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Documentando I CARE nel Veneto

Pubblicato il: 07/04/2011 17:11:48 -


Video e narrazione delle esperienze del Progetto del MIUR: gli user generated content e i prodotti d’autore per la metacognizione, il riesame professionale e i rapporti nella comunità scolastica e con il territorio.
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Il Progetto I CARE (Imparare Comunicare Agire in una Rete Educativa) del MIUR è un progetto specificatamente rivolto ai problemi dell’integrazione scolastica e sociale dei bambini e dei ragazzi con disabilità, ma, più in generale, finalizzato a promuovere una effettiva dimensione inclusiva della scuola italiana.

Il Nucleo Territoriale Veneto dell’ANSAS, attraverso il Progetto GOLD, ha fornito assistenza a tutte le reti di scuole della Regione per la documentazione delle attività. In particolare, 6 reti, rappresentative delle traiettorie di sviluppo dei progetti I CARE (che vanno dall’attenzione all’inclusione all’interno delle classi, alla scuola come complessiva realtà includente, alla piena inclusione sociale nella realtà territoriale e in primis nel mondo del lavoro) sono state supportate nella realizzazione di documentazioni multimediali.

Sono stati così prodotti, con gli strumenti semplici e gratuiti del Web 2.0 (quali Jimdo, web application e social media), siti internet ricchi di oggetti multimediali e di strumenti didattici e per l’organizzazione. Oltre alla sistematizzazione della presentazione delle procedure elaborate (spesso redatte in forma di protocollo operativo), si è potuto anche raccontare le storie delle esperienze, dando voce ai protagonisti (docenti, studenti, genitori, esperti e centri di supporto, imprenditori…).

L’occasione è stata propizia per affrontare una sperimentazione e una riflessione sulla produzione di video documentali. Oltre ai video amatoriali (user generated content) prodotti dagli insegnanti, sono stati realizzati anche video professionali grazie al coinvolgimento di un’insegnante esperta videomaker: Raffaella Traniello.

Il registro narrativo ha consentito di attivare la sfera emotiva, di produrre una documentazione “calda”, che mette in luce non solo le procedure, ma anche i risultati e, ancor più, il clima generato, il significato profondo delle esperienze e i valori condivisi che stanno alla base delle motivazioni e che fondano l’identità della comunità educante, connotando la sua offerta formativa. La didattica, l’organizzazione scolastica, la corresponsabile azione delle famiglie e le tecniche per elaborare un progetto di vita sono divenute dunque storie coinvolgenti, a volte raccontate esplicitamente con le parole, a volte proposte attraverso le situazioni e i volti dei soggetti coinvolti.

Vari sono stati i “generi” sperimentati: il documentario, l’intervista, la fiction, il messaggio promozionale ecc. Se per gli insegnanti produrre clip è stata una cosa intuitiva e appagante nella scoperta della facilità d’uso dei social media quali YouTube, per la professionista la produzione di video è stata invece un’operazione complessa. Non si è puntato infatti su prodotti stereotipati, ma sullo stabilire una forte relazione tra autore e comunità scolastica: un video di documentazione non è solo un prodotto, è anche e soprattutto un processo, un riesame dell’esperienza vissuta alla ricerca di una rappresentazione condivisa e funzionale a uno specifico scopo. Per gli studenti è metacognizione (coscienza dei propri apprendimenti e di come si apprende), per i docenti riflessione professionale. Fondamentale è stato il racconto fatto dai protagonisti delle esperienze alla videomaker, cioè il rispecchiamento in una interpretazione esterna, ma anche il rendere l’autore coinvolto emotivamente nella storia e partecipe nello scopo della rappresentazione.

Costruire una sceneggiatura condivisa è risultato il punto centrale dell’operazione: ha richiesto tempo, conoscenza del contesto, della sua storia e delle aspirazioni della comunità scolastica. Ha richiesto un forte dialogo, un confronto intenso, disponibilità e sensibilità, è costato fatica e non sempre la visione dell’autore è coinciso con quella dei protagonisti dell’esperienza: nondimeno, le divergenze di interpretazione sono state di forte stimolo al dibattito e a cercare nel profondo la propria identità di educatori nel contesto in cui si opera.

Per approfondire:
• La documentazione di I CARE Veneto

Franco Torcellan

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