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ClanDESTINI (quarantasettesima puntata)

Pubblicato il: 29/03/2013 12:30:18 - e


“È facile per voi europei e americani demonizzare l’Africa, è vero? Le armi! Come se non foste voi ad arricchirvi vendendocele!” “Non ti scaldare, tu sei bianco, no? E Buruli lo sa bene che per le sue ambizioni si mette anche contro gli USA. Coi suoi traffici.” “Sono bianco, ma sono africano al cento per cento…”
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Don Cascio Ferro era chiamato dai suoi anche il Ragioniere, per le sue competenze contabili e gestionali, ma non sembrava solo un ragioniere mentre troneggiava accigliato sulla sua poltrona di pelle nera al centro della strategy room. Nel bunker attrezzato con le tecnologie più avanzate nel mondo delle telecomunicazioni. Una centrale di comando che era stata soprannominata “la cupola rovesciata”.

Un tecnico in camice bianco gli si avvicinò “È l’ora del collegamento con il Ruanda.”

“Sei sicuro che non possa essere intercettato in nessun modo? Gli americani il Ruanda lo tengono d’occhio, è la loro base amica nel centro dell’Africa.”

“Don Gerlando me lo chiedete sempre e io non so niente degli americani ma sempre vi dico che sono sicuro, che mi pagate per questo e che il satellite spia che vi siete comprato dai russi anche a questo serve.”

Il Ragioniere scosse la testa e fece una smorfia poco amichevole “E tu ridimmelo ogni volta che te lo chiedo, dato che sei pagato anche per questo. Piuttosto come ti spieghi che non siamo riusciti ancora a contattare Cola?”

“Non me lo spiego, ho provato sul satellitare che gli avevamo dato, ma non dà segno di vita.”

“O è morto o mi ha tradito, che è poi la stessa cosa” concluse Cascio Ferro.

Su un grande monitor comparve il Compratore nero con l’interprete afrikaner accanto. Don Gerlando diede ordine al tecnico di trasmettere le immagini delle navi in navigazione nel Canale di Suez e di attivare la connessione audio con Kigali.

Il Compratore nero, chiamato, dalle sue parti, il Fratello maggiore della morte, scrutava le immagini delle tre navi con attenzione, poi si rivolse al suo interprete.

“Buruli dice che vede soltanto tre navi nel Canale di Suez, che fine hanno fatto le altre tre?”

“Sono dovute tornare in porto per tutta l’ammuina che c’è stata… ma non vi preoccupate ripartiranno presto con il carico stabilito, per ora onoriamo il nostro contratto con metà del carico.”

L’afrikaner chiese il significato di ammuina e poi tradusse.

Il Fratello maggiore della morte fece un chiaro segno di insofferenza con la mano.

“Invece il Fratello maggiore della morte dice che non state onorando, come dite voi, una minchia, è una parola vostra che ha imparato” tradusse l’interprete, poi proseguì “il carico d’armi è insufficiente e non avete ancora provveduto a uccidere Didier…”

“Senti a mia” lo interruppe bruscamente don Gerlando Cascio Ferro “lui metà carico subito lo prende perché gli serve, ci fa la sua politica e i suoi affari, potendo contare pure che presto gli arriverà l’altra metà. Traduci.”

Il compratore nero ascoltò la traduzione in silenzio.

“Quanto poi al negretto” aggiunse il Ragioniere “eccolo laggiù, lo stiamo guardando proprio in questo momento.”

Le parole di don Gerlando ebbero su Buruli l’effetto di un pugno in faccia; tutti scrutarono i monitor, compreso il tecnico della strategy room che non riuscì a trattenere un “Dov’è?”

Don Gerlando tardò a rispondere: “Nella stiva di una di quelle tre navi, si trova, nascosto tra i bidoni dei rifiuti tossici e radioattivi” fece ancora una pausa studiata “oggi mi hanno informato che il negretto dopo essere rimasto a lungo sul molo del porto di Montelusa, dove anche i miei lo avevano individuato, è scomparso sotto gli occhi dei suoi amici dell’Ospedale. E qualcuno lo ha visto che si è infilato, da clandestino, in una di quelle nostre navi che stanno facendo rotta per la Somalia, tanto per scassarci la minchia, come diciamo noi e ora si dirà anche in Africa. Cioè per ostacolarci.”

L’interprete afrikaner tradusse la frase poi terminò con un commento in italiano. “Da clandestino è uscito dall’Africa e da clandestino ci ritorna.”

“Proprio così. Il suo destino segnato era!”

L’unico che finora era rimasto in un pensoso silenzio era il Fratello maggiore della morte.

Poi, finalmente, parlò.
“Se le cose stanno come dite” tradusse l’afrikaner “Buruli lo rivuole vivo Didier, che lo ammazza lui, come si deve, ha chiarito, ma ti avverte niente Didier niente pagamento delle armi. Metà pagamento dato che il carico per ora è dimezzato, e i rifiuti interessa a voi farli sparire.”

“A mia sta bene” rispose Cascio Ferro. “Domani le navi saranno nelle acque territoriali della Somalia, è arrivato il momento che il fratelluzzo della morte mi dica il porto di sbarco, sperando che un porto sicuro per il nostro traffico sia.”

Buruli sorrise cupo, prese un pennarello e su un foglio scrisse “0201N04520E” dando alcune indicazioni all’interprete.

“Dice il Fratello maggiore della morte di comunicare alle navi queste coordinate.”

Più a sud di Mogadiscio le navi troveranno il piccolo porto di Chisimaio dove potranno attraccare. Per domani riusciremo a tenere il controllo totale dell’area portuale. Così potranno essere scaricate tutte le casse con le armi e ci potrete consegnare il comandante Didier. Amen.”

Buruli aggiunse un’ultima frase.
“Dice che l’orribile fine di Didier sarà di esempio per le sue truppe.”

“Truppe di bambini soldato. Carusi!” disse a bassa voce Don Gerlando, che continuò poi con tono normale “Le nostre navi dovranno ripartire prima possibile per essere poi affondate con il carico che hanno nelle stive a largo di Chisimaio.”

“Chiede ‘A chi dovremo consegnare i soldi’” disse l’interprete.

Cascio Ferro sorrise “Al Venditore bianco, naturalmente, ha voluto condurre personalmente l’operazione… e sarà lui a consegnarvi Didier.”

“C’è stato un moto di sorpresa” disse l’interprete “Buruli non pensava che il Venditore bianco si sarebbe esposto fino a questo punto.”

“Neanche io… evidentemente non ne ha potuto fare a meno, come voi non potete fare a meno di prendere mezzo carico di armi per riattizzare la guerra in Africa.“

L’interprete afrikaner fece un gesto spazientito.
“È facile per voi europei e americani demonizzare l’Africa, è vero? Le armi! Come se non foste voi ad arricchirvi vendendocele!”

“Non ti scaldare, tu sei bianco, no? E Buruli lo sa bene che per le sue ambizioni si mette anche contro gli USA. Coi suoi traffici.”

“Sono bianco, ma sono africano al cento per cento…”

Buruli lo interruppe bruscamente, voleva sapere di cosa stavano parlando il suo interprete e il Ragioniere. Poi, dopo aver ascoltato, guardò negli occhi Cascio Ferro e scoppiò in una tetra risata.

Ma che ne potevano sapere i bianchi, che ne poteva sapere anche un boss del crimine organizzato di quelle che erano le sue spropositate ambizioni. Con la sua politica militare a basso costo poteva impossessarsi di un intero Stato, e poi anche di due o tre. Avrebbe intercettato gli interessi cinesi di acquisto di vasti territori africani, avrebbe potuto costituire Fondi Sovrani e così essere presente sul mercato finanziario internazionale. In Africa c’era tutto quello che serviva per un leader senza scrupoli: mano d’opera, vastità di territori, sottosuolo e soprattutto povertà. Tanta povertà … che lui sapeva come mettere a frutto! Mentre l’interlocutore bianco avrebbe continuato a giocare con droga, armi e spazzatura, lui, nel giro di dieci anni, si sarebbe potuto misurare e accordare con le grandi potenze.

Per ora avrebbe venduto quelle armi per riprendere le ostilità. Gli americani, ai tempi dell’Irangate, non avevano forse venduto armi sia a Saddam Hussein che a Khomeini? Simultaneamente a entrambi i paesi belligeranti, in una guerra che aveva fatto più di un milione di morti.
La morte è una ricchezza.
Poi si rivolse al suo interprete.

“Dice Buruli che conta sul vostro intervento per una buona conclusione di tutta l’operazione.”
“Certo, è mio interesse che tutto vada in porto… Operazione Chisimaio possiamo chiamarla.”

(continua)

(La storia di ClanDESTINI è frutto della fantasia degli autori: qualsiasi riferimento con la realtà, fatti, luoghi e persone vive o scomparse, è puramente casuale).

TUTTE LE PUNTATE PRECEDENTI


L’intervista agli autori, Il giallo d’appendice


La video presentazione di Luigi Calcerano e Giuseppe Fiori, Un giallo prezioso: ClanDESTINI


Calcerano e Fiori: il viaggio di Didier, un video riassunto che svela scenari inediti sulla storia di Clandestini

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Luigi Calcerano e Giuseppe Fiori, narratori e saggisti, vivono e lavorano a Roma. Hanno scritto insieme numerosi romanzi polizieschi. Per ulteriori informazioni si possono consultare:
http://it.wikipedia.org/wiki/Luigi_Calcerano

http://it.wikipedia.org/wiki/Giuseppe_Fiori_(narratore)

http://www.luigicalcerano.com

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Immagine in testata di commons.wikimedia (licenza free to share)

Calcerano e Fiori

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