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Una scuola multietnica, davvero

Pubblicato il: 17/11/2011 19:43:44 -


Straordinaria è l’esperienza come genitore della scuola Di Donato, scuola che ha sede in una delle zone più multietniche di Roma. Le famiglie italiane la scelgono per la ricchezza offerta da un ambiente multiculturale, mentre le famiglie migranti perché si sentono accolte e protette dalla rete esistente tra famiglie.
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Essere genitore della scuola “Di Donato”, plesso dell’Istituto “Daniele Manin” a Roma, è per me una grande esperienza non solo scolastica ma anche di “cittadinanza”. La scuola si trova nel cuore del rione Esquilino, caratterizzato da una forte presenza di bambini migranti che l’arricchisce per la presenza di tante e diverse culture, è inoltre un quartiere molto vario dal punto di vista socio-economico e culturale; sul territorio sono, infatti, presenti lavoratori che esercitano umili mestieri, dal muratore alle badanti, fino a intellettuali e artisti.

Ciò che rende unica l’esperienza della Di Donato è che mentre sempre più spesso sentiamo parlare del fenomeno di genitori italiani che “chiedono classi italiane per bambini italiani” e “che fuggono dalle scuole multietniche”, la scuola Di Donato è riuscita a seguire un andamento opposto: riesce ad attirare sempre più genitori italiani che non hanno paura del bambino “straniero”, ma anzi ne percepiscono la grande ricchezza e il valore aggiunto e sono consapevoli che è proficuo investire sull’educazione dei propri figli in un contesto multiculturale. Dall’altro, le famiglie migranti, anche non residenti nel nostro territorio, iscrivono i propri figli da noi per la rete di protezione che accompagna l’integrazione dei bambini, rete presente sia internamente al gruppo etnico che nella comunità scolastica e genitoriale.

La fiducia delle famiglie verso la scuola Di Donato, infatti, si è consolidata negli anni (almeno dal 1990) grazie a una politica dell’accoglienza e a una pratica educativo-didattica messa in atto dai dirigenti scolastici come dal corpo docente, che si è andata sempre più perfezionando, e la cui caratteristica è stata quella di organizzare non solo le risorse interne, ma anche quelle territoriali. Questo ha permesso alla scuola di essere in osmosi con il quartiere e di offrire e ricevere una serie di servizi di aggregazione destinati ad adulti e bambini.

Fondamentale per la riuscita della scuola è stata l’Associazione Genitori Di Donato, nata nel 2003. La prima attività dell’Associazione Genitori Di Donato è stata la riapertura di spazi che da anni non venivano più utilizzati. Questo ha innescato un circolo virtuoso che ha visto progressivamente convergere le energie delle numerose componenti della scuola e le varie istituzioni, in nome di una comune valorizzazione del bene pubblico.

La grande ricchezza della nostra scuola è proprio la presenza di un “grande cortile” che grazie allo sforzo spesso volontario di molti genitori è un cortile “sempre aperto”. Ed è proprio la presenza del cortile che fa sì che nella nostra scuola non esistono bambini “stranieri” e bambini “italiani”. Esistono bambini con diversi colori della pelle, con genitori che parlano lingue diverse e che portano a scuola usanze e costumi diversi. Le mie figlie fanno amicizia con tutti i bambini, spesso di altre classi, e li possono frequentare dopo la scuola in palestra, in cortile, nelle stanze dei seminterrati che i genitori hanno recuperato e che ora gestiscono tutti i pomeriggi a turno e volontariamente.

Il cortile della nostra scuola è diventato dopo l’orario scolastico una delle piazze dei bambini del rione, il luogo del gioco insieme dove stare sereni in uno spazio protetto e attrezzato. La scuola Di Donato è riuscita in questo a ricreare proprio quello che un tempo era “la piazza del paese”, “del quartiere”, dove i bambini giocano liberi e sicuri tutti insieme e specialmente “mischiati”, senza barriere sociali e culturali, dove sono tutti ugualmente “padroni” del territorio. In questa “piazza del rione” sono i bambini stessi a far da mediatori tra genitori italiani e genitori migranti che spesso parlano poco la lingua.

Le paure sono spesso frutto della scarsa conoscenza, mentre nulla può risultare più unificatore della focalizzazione su un tema comune da tutti profondamente sentito: la condivisione delle aspettative sull’educazione dei propri figli, di qualsiasi origine siano.

Maura Mezzetti

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