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Per una nuova didattica della lingua latina

Pubblicato il: 17/05/2013 09:50:01 - e


Quando la didattica laboratoriale e le tecnologie multimediali entrano nell’insegnamento della lingua latina: il racconto del progetto “alternativo” in un liceo classico di Roma. L’esperienza è stata presentata al III Convegno di Education 2.0.
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Quando, tredici anni or sono, ho ricevuto la proposta di partecipare al progetto per insegnare, in un biennio di liceo classico, la lingua latina in modo alternativo, utilizzando la tecnologia multimediale che stava già da tempo rivoluzionando le nostre pratiche quotidiane in tutti gli ambiti, non ho avuto un attimo di esitazione: attendevo impaziente un’occasione del genere e nel frattempo, anche se individualmente, esploravo nuove vie che potessero incuriosire, attirare e coinvolgere gli alunni, spesso “persi” e affaticati nel percorrere l’impervio cammino verso la conoscenza della lingua latina.

Ormai insegnavo da quindici anni e avevo osservato in maniera il più possibile oggettiva, avevo calibrato e rimodellato il mio metodo più di una volta; contemporaneamente avevo fotografato e analizzato con cura errori ricorrenti nelle traduzioni da me corrette, osservato i cambiamenti nella preparazione di base degli alunni di ginnasio, alcuni particolari del loro metodo di studio, della capacità di memorizzare (sempre più affidata alle immagini), e il loro approccio con le lingue classiche: all’inizio entusiasta, poi sempre più sofferto.
Ho cominciato così, lavorando costantemente in équipe con altri docenti di lingue classiche e con la collega che insegnava informatica, oltre che in collaborazione con tutti i membri del consiglio di classe, a sperimentare, in una quarta ginnasio e poi in una quinta, questo nuovo metodo, ovviamente lavorando nel laboratorio informatico della scuola.

Mi sono resa conto molto presto di aver avviato un procedimento di cambiamento, che poi si è rivelato irreversibile, nella mia vita di docente, e di aver collaborato anche a strutturare in maniera diversa la preparazione e l’approccio con lo studio degli alunni che mi erano stati affidati.

Da allora il lavoro in stretta collaborazione con i colleghi, di corso e non, è per me imprescindibile: le esperienze diverse messe quotidianamente in comune costituiscono una grande ricchezza e sono uno strumento prezioso per combattere la mancanza di motivazione nello studio. L’ambiente di lavoro, il laboratorio, appunto, è risultato molto più stimolante di un’aula, dove mi sono comunque scoperta, spesso, a impostare le lezioni seguendo i principi di una didattica laboratoriale.

Nell’ambito del laboratorio la cattedra non era necessaria, poiché ero a fianco dei miei alunni, vicino alle loro postazioni e, dopo aver comunicato loro i dati e i comandi necessari, ecco che i veri protagonisti del processo formativo potevano operare in piena autonomia, dimostrando tutta la loro creatività e aggiungendo giorno per giorno, sia in quell’ambito scolastico sia in quello domestico, un tassello al prezioso quadro delle competenze con cui avrebbero affrontato studi via via più complessi e poi il mondo del lavoro.
Per il resto ero lì: mi potevano consultare, ma spesso erano loro a fare qualche proposta, sia per dare un’impronta personale (dal punto di vista formale) al documento che stavano elaborando, sia ovviamente per rendere più liberamente il testo tradotto, dopo un’accurata e “tecnologica” analisi del periodo e stilistica.

Nel giugno 2012 ho terminato l’applicazione di questo metodo nel biennio della sezione F del Liceo Classico e Linguistico “Aristofane” di Roma, con una classe molto più numerosa di quella presa in considerazione da me all’inizio di queste riflessioni: in essa ho appurato la presenza di una diversa preparazione di base, diversi metodo di studio e approccio con le discipline classiche, una capacità di memorizzare ancora più legata alle immagini e una conoscenza delle tecnologie multimediali più raffinata.

Il mio ruolo di docente si sta ancora evolvendo: sono sempre più attenta a percepire nuove richieste, a valorizzare conoscenze e capacità che i nostri alunni sviluppano già nella scuola primaria e media, mi tengo costantemente aggiornata sull’applicazione delle tecnologie multimediali alla didattica e mi sento anche molto fortunata perché ho trovato nuovamente preziosi collaboratori nelle colleghe di lingue classiche e di informatica.

Le famiglie sono soddisfatte dei risultati e gli alunni, nella maggior parte dei casi, sono coinvolti in una climax ascendente che li conduce sempre più a considerare in maniera critica tutto ciò che studiano ed elaborano: ogni lezione in laboratorio diventa occasione di miglioramento, grazie all’inserimento di nuove forme e di arricchimento di un metodo che si è trasformato ormai, almeno rispetto alla sua prima ideazione, in un input per raggiungere sempre nuovi obiettivi.

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Immagine in testata di taestell / Flickr (liicenza free to share)

Maria Grazia Lanzidei e Cecilia Lupi

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