Un miliardo per l’edilizia scolastica antisismica?
Facciamo chiarezza sul piano triennale per la sicurezza (2007-2009) e sull’annuncio del miliardo di euro, destinato dal CIPE all’edilizia scolastica antisismica, prelevato dai Fondi Aree Sottoutilizzate (FAS) già destinati alle scuole del Sud, senza fornire all’opinione pubblica le motivazioni e informazioni sugli effetti di tale scelta.
Rispetto alla decisione del CIPE del 6 marzo 2009 di impegnare un miliardo nel triennio per l’edilizia scolastica antisismica si deve innanzitutto rilevare che non si tratta di fondi certi quanto ai tempi previsti per il loro utilizzo. L’argomento dell’utilizzazione, o meglio riutilizzazione, dei fondi FAS stanziati per il settennio 2007-13 è complesso e merita un’ apposita presentazione. A parte tale ordine di problemi, se non si ripeteranno le lungaggini del passato verificatesi con il Piano di utilizzo dei finanziamenti per l’edilizia scolastica antisismica. Avviato nel 2002 è ancora in pieno svolgimento con il decreto di riutilizzo di 14 milioni uscito sulla Gazzetta Ufficiale n.5 del gennaio scorso. Il miliardo preannunciato potrebbe comunque consentire future realizzazioni. Si tratta di comprendere oggi che forse in tempi di realizzazione di tali interventi probabilmente non sono compatibili con le esigenze dell’attuale fase economica del Paese.
La delibera (06/03/09) del CIPE, di modifica della n°166 del 2007, che ha riorganizzato i fondi FAS non è oggi ancora nota. Nei mesi scorsi si indicava come certa una riduzione di 750 dei 1500 milioni che costituiscono i fondi FAS di competenza del Ministero dell’Istruzione (MIUR) a cui probabilmente si è, in questa occasione, aggiunta un’ ulteriore riduzione. Il miliardo nel triennio, non è stato quindi “sbloccato” come hanno riferito molti giornali disinformati ma è stato più semplicemente “sottratto” a risorse già destinate alle scuole del Sud anche per la costruzione di palestre, auditorium e piscine. Si tratta di opere che, probabilmente, resteranno incompiute, facendo la fine di molte opere pubbliche del nostro Mezzogiorno. Il miliardo nel triennio, dovrebbe essere reimpiegato, secondo le intese sottoscritte in Conferenza Unificata il 12 febbraio 2009, sempre per le scuole del Mezzogiorno e quindi sarebbe ancora da risolvere la dimensione nazionale del piano, dato che la sismicità, come è noto, non è un problema che riguarda solo le aree sottoutilizzate. Ciò non è stato finora chiarito da parte del Governo. Forse è questo il motivo per cui tale stanziamento non è stato esplicitamente collocato entro le risorse (5% dei fondi per le infrastrutture) di cui tratta il primo comma dell’art. 7-bis della legge 169/08.
Inoltre è molto probabile, lo potremo verificare con la pubblicazione della delibera, che i circa 6 miliardi di fondi FAS per la ricerca e l’innovazione (a gestione MIUR) siano stati largamente ridotti dall’operazione decisa il 6 marzo scorso.
L’edilizia scolastica rappresenta un’emergenza tragica tra le emergenze di cui soffre la nostra scuola e non dovrebbe essere consentito a nessuno di giocare con la non applicazione delle leggi o con annunci a scopo pubblicitario che attribuiscono a questo governo o a quello precedente, responsabilità o meriti che a loro non appartengono.
Occorre in questo campo massimo rigore e trasparenza. E allora, ad esempio, non è ammissibile che non si riconosca, neppure in sede di risposta a specifiche interrogazioni parlamentari, che con la legge finanziaria 2009, si è verificato un taglio di 22,8 milioni di euro, su quello stanziamento di 100 milioni di parte statale che costituisce un terzo delle risorse per 2009 del Piano per messa in sicurezza deliberato con la finanziaria 2007. Si tratta di un ripristino preliminare ad ogni altro annuncio in materia. Così come non è ammissibile che dopo la tragedia di Rivoli il sottosegretario Bertolaso si sia presentato alle Camere denunciando il fatto che ogni anno tutti i governi avrebbero prorogato la scadenza fissata per la messa a norma degli edifici scolastici. Ma la legge finanziaria 2007, prevedendo un piano triennale di circa 900 milioni di euro per la sicurezza, non ha rinnovato una proroga generalizzata limitandola invece, fino al 31 dicembre 2009, e riservandola solo a quelle costruzioni che fossero comprese nel piano. La circostanza è grave perché fra i compiti di Bertolaso, tra l’altro, c’è quello di occuparsi delle illegalità in atto e quello di sollecitare le misure per una rapida attuazione degli impegni presi per evitare che tornino nella illegalità situazioni solo provvisoriamente sanate.
Allo stesso modo non è encomiabile che il Ministro, a commento della decisione del CIPE, abbia citato i 300 milioni del Piano per la sicurezza del 2008 e quelli per il 2009 come iniziative del suo governo. Ovviamente citazioni e spot hanno fatto cattiva informazione su moltissimi giornali specializzati o meno e non aiutano l’impegno comune della società italiana in questo decisivo settore. Di fronte a situazioni cosi drammaticamente carenti ci vuole serietà e responsabilità da parte di tutti.
Gli impegni derivanti dall’attuazione dell’articolo 7-bis della legge 169/08 e l’Intesa raggiunta in sede di Conferenza unificata per le rilevazioni sulla sicurezza sono materia di una attenta vigilanza, soprattutto dopo le disastrose vicende del terremoto in Abruzzo che hanno colpito pesantemente le strutture scolastiche.
Osvaldo Roman