EUROSCOLA: un’iniziativa del Parlamento europeo
Grazie all'iniziativa Euroscola i ragazzi familiarizzano con l'organo che li rappresenterà e hanno un assaggio della varietà dell'Europa e dei suoi problemi.
Sviluppare le competenze della cittadinanza nelle scuole, cioè sviluppare responsabilità, partecipazione e cittadinanza attiva per accrescere il benessere nella comunità, non è un compito facile, anche perché “la cittadinanza” è così complessa che risulta difficile decidere dove e come intervenire. Considerando quanto è tiranno il tempo, un’unica esperienza dovrebbe permettere di cogliere parecchie sfaccettature di cittadinanza.
Questa primavera ho avuto la fortuna di cimentarmi con Euroscola, iniziativa del Parlamento Europeo. Dall’inizio degli anni Novanta, il PE promuove, ogni anno, una ventina di occasioni di incontro tra studenti dei Paesi membri, con lo scopo di farli conoscere e discutere tra loro delle speranze e dei progetti per l’Europa del futuro. I ragazzi, ospiti nella sede di Strasburgo, trascorrono una vera e propria giornata da deputati europei: si confrontano in gruppi di lavoro, affrontano temi importanti per il futuro dell’Unione e votano le risoluzioni adottate. L’impegno è notevole, non solo per la durata dei lavori (dalle 8 alle 18), ma anche perché il dibattito si svolge in inglese e francese alla presenza di circa 500 partecipanti: prendere la parola, influenzare la discussione, rappresentare il proprio Paese o il proprio gruppo di lavoro sono attività che mobilitano energie e competenze linguistiche, relazionali, di autoimprenditorialità.
Il secondo aspetto importante è la dimensione multiculturale: in particolare, durante la giornata del 26 marzo, alla quale ho partecipato insieme a 24 studenti del triennio tecnico e professionale dell’IIS Montale di Genova, erano presenti delegazioni di 22 Paesi membri. Le differenze sono apparse evidenti fin dal mattino, quando i gruppi scendevano dai rispettivi pullman, chi in gonna corta e chi infagottato in giacconi imbottiti; si sono evidenziate durante la presentazione che ciascuna delegazione aveva preparato a scuola e ancor di più durante il dibattito. I ragazzi di Cipro hanno ballato in costume, al suono di uno strumento tradizionale, e hanno chiesto con decisione e insistenza una soluzione per la divisione che ancora funesta la loro isola; i ragazzi irlandesi ci hanno salutato in gaelico, i ragazzi dei paesi baltici hanno dispiegato la loro bandiera… chi era preoccupato più dell’Ucraina che della Libia, chi più dei barconi che dalla Libia partono; qualcuno voleva legalizzare la prostituzione per meglio proteggere le donne, chi si opponeva. I giovani erano attenti, determinati, capaci di dibattere, di impaperarsi e di riprendersi.
Gli effetti della giornata si sono visti a caldo, nella delusione dei nostri ragazzi per non essere stati in grado di incidere sul dibattito con le idee – pur pregevoli – elaborate a scuola nelle settimane precedenti la partenza. Si sono giudicati inferiori ai coetanei per capacità di sostenere una conversazione in lingua, per resistenza alla fatica del dibattito e per passione per i problemi del mondo e del proprio Paese. Tutti hanno comunque giudicato interessante l’esperienza che li ha messi a contatto per la prima volta con così tanti popoli stranieri di cui hanno percepito e analizzato la varietà; hanno approvato l’idea che il nostro istituto si candidi di nuovo all’Euroscola, proponendosi come consiglieri per i nuovi partecipanti. Anche per noi insegnanti, che assistevamo dall’ultima fila dell’aula senza diritto d’intervento o di voto, la giornata è stata positiva. Il programma ci è sembrato vario e ben congegnato, attento ai contenuti, ma anche alla naturale curiosità dei ragazzi verso i bottoni del voto o alla loro voglia di divertirsi (nel pomeriggio si è svolto un gioco a squadre con premi finali). Anche a noi è sorta spontanea la domanda su come preparare i nostri ragazzi a svolgere un ruolo più propositivo, e a caldo. Esattamente come i nostri studenti, abbiamo sfornato qualche idea: organizzazione di dibattiti, collaborazione con enti locali, corsi di conversazione in lingua. Niente di originale insomma, ma certo Euroscola ci ha dato un motivo in più per riflettere e ammodernare il nostro lavoro.
Per approfondire: la pagina di Euroscola
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Immagine in testata di Euroscola blogs
Chiara Saracco