Home » Professione docente » Le nuove figure docenti

Le nuove figure docenti

Pubblicato il: 24/05/2023 04:29:45 -


sommare funzioni e mansioni  è veramente utile a “questa” scuola? qualche osservazione
Print Friendly, PDF & Email
image_pdfimage_print

Il decreto  5-4-2023 conclude  l’iter delle disposizioni necessarie  all’ attuazione del PNRR [1]  e individua i criteri di ripartizione delle risorse finanziarie finalizzate alla “valorizzazione del personale scolastico, con particolare riferimento alle attività di orientamento, di inclusione e di contrasto della dispersione scolastica, ivi comprese quelle volte a definire percorsi personalizzati per gli studenti” . In questo ambito viene definita la “riorganizzazione delle modalità di gestione” dell’orientamento sulla base di decreti ed atti dovuti[2] e sono  recepite le  osservazioni  del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione .

Nelle 19 pagine del dossier relativo alla missione 4, componente 1, Riforma1.1 LINEE GUIDA PER L’ORIENTAMENTO SCOLASTICO,  si  articolano  quattro passaggi o aree di intervento :

1) revisione degli indirizzi scolastici del secondo ciclo ( rivalutazione degli Istituti tecnici professionalizzanti e rafforzamento dei Licei , valorizzazione dei percorsi sperimentali per adeguarli alle realtà professionali/ lavorative attuali)

2) garanzia dei livelli di istruzione e  delle competenze chiave per il LifeLongLearning  con azioni rivolte agli adulti,  attraverso il coinvolgimento dei CPIA  per l’ accoglienza, l’ orientamento e il  coordinamento  con i soggetti presenti nel territorio, istituzionali e non

3) didattica  orientativa   a partire dalle esperienze degli studenti,  superamento delle   modalità  tradizionali  di trasmissione delle conoscenze, sperimentazione di attività laboratoriali e flessibilità  dell’ offerta formativa. A partire dalla scuola dell’infanzia  e primaria, la previsione di  azioni educative volte a sostenere  fiducia, autostima, impegno,  motivazioni,  riconoscimento di talenti e attitudini, per superare  le difficoltà di apprendimento .

Costituiscono il  quadro di riferimento :

A) Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 giugno 2009 (2009/C 155/02) sull’istituzione di un sistema europeo di crediti per l’istruzione e la formazione professionale:

?  riduzione dell’abbandono scolastico al di sotto del 10%;

–  avvicinamento tra scuola e realtà socio-economiche e superamento  del  mismatch tra formazione e lavoro;

? interventi specificamente rivolti ai Neet

? rinforzo dell’apprendimento per tutta la vita

? valorizzazione di percorsi per l’accesso alla formazione terziaria.

B) Raccomandazione del Consiglio del 28 novembre 2022 sui percorsi per il successo scolastico che indica nuovi interventi e strategie integrate, volte al successo scolastico per tutti gli studenti, valorizzandone le caratteristiche individuali:

  • coordinamento con i servizi territoriali;
  • dialogo continuo con studenti, genitori e famiglie;
  • messa a sistema di un insieme  coordinato di misure di prevenzione, compensazione,  monitoraggio  degli interventi.

E’ condizione necessaria per l’implementazione dell’ “Intervento straordinario finalizzato alla riduzione dei divari territoriali nel I e II ciclo della scuola secondaria e alla lotta alla dispersione scolastica”, la messa a disposizione delle scuole di una piattaforma digitale  unica rivolta agli studenti, ai docenti e alle  famiglie utilizzabile anche per l’orientamento  perché presenterà elementi   strutturati  relativi alle migliori pratiche per la costruzione di un Portfolio orientativo personale delle competenze, nonché esperienze significative delle istituzioni scolastiche per lo svolgimento delle attività e sarà   dotata di  uno spazio per la consultazione da parte degli studenti della stratificazione annuale del proprio EPortfolio,  quindi delle competenze acquisite nei percorsi scolastici ed extrascolastici

Un ruolo centrale, dunque, quello della  piattaforma digitale( decreto 22-12-2022 ) come canale di interazione”semplice, diretta, personalizzata” fra mentor  e studente, attraverso  contenuti didattici e di orientamento che garantiscano  la comunicazione e il monitoraggio continuo del processo di apprendimento e di insegnamento, perché permette di  condividere agenda, tempi e obiettivi e offre risposte  motivazionali  allo studente lungo tutto il percorso. Si tratta, inoltre,  dello strumento/cerniera tra almeno tre nuove funzioni o figure di docenti (mentore, tutor, orientatore ), che   dovrebbero definire obiettivi , tenere sotto controllo i risultati, realizzare formazione e ricerca ( training e brevi survey  sui progressi) , collaborare alla presentazione del profilo dell’utente/studente nei percorsi  fino alla conclusione della secondaria di II grado).  Compiti complessi, di diversa qualità e portata, perché per un verso  prevedono l’attivazione di interventi di natura strutturale e organizzativa,  dall’altro impegni squisitamente pedagogico /formativi, in vista di una sorta di riprogettazione   socio-culturale dell’ attività didattica. In concreto tutto questo dovrebbe comportare l’allineamento del sistema formativo italiano al raggiungimento degli obiettivi fondamentali, in termini quantitativi e qualitativi[3], indicati  nelle prospettive di  Europa 2020 e confermati  per il 2025.

Appare utile allora  richiamare  il posizionamento dell’Italia rispetto a questi  obiettivi “target”, mettendolo a confronto con tre Paesi che rappresentano le tre modalità “tipo” dei sistemi di istruzione europei [4]

 

obiettivi obiettivi Europa  2020 Italia 2018 Finlandia 2018 modello 1 Francia 2018 modello 2 Germania 2018 modello 3
Abbandono senza titolo isced 3

–18-24enni

meno 10% 14,2% 8,3% 8,9% 10,3%
istruzione terziaria almeno 40% 27,8% 44,2% 46,2% 34,9%
educazione prima infanzia (ECEC) 95% 95,1% 87,8% 100% 96,4%
scarse competenze di base ( lettura, matematica scienze) meno del 15% tra il 21% eil23% tra11%e13% tra21%e 23% tra16% e 17%
Occupazione neo diplomati 82% 56,5% 81,7% 77,7% 92,1%
partecipazione lifelong learning 15% 8,1% 28,5% 18,6% 8,2%

 

Se l’Italia  dovrà ( vorrà, potrà )   lavorare in direzione di un impiego strategico, quindi non effimero, delle risorse del PNRR  ci sarà necessariamente  da riflettere sui  sistemi scolastici  europei che , pur condividendo una analoga e consolidata cultura formativa, danno luogo a risultati tanto diversi,  soprattutto in relazione  al fenomeno dei NEET/ELET, al completamento della istruzione secondaria  e  terziaria, agli esiti occupazionali dei neodiplomati e alla  partecipazione al LifeLong Learning .In termini generali infatti, se  l’Italia si colloca entro il modello 2 dei tre sistemi europei ed ha una durata dell’obbligo di 10 anni  come la Finlandia ( mentre  in Francia  e Germania l’obbligo è di 11 anni ),  si distingue da questi Paesi  per almeno quattro aspetti:

– il profilo della scuola obbligatoria che è  a tempo pieno in via ordinamentale, non come da noi opzionale  e per di più connotata da fortissimi divari territoriali e , all’interno del primo ciclo  tra primaria e media,   e l’inserimento come prassi diffusa in strutture “accoglienti “ 0-3 anni

-una istruzione terziaria  che in questi Paesi si articola in percorsi accademici e percorsi  tecnico-professionalizzanti non accademici  che non solo offrono una molteplicità di scelte adeguate alle articolazioni del lavoro qualificato e specializzato,  ma  ha anche effetti positivi sui percorsi di scuola secondaria superiore, perché  esercitano di fatto forme efficaci di  orientamento verso il lavoro  ed anche verso la prosecuzione in studi superiori a indirizzo tecnico/scientifico

– l’accesso e la frequenza  della secondaria  superiore che, mentre per gli studenti italiani  è legata alla scelta che si opera sulla base del risultato dell’esame conclusivo di isced 2,  negli altri Paesi avviene in un percorso che , in tutta la secondaria ,  è costruito interamente  in senso orientativo. In quanto  basato, sebbene in forme diversificate,  sulla flessibilità del curricolo, e indirizzato non tanto a mettere alla prova ,ma piuttosto a  stimolare  interessi e a sviluppare attitudini e talenti con funzione promozionale più che compensativa  ( in Finlandia e Francia sono ordinamentali i cicli orientanti entro primi due anni, cosi come accade in Germania con l’orientierung stufe)

–  l’accesso per gli adulti a percorsi di ri- qualificazione entro il sistema scolastico, quale che sia il livello di scuola concluso,  è possibile  per tutti i livelli della  istruzione sulla base delle esigenze  e delle competenze possedute dagli aspiranti, piuttosto che per i titoli posseduti;  la flessibilità e l’articolazione delle offerte di tutta la secondaria  permettono  questo tipo di scelte.

L’ampiezza del gap tra Italia ed altri Paesi sia rispetto ai risultati che ai profili ordinamentali e alle modalità stesse di attuazione dell’orientamento  devono far riflettere. Siamo   sicuri che sarà sufficiente   la dilatazione dell’impegno  di insegnamento per alcuni docenti, si spera qualificati ( come? su quali argomenti?),  in una scuola che, salvo la diffusione di nuovi corsi di IFTS, resterebbe  come è oggi, senza nessun intervento sugli ordinamenti e sulla struttura dei curricoli? E’ indubbio che oggi una delle priorità  è la riqualificazione in senso economico e normativo della carriera dei docenti,  ma non si vede come questo possa risolvere da solo tutti i problemi del nostro sistema. La vicenda, mai monitorata e valutata, dell’organico aggiuntivo dovrebbe  aver insegnato qualcosa, giusto per fare un esempio. .

[1]  art. 1,comma 561, Legge 29 dicembre 2022, n. 197, – Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2023 e Bilancio pluriennale per il triennio 2023.

[2] Decreto 29 dicembre 2021 per la realizzazione della piattaforma digitale; emanazione del Decreto 24 giugno 2022, n. 170 per il riparto delle risorse per le azioni di prevenzione della dispersione scolastica

[3] Target UE nel settore istruzione e formazione  Headline target – obiettivi :
Comunicazione del maggio 2018, “Costruire un’Europa più forte: il ruolo delle politiche in materia di gioventù, istruzione e cultura”,
Comunicazione della Commissione dal titolo “Rafforzare l’identità europea grazie all’istruzione e alla cultura”,  obiettivi per il 2025

[4] I tre modelli organizzativi europei dell’istruzione ISCED1 e 2

  • struttura unica – curricolo comune
  • curricolo comune di base con passaggio tra primaria e secondaria
  • istruzione secondaria inferiore (isced2 ) differenziata

 

Vittoria Gallina

326 recommended

Rispondi

0 notes
2884 views
bookmark icon

Rispondi