Diventare elettori: quando politica e scuola s’incontrano
Politica e scuola sono due termini che secondo molti non formano una buona coppia.
Da una parte abbiamo il sapere, l’analisi critica, dall’altra la faziosità di parte.
In effetti, la politica è una dimensione irrinunciabile di una società democratica, nella quale gli affari pubblici vanno gestiti in una dimensione di costante discussione tra interessi diversi, e anche contrapposti. Inoltre, ben sappiamo che la scuola ha l’onere di tutte le educazioni necessarie alla nostra società, compresa quella civile, da cui la famosa Cittadinanza e Costituzione.
I nostri alunni escono da scuola mentre fanno le prime esperienze di voto: ricevere il certificato elettorale, recarsi alle urne ha ancora il sapore della novità e della crescita, nonostante la crescente disaffezione per la politica che caratterizza la società moderna. Perché allora la scuola non può affrontare, dal suo punto di vista educativo, il tema della politica, della discussione, della lotta a essa connessa? Che senso potrebbe avere parlare di cittadinanza e non di dibattito elettorale, di posizioni dei partiti? Dal mio punto di vista d’insegnante di materie giuridiche, costantemente sollecitata dagli studenti maggiorenni a rivelare le proprie simpatie, la questione riguarda soprattutto il modo in cui la scuola può affrontare questa spinosa tematica.
Nel corso di quest’anno scolastico ho condotto i miei studenti verso le elezioni per il Parlamento Europeo, un tema particolarmente caldo per il dibattito infuocato sull’euro e sulle politiche di austerità, ma anche per la scarsa conoscenza che il cittadino medio ha della composizione e delle funzioni di quest’organo e più in generale dell’UE.
A partire dal mese di ottobre, terminato il capitolo che il libro di testo dedicava all’UE, ho creato un blog grazie al sito gratuito blogger.com; ogni settimana vi pubblicavo un articolo, un video, una vignetta sulla comunità europea, che gli studenti avevano il compito di leggere e su cui avrebbero postato un breve commento.
Essendo il mio primo esperimento con un blog, non ero certa di cosa aspettarmi da loro, e non avevo intenzione di trasformare l’attività in un’esibizione per i più svegli e in un’attività penosa per i più deboli. L’obiettivo era spingere i miei 25 ragazzi al voto, sensibilizzandoli a un tema a me particolarmente caro, nonché abituarli a un dibattito costruttivo; in relazione a quest’ultimo punto la mia speranza era che la forma scritta del blog facesse spazio a tutti, compresi coloro che per timidezza o pigrizia nelle discussioni in classe tendono a tacere. Speravo anche che s’innescasse un dibattito tra studenti, riducendo l’ingombrante presenza del professore.
Fino a gennaio la scelta degli articoli ha seguito un percorso bizzarro, dipendendo in piccola parte da sollecitazioni degli studenti, in parte da ciò che il web offriva, in parte da un mio giudizio su ciò che sarebbe stato necessario far conoscere; quando invece i partiti europei hanno scelto i loro candidati, la scelta si è fatta più semplice: ogni settimana è stata dedicata a un diverso candidato. I commenti dei ragazzi sono migliorati nel corso dei mesi, avendo alcuni di essi preso gusto all’attività; per quanto minoritari, ci sono stati anche contributi di video/articoli a commento o arricchimento del materiale selezionato da me e scambi di opinioni tra studenti.
Gli studenti hanno compreso che il loro stato di preparazione in quanto elettori era carente e hanno lanciato la proposta di un incontro con candidati di tutte le estrazioni politiche da tenersi nel nostro istituto. A fine aprile, a un mese dal fatidico 25 maggio, abbiamo realizzato l’incontro con 9 candidati delle principali forze politiche, grazie alla collaborazione con Hopeurope (1), ed è stato organizzato secondo modalità giudicate dagli studenti adatte a dei giovani: tempi rapidi delle risposte, sollecitazioni video, spazio per le risate (grazie a vignette). Due studenti hanno vestito i panni del “Floris” locale, presentando in autonomia l’intero incontro – della durata di oltre tre ore – a una platea composta di circa 130 ragazzi maggiorenni dell’istituto.
I compagni hanno svolto ruoli diversi: c’è chi ha preparato le slide e maneggiato il computer con i video, chi ha sollecitato domande dal pubblico, chi avendole preparate in anticipo, le ha lette.
Altrettanto cruciale è stata la fase preparatoria: in particolare alcune ragazze hanno selezionato i partecipanti, curando il rapporto con i docenti coordinatori; altre hanno arredato l’aula magna con bandiere europee; altre ancora hanno curato il catering, cucinando torte dolci e salate e acquistando bevande, piatti e altro dopo aver organizzato una colletta all’interno della scuola.
Quello che vorrei sottolineare è che l’iniziativa è stata progettata e organizzata dagli studenti, trasformandosi in un’occasione di praticare diverse competenze e di valorizzare le doti, anche non intellettuali, di ciascuno. Tutti hanno avuto spazio, tutti si sono sentiti protagonisti. L’orgoglio provato nell’organizzare un evento così riuscito ha completato l’opera di sensibilizzazione, trasformando i ragazzi in convinti elettori e poco importa se nessuno dei candidati che si sono presentati all’incontro non sia stato eletto.
Nei giorni successivi ho avuto molti scambi sulle elezioni con gli studenti durante le ricreazioni e ho potuto costatare che affrontavano la scelta con spirito maturo e critico, anche “autocritico”, nel senso che continuavano i dubbi sulla bontà della scelta, dubbi che sono indice di serietà.
(1) Per maggiori informazioni visitare il sito Hopeurope . Il progetto è stato coordinato dalla prof.ssa Daniela Preda, referenti dott. Giorgio Grimaudi, Guido Levi e Lara Piccardo.
Articoli correlati:
Europarlamentari per un giorno, di Chiara Saracco
***
Immagine in testata di Wikipedia (licenza free to share)
Chiara Saracco