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ClanDESTINI (cinquantacinquesima puntata)

Pubblicato il: 29/11/2013 12:36:34 - e


“Abbiamo sentito che si tratta di Quentin Tarantino” disse Bepo rivolto a Linda “Ma già sono cominciati i primi guai: pare siano scomparsi alcuni costumi di scena. Nel porto in questi giorni c'era un gran via vai degli addetti allo scalo, gli estranei erano pochi... tipo la suora con quel ragazzetto marocchino e qualche attore”.
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Nel porto di Montelusa la grande nave americana era ormai ormeggiata da un paio di giorni e i cinque container erano stati tutti sbarcati sul molo.

Accanto a loro c’erano i camion per trasportare i macchinari, le attrezzature e i bauli con i costumi del film direttamente nei luoghi dove sarebbero state girate le scene.

Linda passò accanto ai due graduati della Capitaneria di Porto che controllavano, preoccupati, le operazioni di carico.

“Gireranno un altro film del commissario Montalbano?”

Gigetto scosse la testa.

“No. Ci sono alcuni attori della nostra televisione… ma è roba americana, un sacco di soldi. Tutte le location sono intorno a Vigata perché il regista, italo-americano, è patito per i film italiani e addirittura per le fiction televisive..”.

“Abbiamo sentito che si tratta di Quentin Tarantino” disse Bepo rivolto a Linda “Ma già sono cominciati i primi guai: pare siano scomparsi alcuni costumi di scena. Nel porto in questi giorni c’era un gran via vai degli addetti allo scalo, gli estranei erano pochi… tipo la suora con quel ragazzetto marocchino e qualche attore”.

“Il professor Carlo Natis di Urgently” precisò Gigetto “afferma che Kamal ha il vizio di rubare. Che lui lo sa per fatto personale”.

Linda alzò impercettibilmente la voce e scandì le parole “Kamal non può esser stato, è bravo, ha iniziato a lavorare con le app e da Urgently non è mai mancato nulla. Piuttosto, si sa che film gira Tarantino?”

“Pare che si tratti di un remake di un film italiano, sulla mafia” rispose Gigetto. “Anche stavolta un film minore di Enzo G. Castellari”.

“Guardate laggiù” indicò Bepo “c’è pure quell’attore che faceva il nazista in ‘Bastardi senza gloria’, come si chiama?”

“Christoph Waltz, ha fatto pure l’altro film di Tarantino, il western” annuì Linda fissando rapita l’uomo sul molo.

Poi Gigetto rincarò “Mi hanno anche detto che Di Caprio farà la parte dell’Uomo Mascherato… Pensandoci bene sarà però il caso di parlare con questo Kamal”.

“Ma come, un italo-americano? Gli Uomini Mascherati sono sempre stati wasp!” deviò il discorso Linda “Un acronimo che vuol dire di razza bianca, anglosassone e protestante. E nei fumetti d’epoca gli altri, gli africani, erano ancora visti come selvaggi, o pericolosi o ingenui, che possono partecipare a una qualche civiltà solo come fa Lothar con Mandrake, mettendosi al servizio dei supereroi o dei colonizzatori bianchi”.

“Bisogna esser laureati per parlare con lei! Ma ora torniamo a Kamal…”.

Una jeep rossa ruggine traversò il porto e imboccò il molo dove Christoph Waltz l’aspettava.

“È vero che era in giro per il porto, ma stava con suor Annunziata” disse tutta contenta Linda ”Che volete che ne sappia Carlo Natis del furto dei costumi”.

“Il prof è vostro collega?” volle sapere Bepo, tirando fuori dalla tasca un foglietto “Questi sono alcuni strani capi dei costumi rubati. Tra cui spicca ‘Un grande impermeabile di marca Burberry, occhiali da sole Lozza, un cappello Fedora marrone di marca Borsalino. Il feltro è classico ha una tesa di media larghezza, è soffice, con la cupola a tronco di cono, pizzicottata sul davanti da entrambe le parti’. Questi uomini di cinema sono precisi nei dettagli”.

“I nostri ragazzi non rubano, dovete smetterla con tutti questi pregiudizi. E poi” volle strafare Linda “che se ne farebbe un ragazzo del Sahara Wi coi costumi di scena dell’Uomo Mascherato?”

In quell’istante la sirena di una nave attirò l’attenzione di tutti.

“È Cola che lascia il porto, dopo il suo eroico comportamento in mare” raccontò Bepo “gli è stato affidato il comando di una nave dall’UNHCR, per una missione umanitaria nel Corno d’Africa”.

“Guardatelo, è lì a prua, dritto sul cassero! Un vero capitano!” Gigetto con la mano indicava un punto lontano.

“Grazie a lui abbiamo anche recuperato i fusti dei rifiuti radioattivi che un’industria del Nord cercava di far affondare al largo delle coste somale. Ora dovranno vedersela con la Procura di Verona e col PM Saracini!”

Linda guardò nella direzione indicata, le sembrò d’intravedere, accanto all’uomo col berretto da capitano, una suora e un ragazzo.

Si mise la mano sulla bocca e nascose un sorriso, poi cercò di sviare l’attenzione “’Phantom contro la Mafia’. Non è questo il titolo provvisorio del film di Tarantino? Almeno così ho letto su un giornale, tempo fa”.

Gigetto assentì “L’idea che l’Uomo Mascherato possa combattere anche la mafia poteva venire solo a Tarantino, lo immaginate qui nel porto o all’Ospedale con il suo costume rosso?”

“A proposito” intervenne Bepo “abbiamo informato la polizia che anche le due grosse fondine nere con le Colt calibro 45 sono state rubate…”.

“Saranno pistole di scena”. Obiettò Linda.

“Con Quentin Tarantino non si sa mai! E neanche con l’Uomo Mascherato”. Assicurò sorridendo Gigetto.

“Anch’io conosco bene il fumetto, ne ha una raccolta Suor Annunciazione” disse Linda per prendere tempo mentre la nave di Cola lasciava il porto trainata da un rimorchiatore che procedeva con esasperante lentezza. “Phantom non ha superpoteri come quelli dei Marvel, è un uomo normale, anche se Lee Falk lo rappresenta con caratteristiche psicofisiche quasi sovrumane. È pieno di muscoli, veloce, forte, preciso nella mira ed è pure intelligente e intuitivo, oltre che coraggioso. Ama la giustizia, difende i deboli di ogni razza e paese, sopporta colpi, dolori, lesioni e ferite, che per un uomo veramente normale sarebbero mortali, senza battere ciglio”.

“Ma vive in Africa?”

“Non confondiamo fumetti e realtà. Nell’Africa Nera c’è tornato Didier, clandestino due volte, all’andata e al ritorno”. Linda fece una pausa pensando che ora la suora e Kamal stavano andando in suo aiuto. “Per noi l’Africa è una protagonista silenziosa. Anche Natis domani parte e ci va”, fece un’altra pausa e un altro pensiero le traversò la mente “Non è che son tanto precisi i fumettisti… Il personaggio all’inizio viveva nelle profondità delle foreste di “Bengalia” o “Bangolia”, una nazione più o meno asiatica ma di fantasia (gli americani non ci prendono molto con Storia e Geografia e tra un po’ succederà anche a noi!), che inizialmente doveva trovarsi dalle parti dell’India. In Africa ce l’hanno ambientato solo di recente. La “Jungle Patrol”, la pattuglia della Giungla sta vicino a “Bengasi”, che non dev’essere quella della Libia, o forse sì, perché qualche sua avventura si svolge anche nel Maghreb”.

“Perché dici che non si tratta della Bengasi della Libia?” volle sapere Bepo.

Linda ora stava più tranquilla: la nave di Cola era ormai fuori dal porto, ma perché erano partiti così in fretta?
Continuò a sfoggiare alcune informazioni tratte dai fumetti di suor Annunciazione. “La Caverna del Teschio, sua residenza, è in una grande grotta che si trova nel cuore della giungla impenetrabile e a Bengasi è fuori posto, pensate solo alla cascata d’acqua che ne nasconde l’entrata!”

“Africa Nera, insomma“ s’intromise Gigetto.

“È plausibile, in Libia non ci sono tribù di pigmei che usano frecce avvelenate. Come i Bandar guidati dal fedele Guran”.

“Ma che c’entra tutto questo con la Sicilia? Anche se, visto il cognome, Tarantino sarà anche lui italo-americano… Per non parlare poi di questo strano personaggio trasportato ai giorni nostri” si chiese Gigetto “Ora, dico io, oggi Phantom sarebbe morto da un pezzo se fosse un uomo normale, non dotato di superpoteri, come hai detto tu”.

“A me Tarantino piace” affermò Linda “Gli perdono quasi tutto, Django nero e, soprattutto, come ha ammazzato Hitler. Un Phantom italo-americano che lotta la Mafia ci sta bene! Mi sta bene! Di Caprio poi può fare tutto quello che vuole. E poi, in questo caso, la sopravvivenza sarebbe coerente col personaggio: l’Uomo mascherato, lo chiamano anche l’Ombra che cammina, perché credono che non possa morire. È se stesso da generazioni, perché è… una dinastia. Quando un eroe muore subito subentra nel suo ruolo un nuovo Uomo mascherato, il figlio, e l’Ombra continua a camminare… anche fino ai giorni nostri, penso… Ora però debbo lasciarvi”.

Linda sorrise ai due ufficiali della Capitaneria di Porto e girò sui tacchi bassi, dirigendosi verso la sua auto. Aveva parecchie curiosità da soddisfare.

(continua)

(La storia di ClanDESTINI è frutto della fantasia degli autori: qualsiasi riferimento con la realtà, fatti, luoghi e persone vive o scomparse, è puramente casuale).

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L’intervista agli autori, Il giallo d’appendice


La video presentazione di Luigi Calcerano e Giuseppe Fiori, Un giallo prezioso: ClanDESTINI


Calcerano e Fiori: il viaggio di Didier, un video riassunto che svela scenari inediti sulla storia di Clandestini

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