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Tra riordino e salvaguardia dell’offerta formativa

Pubblicato il: 25/06/2013 11:19:00 - e


Per salvaguardare l’offerta formativa e utilizzare al meglio professionalità e risorse umane e strumentali, in un Istituto professionale di Palestrina si sono opportunamente “curvati” i curricoli, sfruttando elementi quali: classi di concorso atipiche, quote di autonomia, flessibilità. L’esperienza è stata presentata al III Convengo di Education 2.0.
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La struttura dei corsi dell’Istituto professionale è stata, certamente, la più toccata dal riordino della secondaria superiore, con la conseguenza, per la nostra scuola – l’Istituto professionale di Palestrina – di ritrovarci un’utenza e un mercato che continuavano a chiederci un certo tipo di offerta formativa, docenti preoccupati perché potenziali soprannumerari, e il rischio di vanificare l’importante impegno economico sostenuto per la realizzazione dei laboratori.

Abbiamo dovuto, perciò, affrontare il problema di salvaguardare al meglio l’offerta formativa preesistente e le risorse umane presenti in organico, per non disperdere le professionalità acquisite nel corso dei tanti anni in cui gli indirizzi del previgente ordinamento sono stati presenti sul territorio e per non sottoimpiegare l’ingente patrimonio tecnologico a disposizione.

A questo problema si è aggiunto quello delle qualifiche professionali. La conferenza Stato-Regioni dell’aprile 2010 ne ha individuate 21, quella del dicembre 2010 ha definito le linee guida.
A fine gennaio 2011 un accordo tra l’Ufficio scolastico regionale e la Regione Lazio ha stabilito la possibilità per gli Istituti professionali di continuare a rilasciare qualifiche in regime di sussidiarietà integrativa, il che significava che il percorso quinquennale previsto dal nuovo ordinamento doveva essere comunque svolto, prevedendo però la possibilità per gli studenti di conseguire al termine del terzo anno la qualifica professionale, senza adeguamenti di organico né oneri aggiuntivi per l’Amministrazione.

Il Collegio dei docenti, opportunamente sensibilizzato dalle considerazioni fin qui esposte, servendosi di una propria commissione, ha individuato le problematiche relative ai diversi indirizzi e, per ciascuna, ha proposto un intervento utilizzando le quote di autonomia, l’opportunità di scegliere la classe di concorso tra quelle atipiche previste per ciascun insegnamento e sfruttando il regolamento istitutivo che prevede ampi margini di flessibilità per curvare l’offerta formativa sulle necessità del territorio anche in funzione del conseguimento della qualifica professionale.

Il problema più urgente che ci si è trovati ad affrontare è stato quello della “Grafica pubblicitaria”, indirizzo attivo, nel nostro Istituto col previgente ordinamento, ora confluito nell’indirizzo “Servizi commerciali” conservando, grazie alla scelta della classe di concorso atipica, il solo insegnamento professionale affidato al docente di grafica.
Consapevoli di avere un’utenza e un mercato che continuano a chiederci quel tipo di offerta formativa (gli studenti continuano a iscriversi nel nostro Istituto convinti di fare grafica pubblicitaria!), sono stati reintrodotti gli insegnamenti di Storia dell’Arte e, fin dal primo anno, di Tecnica fotografica con lo scopo di “curvare” l’offerta formativa sul profilo dell’indirizzo “Multimedia” previsto dalla qualifica “Operatore grafico”.
Per tali discipline sono stati elaborati i contenuti relativi alle conoscenze e alle abilità.

Per la sezione dell’Istituto alberghiero, utilizzando le quote di autonomia, sono stati potenziati gli insegnamenti tecnico-pratici. Intervento necessario in funzione del conseguimento della qualifica professionale, allorquando si consideri, a titolo di esempio, che gli studenti che dovevano conseguire la qualifica di cuoco, nel previgente ordinamento al terzo anno frequentavano 18 ore di cucina (2 in compresenza con l’insegnante di Alimentazione), la metà del loro orario settimanale, e che il riordino ne prevede soltanto 6!

Un ulteriore problema ci si è presentato per i corsi a indirizzo “Produzioni industriali ed artigianali”, relativamente ai quali l’eccessivo accorpamento non garantiva nemmeno la certezza di conservare sul quinquennio l’impostazione iniziale.
Si è potuta assicurare la prosecuzione del corso del previgente ordinamento a indirizzo “Abbigliamento e moda” grazie all’attivazione da parte dell’USR dell’articolazione “Artigianato”, invece dell’articolazione “Industria” nella quale l’indirizzo sarebbe dovuto confluire, e alla possibile conseguente scelta delle classi di concorso atipiche relative.

Le soluzioni proposte si sono tradotte in un’esperienza che si è dimostrata efficace, è stata gradita dall’utenza – prova ne è l’incremento delle iscrizioni – e ha riportato parere favorevole da parte dei docenti coinvolti.

Un limite è, purtroppo, legato a fattori contingenti quali la presenza o meno in organico di docenti titolari delle discipline coinvolte, il rischio di creare situazioni di soprannumero o, comunque, di andare a toccare cattedre costituite in organico.

Ciò ha comportato la difficoltà di presentare all’utenza un’offerta formativa certa e stabile di anno in anno.

Per estendere l’esperienza anche ad altri istituti dello stesso tipo, andrebbe superato quest’ostacolo. Sarebbe auspicabile, ad esempio, ottenere una determinazione qualitativa dell’organico del personale docente, sia per caratterizzare l’offerta formativa sul territorio, in rapporto alle esigenze formative del mercato, sia per consentire agli studenti il conseguimento della qualifica professionale.

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Immagine in testata di Photl (licenza free to share)

Alessandro Pellegrini e Antonella Marchitelli

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