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Se otto ore vi sembran poche…

Pubblicato il: 22/10/2012 18:39:48 -


Insegnanti pigri e privilegiati? Fra provocazioni e critiche, l'autore smonta questo stereotipo.
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“…provate voi a lavorar!”. Così cantavano le mondine nel secolo scorso! E aggiungevano: “E noi faremo come la Russia, noi squilleremo il campanel, falce e martel! E squilleremo il campanello, falce e martello trionferà”. Se diciotto ore vi sembran poche, provate voi a lavorar… per ventiquattro ore!!! Viene da chiederci: ma chi fa queste pensate? Conosce il lavoro scolastico oggi, soprattutto nell’istruzione secondaria? È mai stato in una scuola? In un’aula? Possibile che ancora resiste l’adagio che vuole gli insegnanti sfaticati e privilegiati, impiegati a mezzo servizio e con tre mesi di ferie??? A proposito: dove si andranno a recuperare i 15 giorni di ferie in più? Mah! E dove va a finire il contratto di lavoro? Stracciato per legge? In una scuola messa alle corde ormai da anni, senza soldi… edifici non a norma… accorpamenti cervellotici che impongono fatiche su fatiche a dirigenti costretti a correre da una sede all’altra, al personale di segreteria impegnato in operazioni contabili sempre più massacranti…

Lo so, ci sono pure le eccellenze… nonostante tutto! C’è anche la buona volontà e l’impegno di tanti insegnanti, che registreremo a Firenze il 26 ottobre al Terzo convegno promosso da Education 2.0… ma che cosa si vuole di più dalla scuola? E poi verrà pure la valutazione di sistema! Come in Europa! “Valutare necesse!!!” Prima ti stritolo, ti soffoco, e poi ti valuto pure!!! Siamo alla frutta…
In effetti ho sempre detto e scritto che le diciotto ore canoniche del lavoro di un insegnante devono essere rivedute e riscritte in funzione non tanto e non solo dell’orario di lavoro di un pubblico dipendente, quanto dell’offerta che un’istituzione scolastica intende dare (ovviamente in un regime in cui lo Stato ponga veramente l’Istruzione con la I maiuscola tra i primi posti dei suoi impegni politici, sociali e finanziari!). Mi sono sempre chiesto quanto sia corretto che l’insegnante debba impegnare tutto il suo tempo, ovvero le diciotto ore canoniche, nel faccia a faccia con gli alunni in aula! Con quello che accade giorno dopo giorno in questa società fluida nel campo della ricerca e delle applicazioni tecnologiche, e nello stesso mondo degli adolescenti, come si può pensare a un insegnante che entra in aula a recitare la lezione di sempre? Non è così! Le esigenze di chi apprende aumentano in modo esponenziale e un insegnante non può scodellare a una scolaresca inquieta e assetata di saperi nuovi e interessanti la lezione di sempre… quella che poi, ironia della sorte, verrà chiesta anche alla prova del prossimo concorso per docenti! Non esiste più l’insegnante che fa la sua lezione, assegna i compiti e se ne va! Qualche matusalemme resiste, purtroppo, questo è certo, ma gli insegnanti che io conosco – e sono tanti – non sono così.

Allora rivediamolo pure l’orario degli insegnanti! Consideriamo tutti i numerosi impegni che hanno fuori dall’aula, dal contatto diretto con gli alunni! Giungiamo anche a ventiquattro ore, perché no? E che siano debitamente pagate! E si preveda che solo una parte di esse, la metà ad esempio, sia destinata al lavoro in aula! E siano centrali le attività laboratoriali, di cui parlano ormai tutte le nuove Indicazioni nazionali! E altre ore siano destinate alla ricerca, alla progettazione pluridisciplinare, alla produzione di materiali didattici, alle attività di sostegno, rinforzo, recupero, all’orientamento… se veramente vogliamo una scuola a tempo pieno e a spazio aperto, com’è giusto che sia! Avremmo più docenti impegnati in un lavoro che oggi non si può più consumare totalmente nelle aule, quelle aule/classi previste da Casati e da Coppino! Ma erano altri tempi ed era necessario che, anche a suon di nerbate, quel 90% degli analfabeti imparasse a leggere e scrivere e a far di conto, se volevamo entrare in Europa!

La scuola non è più quella in cui c’è uno che sa tutto e insegna e uno che non sa nulla e impara. Non è più così!
E in tanti Paesi d’Europa oggi le scuole non sono più così! Solo noi in Italia non siamo capaci di cambiare. In effetti, sono più di dieci anni che non abbiamo un ministro della Pubblica istruzione! Si succedono, legislatura dopo legislatura, uomini di buona volontà… ma occorre anche competenza! E saper battere i pugni sul tavolo! E non lasciare che il “Sistema educativo nazionale di istruzione e formazione” – parole altisonanti – sia gestito dal Mef!
Perché oggi chiediamo solo agli alunni di essere competenti, e non pretendiamo competenza da chi ci amministra?
Capisco che il momento è difficile e che tutti dobbiamo stringere la cinta ma non chiediamo alla scuola di stringerla ancora! Un altro buco e la scuola affonda, come la Concordia… per l’imperizia dello Schettino di turno!

Maurizio Tiriticco

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