Della faticosa costruzione del sistema di valutazione. VALES e altro
“Non vi è impresa che non consideri essenziale dotarsi di un sistema di valutazione, ma non ve ne è una che non si lamenti di quello che sta utilizzando”.
Negli impegni comunicati dal “superiore Ministero” emerge con forte sottolineatura quello di proseguire la costruzione di un sistema di valutazione della scuola italiana, iniziato da qualche anno con le rilevazioni sui livelli di apprendimento degli studenti, che si vanno consolidando (sia pure tra le inevitabili critiche e distinguo) e oggi estendendolo, programmaticamente, con un progetto che investe la valutazione delle organizzazioni scolastiche e, in connessione, della dirigenza scolastica.
Le critiche, le obiezioni, i distinguo non devono né spaventare, né essere assunte come “freno” a una linea di politica scolastica che, al contrario deve sapere guardare a un impegno continuativo e coerente per almeno un decennio. (Il minimo per poter davvero costruire “un sistema”, collaudarlo e validarlo progressivamente).
Un aforisma molto noto tra chi si occupi di valutazione in contesto di impresa recita, pressappoco che “non vi è impresa che non consideri essenziale dotarsi di un sistema di valutazione, ma non ve ne è una che non si lamenti di quello che sta utilizzando”. La valutazione ha sempre una dimensione “di ricerca”. Essa stessa (e non potrebbe che essere così) contiene intrinsecamente una “sfida” al miglioramento, innanzi tutto rispetto proprio alla attività valutativa, ai suoi strumenti, alle metodologie, ai protocolli, alle sue capacità di osservare, comprendere e misurare.
Per tale fondamentale motivo, nell’impresa tecnico-scientifica della costruzione del sistema di valutazione, occorre coniugare capacità critica costante e continuità nell’impegno. Altra preoccupazione, ovviamente è rappresentata dall’insieme dei fattori sociali, psicologici, professionali, espliciti e latenti che presiedono alla accettabilità sociale e/o condivisione e con i quali qualunque impresa tecnico scientifica di valutazione deve comunque misurarsi. Ma su questo aspetto sono già intervenuto in altri contributi, e, del resto, potrebbe essere buona esercitazione una analisi critica dei numerosi interventi che Education2.0 ha ospitato, per comprendere la “rilevanza politica” di tale preoccupazione che si configura come un vero e proprio “fattore critico” capace di destabilizzare qualunque impresa tecnico scientifica, sia attraverso l’opposizione pregiudiziale, sia attraverso l’adattamento opportunistico. Il progetto VALES è in via di definizione attraverso un comitato tecnico scientifico coordinato dall’INVALSI (cfr. nota ministeriale del 1 agosto 2012) e dunque si conosceranno in tempi rapidi le sue caratteristiche, le sue metodologie, i suoi strumenti, e si tratterà allora di entrare nel merito di una proposta definita.
Disponiamo però, già oggi, di due documenti “ufficiali” che costituiscono la base di riferimento per la costruzione di un progetto che espande la ricerca valutativa dalla rilevazione nazionale dei livelli di apprendimento alla valutazione delle organizzazioni scolastiche e, su tale base, dei Dirigenti. Si tratta di una bozza di regolamento del sistema di valutazione nazionale (un DPR) già presentata in sede di Governo e alla citata nota del Dipartimento dell’istruzione del MIUR, che indica tempistica e struttura generale del progetto VALES.
Sul primo rimando a un mio più articolato intervento comparso su www.pavonerisorse.it, sul secondo vorrei proporre alcune riflessioni di primo orientamento, anche intersecandole con il contenuto della bozza di regolamento.
L’IMPIANTO GENERALE
Il “capitolato” del progetto è così riassumibile
• Autovalutazione delle scuole
• Progettazione realizzazione di attività di miglioramento
• Valutazione esterna a carico di un nucleo di osservatori
• Individuazione degli obiettivi specifici del Dirigente Scolastico, per la valutazione del suo operato, utilizzando come essenziale ”materiale di riferimento” i piani di miglioramento delle scuole oggetto di autovalutazione e valutazione esterna
• Rendicontazione sociale (presente solo nella bozza di regolamento ma non nel progetto VALES)
Il percorso delineato ha una sua coerenza; ma, come ovvio, occorre entrare nel merito di ciascun “capitolo”, e dei rapporti tra le diverse fasi, per sviluppare l’analisi.
SAGGIO DI APPROFONDIMENTO
“Della faticosa costruzione del sistema di valutazione. VALES e altro”
Franco De Anna