Attraverso il brainstorming evidenziamo la drammaticità dei problemi che riguardano l’infanzia dei bambini africani.
Focalizzando l’attenzione sull’ascolto in classe, il momento del circle-time, solitamente dedicato alla conversazione, è diventato un’occasione per ascoltare storie lette. La pedagogia dell’accoglienza prevede la ricerca di un sapere che faccia spazio al mondo degli altri, in particolare alla narrazione che costituisce un metodo insostituibile per scoprire, nelle storie che entrano in reciproca relazione, tanto le differenze quanto le analogie.

Abbiamo letto molti racconti ad hoc, composizioni scritte, discussioni di gruppo per incoraggiare la riflessione, e attraverso la scrittura di piccoli testi abbiamo narrato i nostri sogni.

Visto che l’anno scolastico volgeva al termine è nata l’esigenza di riflettere sulle esperienze, per ricostruire il percorso. Ricostruire attraverso la narrazione trascina con sé il bisogno di interagire costruttivamente con la classe.

Scrutando metaforicamente all’interno dei nostri zaini abbiamo trovato storie di amicizia, di amore e di avventura.
Negli zaini dei bambini africani, invece, abbiamo trovato storie di abbandono, di miseria e malattia. La fame, la guerra, la superstizione, la schiavitù, i maltrattamenti, la mancanza dei genitori sono le cause che portano i bambini a essere abbandonati o allontanati.

Tutto questo viaggio lo abbiamo fatto collaborando insieme, attraverso la partecipazione di tutti, nel rispetto e nell’accettazione reciproca dei diversi punti di vista.
Ho concesso ai bambini uno spazio in cui sentirsi liberi di esprimere i propri pensieri: il contributo di ciascun alunno è stato accolto e valorizzato.

Gli alunni sono stati coinvolti nei processi decisionali, ho cercato di farli sentire membri apprezzati e responsabili della comunità, anche promuovendo un ordine le cui regole sono state di aiuto per la crescita individuale. Al termine delle attività abbiamo scoperto di essere parte viva e vitale di questa lunga storia, abbiamo scoperto nella vita di tutti i giorni di avere imparato attraverso l’esperienza.
Abbiamo imparato ad aprirci all’altro e ciò ha consentito di non mettere in rilievo solamente le differenze culturali ma di centrare gli interventi sull’interazione degli alunni, consentendo a ciascuno di sviluppare nuove posture esistenziali.

Nel corso delle attività scolastiche ho cercato di promuovere e incoraggiare tre aree di comportamenti:
• la prima area è relativa a se stessi nell’incoraggiare la capacità di esprimere le proprie opinioni e idee, di raccontarsi;
• la seconda area è relativa alle abilità relative agli altri, che includono la capacità di vedere le necessità dell’altro, di interagire con esso, di gestire i contrasti e di venirsi incontro;
• la terza area è relativa al compito con la cura delle abilità relazionali quali il rispettare il proprio turno, collaborare, condividere, chiedere e dare aiuto.

Le parole calde di questo viaggio narrato sono state: speranza, fiducia, serenità, dignità, gentilezza, solidarietà e… VITA.

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Alessandra Ortolano

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