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Come cambiare e cosa cambiare per stimolare l’apprendimento

Pubblicato il: 13/03/2014 15:51:49 -


Un’importante esperienza per capire come le nuove tecnologie possono aiutare a sviluppare una didattica di tipo costruttivista che consenta ai bambini di imparare a imparare. Questo è il senso del progetto, dai risultati davvero incoraggianti, svolto in due classi seconde della Scuola primaria.
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Nuove tecnologie e scuola sono al centro del dibattito ormai da qualche anno. La domanda oggi non può più essere “se” sia giusto o meno introdurle, ma “come” sfruttarle per rispondere a modelli di apprendimento ormai differenti.
I nuovi mezzi di comunicazione influenzano lo stile di apprendimento, la cultura e il modo di rapportarsi con il mondo, mentre la scuola di oggi continua a proporre una didattica per lo più legata a una comunicazione unidirezionale.
Il successo scolastico è ancora legato alle abilità di base della scuola tradizionale, a scapito delle competenze trasversali, prima tra tutte “imparare a imparare”.

Dunque cambiare, sì, ma come?
La risposta è arrivata da “Lepida Scuola e dal suo modello di Project Based Learning” , che ho deciso di sperimentare nell’anno scolastico 2012-2013 in due classi seconde della Scuola primaria attraverso il progetto “Impariamo con gli animali”.

Tutto è cominciato con una giornata in fattoria, dove i bambini hanno potuto vedere da vicino animali comuni ma lontani dalla loro realtà quotidiana. Dall’interesse e dalla curiosità suscitati è nata l’idea di conoscerli meglio attraverso delle ricerche.
Abbiamo formato gruppi di 4-5 bambini (in base a interessi comuni) e, attraverso la discussione, abbiamo definito insieme una mappa concettuale per fissare le informazioni da cercare.

Che cosa avremmo fatto del materiale raccolto?
Avremmo potuto preparare dei cartelloni o realizzare delle presentazioni in power point, quest’ultima idea ha naturalmente suscitato un grande entusiasmo.

È cominciata così la fase operativa: dalle ricerche sui libri della biblioteca scolastica e su internet i bambini hanno raccolto una grande quantità di materiale, di testi e d’immagini. Da una raccolta indiscriminata e sovrabbondante li ho pian piano condotti alla scelta d’informazioni più congrue e rispondenti alle aree tematiche definite nella mappa concettuale.
Per ogni classe ho aperto un account su google drive, in cui ciascun gruppo poteva salvare il materiale nella propria cartella. Google drive ha anche permesso di lavorare alle proprie presentazioni in contemporanea seppure da postazioni diverse, consentendomi di seguire il lavoro in itinere e di visionare l’attività in corso anche da casa.

Al lavoro di ricerca abbiamo affiancato delle vere e proprie lezioni d’informatica: l’uso del computer e dei fogli di lavoro, cos’è Internet e come si usa un motore di ricerca, come effettuare il login nel proprio account, come salvare le informazioni e, infine, come funziona power point.

L’utilizzo di power point è stato per loro molto divertente.
Inizialmente ho lasciato che sperimentassero da soli le varie funzioni, successivamente ho mostrato come un eccesso di colori (spesso stridenti), d’immagini e di animazioni creasse confusione a scapito della chiarezza. Abbiamo così fissato le regole fondamentali per creare presentazioni chiare, comprensibili e ben visibili.

Siamo dunque arrivati alla fase finale, ogni gruppo poteva illustrare i risultati della propria ricerca agli altri con l’ausilio dei power point realizzati.
È stato per me un momento emozionante. Mentre un gruppo parlava gli altri seguivano con interesse e, al termine di ogni presentazione, ponevano spontaneamente delle domande.

Si è trattato di un’esperienza veramente costruttiva; nel giro di pochi mesi i bambini hanno acquisito una notevole autonomia, rivelando entusiasmo e grande voglia di portare avanti il proprio lavoro. Hanno imparato a suddividere i compiti tra i membri del gruppo, cercando sempre più di risolvere da soli eventuali discussioni, mentre il mio ruolo si è gradualmente trasformato in guida e supervisore, che consiglia e indirizza senza interferire.
Le presentazioni hanno rappresentato un momento di scambio e confronto molto importante (“mi è piaciuto ascoltare le presentazioni degli altri gruppi” ha commentato più di qualcuno in chiusura del lavoro), ma anche di critica e di autocritica, dove l’errore o la mancanza sono state analizzate e discusse non per condannare, ma per migliorarsi.

Alla fine non è stato il voto a fare la differenza, né il punteggio o la conoscenza dell’argomento in sé, ma il percorso. Attraverso la discussione finale di classe ne abbiamo fissato le tappe, rivivendo ansie, difficoltà e gioie.

“Maestra lo facciamo ancora?”
La voglia di imparare comincia da qui e il mio obiettivo più grande è stato raggiunto.

Per approfondire:
• La scheda completa del progetto
• Power Point realizzati dai bambini:
allegato 1

allegato 2

allegato 3

allegato 4

allegato 5

• La rubrica degli animali
• La mappa concettuale

Margherita Serra

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