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Lo Spazio europeo dell’istruzione superiore: che c’è di nuovo?

Pubblicato il: 11/05/2009 14:19:55 -


Nel recente incontro di Lovanio i Ministri dell’istruzione superiore dei 46 paesi europei aderenti al processo di Bologna hanno deciso di proseguire fino al 2020 il loro comune impegno per la costruzione dello Spazio europeo dell’istruzione superiore.
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L’incontro dei 46 Ministri europei dell’istruzione superiore tenuto a Lovanio il 28 e 29 aprile scorsi ha riaffermato con chiarezza il principio che l’istruzione superiore è una responsabilità pubblica e che saranno gli investimenti pubblici a garantire alle istituzioni la possibilità di svolgere le loro diverse missioni di ricerca e formazione anche a favore dello sviluppo economico e della coesione sociale. Si tratta di una tappa fondamentale del Processo di Bologna, assai più rilevante dei precedenti incontri biennali (Bologna, Praga, Berlino, Bergen, Londra). Con l’approssimarsi del traguardo del 2010, infatti, i Ministri si sono espressi in maniera inequivocabile sulla irreversibilità del processo di convergenza iniziato nel 1999, manifestando la loro comune determinazione a impegnarsi anche nel decennio a venire per completare la realizzazione dello Spazio europeo dell’istruzione superiore.

I Ministri hanno manifestato soddisfazione per i risultati ottenuti nella prima fase del Processo, pur nella consapevolezza che il pieno successo delle azioni intraprese richiede non solo riforme legislative ma sopratutto un ampio dibattito e un profondo cambiamento culturale nei sistemi di istruzione superiore dei vari paesi. L’impegno assunto è stato, quindi, quello di consolidare a livello nazionale e istituzionale l’attuazione della struttura a tre cicli, basata sui risultati di apprendimento e il carico di lavoro, l’utilizzazione delle Linee guida europee per l’assicurazione esterna e interna della qualità, nonché l’applicazione della Convenzione di Lisbona per il riconoscimento dei titoli e dei periodi di studio. Occorrerà anche completare l’elaborazione dei Quadri Nazionali dei titoli ed utilizzare correttamente strumenti europei come il sistema di crediti ECTS e il Diploma Supplement.

Quanto al prossimo decennio, i Ministri hanno definito le loro priorità politiche ponendo l’accento su alcuni temi fondamentali, quali l’ampliamento della base studentesca, la qualità della didattica e la mobilità. Il primo obiettivo concordato è garantire pari opportunità di accesso e successo nell’istruzione superiore agli studenti di tutti i gruppi sociali, anche definendo obiettivi nazionali per accrescere la partecipazione dei gruppi sottorappresentati. Altrettanto centrale è integrare nell’istruzione superiore ampie possibilità di apprendimento permanente, attraverso una maggiore flessibilità dei curricula e un’offerta didattica adeguata alle esigenze di un mondo del lavoro in continua trasformazione, senza trascurare il riconoscimento dell’apprendimento acquisito in contesti non formali. Viene inoltre riaffermato il principio della centralità dello studente nel processo formativo, dal quale dovrebbe scaturire una maggiore attenzione per i risultati di apprendimento da conseguire al termine dei corsi di studio e per la loro coerenza con le competenze richieste dal mondo del lavoro; da tale principio deriva anche l’esigenza di assicurare attività didattiche efficaci e tempi di apprendimento realistici. I Ministri confermano infine il ruolo centrale della mobilità, impegnandosi affinché nel 2020 almeno il 20% dei laureati nello Spazio europeo dell’istruzione superiore abbia avuto un’esperienza di studio o lavoro all’estero.

La riforma dei cicli è indubbiamente l’aspetto del processo di convergenza che ha avuto il maggiore impatto sulle nostre istituzioni, coinvolgendo sia docenti che studenti in un cambiamento radicale degli ordinamenti didattici. Vista la prospettiva europea per il prossimo decennio, sembra opportuno evitare sterili discussioni sull’opportunità o meno di tale cambiamento e impegnarsi invece in una riflessione costruttiva sulla progettazione ed organizzazione dei nuovi corsi di studio, con l’obiettivo di risolvere i problemi emersi nella prima fase di attuazione della riforma. Per quel che riguarda invece l’assicurazione della qualità, sarebbe utile che i Nuclei di Valutazione di Ateneo acquisissero piena consapevolezza delle Linee guida europee, mentre si spera in una rapida attivazione dell’ANVUR (Agenzia Nazionale per la Valutazione delle Università e della Ricerca). Sia i Nuclei che l’Agenzia sembrano, tuttavia, unicamente finalizzati alla valutazione, cui si tende a collegare l’attribuzione dei finanziamenti, mentre le Linee guida europee ci invitano ad attivare un più ampio processo di assicurazione interna ed esterna della qualità, utilizzando la valutazione per il miglioramento dei processi e dei risultati della formazione.

Per approfondire:
• il Comunicato dell’incontro di Lovanio

Maria Sticchi Damiani

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