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Le competenze di cittadinanza in un percorso trasversale: il Progetto “Falesia”

Pubblicato il: 17/07/2013 11:20:30 -


Un progetto di studio e conoscenza della costa toscana e di alcune sue particolarità in un percorso tra il fare e l’imparare, tra pratica e riflessione. L’esperienza è stata presentata al III Convegno di Education 2.0.
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Il percorso che mi accingo a descrivere si riferisce a un progetto proposto dal C.R.E.D. del Comune di Livorno in riferimento alla valorizzazione delle bellezze della città; in questo caso viene affrontata come conoscenza la costa con la sua caratteristica geologica e paesaggistica.

Il percorso si articola con attività in classe e uscite “sul campo”.
L’esperto, nella prima lezione in classe, ha introdotto il termine “falesia” presentando la caratteristica della costa, alta e frastagliata con vegetazione spontanea. Dopo la lezione in classe è stata effettuata l’uscita per osservare la costa, acquisire e arricchire le conoscenze in situazioni contingenti.

L’uscita ha concretizzato la teoria presentata in classe dall’operatore. Gli alunni, con fogli, penna, macchina fotografica e sacchetti per raccogliere materiali significativi, hanno approfondito e arricchito i saperi per attuare comportamenti concreti e consapevoli. Infatti, solo un cittadino “competente” può esercitare effettivamente i propri diritti di cittadinanza.

Articolazione del percorso didattico-educativo

Il progetto prevedeva due lezioni con l’esperto; i docenti che hanno aderito coordinandosi hanno arricchito e approfondito vari aspetti: la caratteristica geologica del territorio, il paesaggio, la flora e la fauna marina, con un lessico appropriato.

Nelle classi terze A/C ho proposto la conoscenza della roccia in generale con uscita al museo di storia naturale di Livorno per comprenderne le caratteristiche con un percorso “ciclico” come da immagine.

Dopo la visita al museo gli alunni sulla spiaggia hanno osservato la fragilità della roccia dovuta agli agenti atmosferici, all’erosione delle acque e l’adattamento della vegetazione in una zona salmastrosa come la costa.

Il percorso si è arricchito di raccolte di materiali sulla spiaggia, di una osservazione attenta della scogliera, del paesaggio e della vegetazione. Il territorio si è trasformato in un laboratorio, dove l’esperto e le insegnanti hanno svolto la funzione di guida, sollecitando alla curiosità, al confronto e all’informazione.

A tale proposito abbiamo cercato di dare una risposta al perché si chiamano “piante spontanee“: perché la Tamerice, più esposta alle mareggiate, ha il tronco contorto e le radici nodose escono dal terreno.

Tutti hanno partecipato in modo attivo facendo considerazioni e trasferendo le conoscenze. Significativa è stata la discussione emersa, perché sono stati toccati vari argomenti come il vento, la salinità e il movimento continuo del mare.

Alla luce di queste affermazioni vediamo che il contenuto del percorso didattico è stato affrontato da vari punti di vista secondo l’idea della riflessione per raggiungere l’apprendimento. La riflessione, in questo caso, è lo strumento per leggere e rileggere “il territorio”, la sua caratteristica e bellezza da rispettare e valorizzare. Tutto questo esige conoscenza e sistematicità finalizzate al raggiungimento degli obiettivi del progetto, cioè conoscenza e valorizzazione per un cittadino consapevole e responsabile.

L’attività all’aperto ha permesso l’apprendimento attivo, l’imparare facendo, basato sull’apprendimento investigativo-riflessivo, sulla propensione a porsi problemi e ad affrontarli attivamente.

Gli alunni hanno raccolto vario materiale sulla spiaggia e lungo il percorso, hanno osservato il paesaggio, ascoltato il rumore delle onde del mare e fissato con il disegno l’aspetto paesaggistico.

Ritornando a scuola sono stati letti i vari appunti con discussione e arricchimento; è stato fatto un erbario per raccogliere i fiori spontanei presi durante l’uscita.

La metodologia è stata quella della ricerca-azione, che ha condotto a una riflessione attiva e vivace sull’azione didattica e sui processi di apprendimento.

Sono stati fatti dei cartelloni sul rispetto dell’ambiente e del territorio.

Sono state scritte poesie sul mare e modi di dire relativi al mare.

Infine, come previsto dal progetto, è stato girato uno spot pubblicitario che è andato in onda sulla tv locale.

I cartelloni, l’erbario, la raccolta di osservazioni, i disegni hanno favorito il raggiungimento di conoscenze e consapevolezza, con effetti formativi a lungo termine sia per i contenuti che per l’atteggiamento, dove le competenze di cittadinanza hanno avuto un ruolo particolare.


Osservazioni

Il progetto, svolto secondo una metodologia didattica interdisciplinare, ha avuto il contributo di diverse discipline.
Con particolare riferimento al rapporto uomo/ambiente le competenze di cittadinanza hanno avuto un ruolo preciso:
– nell’individuare la complessità dei problemi;
– nella varietà delle relazioni nell’attivare percorsi trasversali;
– nel promuovere il protagonismo dei ragazzi;
– nell’agire sul territorio avvalendosi del contributo delle discipline attivando percorsi interdisciplinari;
– nel promuovere cambiamenti comportamentali negli studenti in coerenza con la sostenibilità ambientali.

Secondo tale metodologia, gli alunni hanno partecipato apportando le loro conoscenza e affrontando problemi e situazioni sorti nel contesto delle attività, chiedendo e facendo riferimento a strumenti e materiali che avevano a disposizione o che avevano visto e raccolto.
Si è così creato un equilibrio tra il sistema pratico-operativo (il fare per apprendere) e quello intellettuale, tra l’esperienza e la riflessione.

Ernestina Pellegrini

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