Home » Racconti ed esperienze » Un’esperienza di intercultura

Un’esperienza di intercultura

Pubblicato il: 31/07/2013 12:13:54 -


“Il mio interesse guida è da tempo la ricerca di percorsi i cui contenuti siano realmente adeguati agli alunni. Ho sempre ritenuto che la presenza in classe del “diverso” sia un apporto importante per la classe e ho tentato, nella mia quinta, con un percorso sul Tg italiano e straniero, di condividere questa mia convinzione con i miei alunni.” L’esperienza è stata presentata al III Convegno di Education 2.0.
Print Friendly, PDF & Email
image_pdfimage_print

Nell’Istituto Comprensivo nel quale insegno, ho assistito alla crescita del fenomeno dell’immigrazione. Insegno, infatti, a Greve in Chianti, dove, parallelamente all’immigrazione di stranieri di “elite”, quindici anni fa si è verificato l’arrivo di molti stranieri provenienti dal Kosovo e dall’Albania.

Nella mia classe quinta, nell’anno scolastico 2011-2012, ho avuto la presenza di tre bambini albanesi e, arrivata all’ultimo anno, quella di una bambina russa.

Ho da sempre assistito al fatto che i bambini stranieri possano diventare una risorsa allorquando venga sfruttata la loro sensibilità per la nostra lingua; sensibilità, curiosità, attenzione che i nostri bambini stanno perdendo.

Seguo da quindici anni percorsi di sperimentazione, e da dieci ho potuto condividerli con le colleghe in un laboratorio di ricerca-azione presso la mia scuola.

In questi percorsi è forte la presenza dell’esplorazione del mondo linguistico; molto si lavora con la lingua d’uso, i dialoghi, le interviste e il linguaggio dei mass-media(*).

Per tutto ciò ho scelto di lavorare, in quinta, sul linguaggio della televisione e, in particolare, sui Tg, ma soprattutto sul confronto dei Tg italiano, albanese e russo.

Siamo partiti dall’ascolto e dalla visione dei tre Tg e, tramite discussioni collettive e lavori a coppie, i bambini ne hanno scoperto la struttura e la somiglianza a quella dei libri, con inizio, sommario o elenco dei titoli, approfondimenti e finale e, nello stesso tempo, le variazioni nell’uso di queste parti nei vari Tg.

Si è passati, poi, ad analizzare i video dei “lanci dei titoli” dei tre Tg senza audio per scoprire la relazione delle immagini con le parole e, viceversa, gli audio senza video. Il lavoro linguistico, a questo punto, è diventato anche musicale e le tre sigle iniziali sono diventate musiche a cui dare un titolo, su cui disegnare, muoversi e “ballare” con “ostinati gestuali”.

La scoperta che le notizie da noi viste erano sui quotidiani “del giorno dopo” e del perché, ha permesso un passaggio più motivato alla scoperta dei quotidiani cartacei e online, ma soprattutto, per confronto, alla scoperta dell’aspetto multimediale del Tg, fatto di suoni e musica, di immagini e filmati, di parole e voci. Divertente, a questo punto, il gioco “alla rovescia” di far passare il quotidiano dall’esser muto a esser sonoro e l’utilizzo di un titolo per farne una partitura “informale” ed eseguirla in coro.

Ha incuriosito l’analisi della voce e della mimica dei tre giornalisti, italiano, albanese e russo e la scoperta di stili completamente diversi di comunicare e di usare il corpo e la mimica.

Alla fine dell’anno i bambini hanno costruito un file in power point dell’esperienza da raccontare ai genitori in una apposita giornata, e loro stessi hanno sottolineato quanto è stato stimolante avere in classe compagni di diversa provenienza.

Soprattutto, poi, è stato fortemente motivante, per noi adulti (la sottoscritta, la mediatrice culturale e l’operatore che si occupa di bambini stranieri) collaborare tra di noi programmando insieme su un lavoro concreto e inserito nelle programmazioni di musica e di lingua di tutto un anno.
Il mio Istituto Comprensivo, infatti, partecipa al progetto “Oltre le parole” che vede coinvolti i Comuni del Valdarno, della Val di Sieve, della Val di Pesa e, appunto, del Chianti.

Questo protocollo di intesa si occupa dell’accoglienza e dell’inserimento scolastico dei bambini stranieri. Il Centro Interculturale di Pontassieve, che gestisce il protocollo d’intesa e che coordina gli interventi dei mediatori, è il punto di riferimento della nostra figura strumentale.

La mia esperienza è stata condivisa e apprezzata proprio perché inserita nel curriculum.

**
Nota
(*) Proposte per il curricolo verticale. M. Piscitelli, I. Casaglia, B. Piochi, Tecnodid editrice, 2007.

***
Immagine in testata di Vincenzo Visciano / Flickr (licenza free to share)

Attilia Greppi

6 recommended

Rispondi

0 notes
332 views
bookmark icon

Rispondi