Educazione civica, a che punto siamo
Siamo ormai entrati nel secondo anno di applicazione della Legge 92/19 sull’insegnamento dell’Educazione Civica, alla fine del quale il Ministro dovrà relazionare al Parlamento sull’andamento di questo primo biennio. Il disposto [1] delle Linee Guida prevede poi che entro settembre 2023 Il Ministro debba definire«i traguardi di sviluppo delle competenze, gli obiettivi specifici di apprendimento e i risultati attesi» da integrare alle Linee Guida, sulla base degli esiti di un monitoraggio da farsi sulle attività delle istituzioni scolastiche del primo triennio. Uno scadenzario preciso e puntuale.
A questo punto è legittimo chiedersi a che punto è il monitoraggio e in che modo la ’nuova’ educazione civica stia trovando la sua collocazione nella pratica didattica e organizzativa della scuola italiana facendosi spazio tra le materie presenti, visto che non è previsto un incremento del monte ore.
È una questione di trasparenza per gli stessi studenti e le loro famiglie, ma è anche importante sul piano professionale per i docenti e i dirigenti per dare loro la possibilità di confrontare le scelte fatte con quelle dei colleghi e per orientare in itinere la ri-progettazione annuale nel triennio in corso, visto che la Legge, per come è stata concepita e scritta, dà la possibilità ai collegi di trovare una molteplicità di soluzioni organizzative su come articolare il curricolo di tale insegnamento, ma presenta anche diverse ambiguità interpretative cruciali nell’applicazione concreta che possono inficiarne le stesse finalità.
Nella sezione denominata Educazione Civica [2] aperta dal Ministero nel proprio sito e pubblicizzata ancor oggi anche dall’INDIRE come spazio di riferimento, dovrebbe potersi ricavare almeno lo ‘stato dell’arte’, ma cliccando sull’indirizzo si rimane basiti dal fatto che la sezione non contiene nulla che possa dare un’idea di cosa stia accadendo.
Nella normativa c’è qualche faq, qualche link e nulla più, vuota la pagina delle esperienze delle istituzioni scolastiche e dei materiali utili per l’introduzione della disciplina nonostante il concorso annuale che si sarebbe dovuto bandire . Non si hanno notizie della nomina della Consulta dei diritti e dei doveri del bambino e dell’adolescente digitale prevista dalla stessa legge, nonostante i reiterati solleciti della Garante dell’AGIA , visti i problemi creati dalla DaD, né del nuovo Comitato Tecnico scientifico , ormai il terzo di questa bizzarra staffetta, che dovrebbe curare il monitoraggio, né si trova l’Albo delle buone pratiche. Navigando tra le tematiche del sito ministeriale si trova invece, solo una pagina denominata ancora Cittadinanza e costituzione (sic!) che rimanda a una sezione della piattaforma Educazione digitale dal titolo Cittadinanza e Costituzione [3] della società CivicaMente srl che ha in alto in bella mostra il logo del Ministero e che riporta le iniziative e i concorsi promossi dal Parlamento sulle tematiche legate alla Costituzione e alcuni dei relativi prodotti realizzati da alcune scuole.
L’impressione è che non solo la sezione dedicata del sito ministeriale non sia stata più aggiornata, ma che tutta la partita dell’Educazione Civica, varati i corsi di formazione territoriali, sia stata lasciata a se stessa priva di una governance nazionale in grado di coordinare almeno la raccolta di dati e informazioni seppur parziali per dare una visione complessiva dell’avanzamento della sperimentazione in atto, utilizzando così questi tre anni come un vero percorso di ricerca-azione per la scuola italiana pur nel rispetto delle singole autonomie territoriali. Questa disattenzione è confermata dalla notizia che il PNRR non contiene nessun investimento per la formazione dei docenti su tale insegnamento.
Si può comprendere l’avvicendarsi dei Ministri, ma l’apparato ministeriale dovrebbe garantire una certa continuità nella gestione degli strumenti di comunicazione e la pubblicizzazione almeno delle iniziative di riflessione che alcuni USR [4], anche se in ordine sparso, hanno pur fatto alla fine del primo anno in occasione della conclusione dei corsi di formazione, così come alcuni soggetti privati [5] che hanno svolto percorsi formativi sulla tematica.
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[1] DM 35/20 art. 4
[2] Il comunicato stampa del 29 ottobre 2020 annuncia pomposamente che “sono presenti, e verranno costantemente integrati, ulteriori materiali di approfondimento relativi alle esperienze che le singole scuole stanno realizzando”
[3] https://www.miur.gov.it/cittadinanza-e-costituzione da cui si passa a https://www.educazionedigitale.it/cittadinanza-costituzione/ della società “CivicaMente srl” ( https://www.civicamente.it/ ).
[4] Ad esempio l’USR del Piemonte( http://www.istruzionepiemonte.it/wp-content/uploads/2021/05/Seminario-27Maggio.pdf) e quello della Sardegna (https://www.formazionedssarsdegna.net/educazione-civica )
[5] E’ il caso per esempio del questionario di Ipos compilato alla fine del percorso di formazione proposto da CivicAttiva da cui è possibile ricavare alcune opinioni dei docenti sull’insegnamento dell’educazione civica. https://www.indire.it/2021/06/01/progetto-cives-up-competenze-di-educazione-civica-per-studenti-attivi-e-digitali/
Pietro Calascibetta