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“Looking for Walter”: un’esperienza di didattica 3.0 nel segno di Walt Disney

Pubblicato il: 31/01/2014 13:01:59 -


“Looking for Walter” è un progetto sperimentale di didattica 3.0, un’esperienza transmediale vissuta dagli studenti di due scuole che fanno didattica in modo alternativo, anche grazie alle nuove tecnologie.
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Diane Disney, l’unica figlia naturale del grande Walt, se n’è andata due mesi fa. Ora io e i miei ragazzi non potremo più andare a trovarla a S. Francisco e ringraziarla personalmente per l’incredibile esperienza didattica che, anche per merito suo, abbiamo vissuto.
Potremo però andare a salutare il nostro Walter, il pupazzo che ci ha fatto impazzire per tre settimane lo scorso aprile e che ora fa parte della mostra permanente del “Disney Family Museum” che si trova nella baia di S. Francisco.

Ma andiamo con ordine.
In questa folle storia di didattica transmediale gli ingredienti sono:
– uno scrittore esperto di digital storytelling (Max Giovagnoli);
– due scuole all’avanguardia – molto “duepuntozero” – l’I.C. Cadeo e Pontenure di Piacenza (preside Daniele Barca) e l’ITTS Volta di Perugia (preside Rita Coccia);
– due bambole di pezza (Walter e Diane) che hanno smarrito la strada di casa;
– due classi di adolescenti pronti ad aiutare Walter e Diane.

Un complicato intreccio e, allo stesso tempo, una grande sfida.

Chi rappresentano le bambole?
Chi è la persona che le aveva scelte per sé, prima di perderle?
Come attivare una rete di contatti utile per risolvere l’enigma?

Per riuscire nell’impresa i ragazzi hanno avuto ”venti giorni” a disposizione e un sito ufficiale www.lookingforwalter.com, sul quale scambiarsi idee in italiano e in inglese, pubblicare immagini e video delle loro prove, testimoniare i passaggi di mano, dei due “toys”, da una città all’altra e analizzare le bellezze naturalistiche, urbane e culturali del loro territorio.
L’obiettivo?
Far passare i due “toys” di mano in mano fino a restituirli, il giorno 29 aprile 2013, al loro misterioso, enigmatico e insospettabile proprietario.

All’inizio i miei ragazzi erano increduli, anche un po’ scettici. Ma poi la curiosità ha preso il sopravvento e nell’imminenza dell’arrivo di Walter la tensione era alle stelle.
Al nostro Walter i ragazzi hanno fatto fare di tutto:
– esplorare la scuola;
– visitare il centro storico di Perugia;
– fare ricerche all’interno della Biblioteca Augusta;
– visitare Assisi, Bastia, Santa Maria degli Angeli e il Lago Trasimeno;
– conoscere una planetarista americana;
– giocare a biliardino e fare merenda al McDonald’s…

I ragazzi hanno recuperato una “catena umana” di persone che, dopo un primo momento d’incredulità, si sono prestate a portare Walter per un tratto di strada che l’ha condotto fino al centro di Roma.
Lì, in un ultimo giorno di folli visite ai principali monumenti della capitale, Walter ha finalmente incontrato la figlioletta Diane, arrivata da Piacenza.

In tutto questo tempo i ragazzi hanno lavorato anche con le tecnologie della loro scuol@ 2.0:
– facendo ricerche in rete;
– progettando i percorsi su Google Earth;
– documentando tutte le loro esperienze sul sito e spesso traducendole anche in lingua inglese;
– risolvendo enigmi.
Infine hanno scoperto la vera identità di Walter e di sua figlia: ovvero il famosissimo Walt Disney, papà di Mickey Mouse e di tutta la grande famiglia dei personaggi animati più amati al mondo.

Insomma, tre settimane sono letteralmente volate in un rincorrersi d’attività che si sono svolte anche oltre l’orario e l’ambiente scolastico, con uscite sul territorio, utilizzo di tecnologie, scambio di materiali sulla piattaforma e-learning della scuola, collegamenti via Skype (con la scuola partner), e la sensazione era di non stare a svolgere dei “compiti”, quanto piuttosto di essere parte di qualcosa di speciale, in cui ciascuno ha ricoperto un ruolo piccolo ma importante per il successo finale del progetto.

In realtà molti obiettivi didattici sono stati perseguiti:
– dalla scrittura creativa in italiano e in inglese;
– alla capacità d’effettuare ricerche in rete usando saggezza e senso critico;
– al vero e proprio “problem solving”, nel momento in cui si è dovuto materialmente organizzare il viaggio di Walter da Perugia a Roma.
Il tutto è stato fatto sollecitando le competenze digitali che hanno accompagnato praticamente ogni attività, con particolare riferimento al “digital storytelling”, in quanto durante tutta l’esperienza i ragazzi hanno realizzato foto e riprese video che hanno, successivamente e autonomamente, rielaborato e pubblicato sul sito del progetto.

A Roma avremmo dovuto incontrare personalmente la signora Diane Disney, la vera proprietaria dei pupazzi, che però in Italia non è più venuta per problemi di salute del marito.
Le bambole sono state spedite a S. Francisco, dove lei le ha accolte con commozione e dove ha invitato tutti noi ad andare a trovarla.

Ora Diane non c’è più, ma la sua immagine sorridente mentre tiene in braccio i nostri pupazzi e il ricordo dell’esperienza fatta rimarranno con noi per sempre.

Apprendimento, emozione, scoperta, entusiasmo. La chiamano scuola 2.0.

**
Alcune immagini dell’esperienza:

Per approfondire:
guarda il video “Looking for Walter – Transmedia experiential learning project

***
English abstract:
“Looking for Walter” is an experimental learning project, a transmedial experience made by two very special Italian schools, seriously engaged in renovating the whole process of teaching and learning, thanks to the integration of new technologies in education.

Silvia Mazzoni

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