Home » Politiche educative » Davvero sarà tutto piu chiaro?

Davvero sarà tutto piu chiaro?

Pubblicato il: 05/02/2025 18:16:28 -


Alcune riflessioni a margine delle nuove disposizioni in materia di Valutazione
Print Friendly, PDF & Email
image_pdfimage_print

Il 10 gennaio del nuovo anno il Ministro dell’Istruzione e del Merito ha firmato l’Ordinanza Ministeriale che definisce le modalità di valutazione periodica e finale degli apprendimenti nella Scuola Primaria e del comportamento degli studenti della Scuola Secondaria di primo grado , prevista dall’articolo 2, comma 1 del D.lgs. n. 62/2017, recentemente sostituito dalla legge n. 150/2024.

In base alla precedente normativa (in vigore dal 2021 al 2024) nella Scuola Primaria i voti si esprimevano attraverso quattro “livelli” (in via di acquisizione, base, intermedio, avanzato). A partire dal secondo periodo di quest’anno, i livelli verranno sostituiti da sei “giudizi sintetici” (insufficiente, sufficiente, discreto, buono, distinto, ottimo).

L’ altro elemento di discontinuità introdotto dall’OM riguarda la Scuola Secondaria di primo grado, in cui il giudizio di valutazione della condotta viene sostituito con il voto in decimi e viene stabilita la non ammissione alla classe successiva o all’esame di Stato nel caso di valutazione del comportamento inferiore ai sei decimi.

Il provvedimento era atteso, più volte preannunciato dal Ministro Valditara, che l’ha motivato con un’ esigenza di chiarezza e trasparenza del sistema educativo in generale e del processo di valutazione dell’apprendimento in particolare: “L’introduzione dei giudizi sintetici nelle Scuole primarie, molto più comprensibili dei precedenti livelli, permette infatti di tracciare con maggiore chiarezza il percorso formativo degli alunni, migliorando la comunicazione con le famiglie e al tempo stesso l’efficacia della valutazione

Già ad una prima lettura si individua un cambiamento di prospettiva. Proviamo allora ad entrare nel merito dei provvedimenti per verificarne la reale portata.

L’ esigenza di agevolare la lettura e l’interpretazione dei livelli di acquisizione e dei descrittori ad essi associati, che a partire dall’a.s. 2020-21 sono comparsi nei documenti di valutazione, era condivisibile. La necessità di offrire alle famiglie una descrizione completa e dettagliata del processo di apprendimento si è spesso scontrata con l’uso di un lessico specialistico e con un’inevitabile prolissità, che rendevano i documenti di valutazione non immediatamente accessibili all’utenza. Rimane tuttavia da dimostrare l’efficacia del nuovo sistema per tracciare e perciò definire, i diversi passi che costituiscono il percorso formativo di uno studente. Per fare questa operazione il Ministro ha ritenuto di reintrodurre l’unicità del giudizio da attribuire a ciascuna disciplina, lasciando alle singole istituzioni scolastiche la sola facoltà di “riportare nel documento di valutazione i principali obiettivi di apprendimento previsti dal curricolo di istituto per ciascuna disciplina”, senza però la possibilità di attribuir loro un giudizio. Il testo dell’Ordinanza dichiara con chiarezza fin dalla premessa, di non aver ritenuto necessario cogliere il suggerimento del CSPI di assegnare il giudizio sintetico agli obiettivi disciplinari significativi. Si tratta evidentemente di un impoverimento, sia nel senso della descrizione del processo di apprendimento che della comunicazione. Si rischia di disperdere un patrimonio di ricerca e formazione svolto dalle scuole, rivolto non solo ai docenti ma anche alle famiglie ed agli studenti. I genitori, che hanno imparato a distinguere e a veder valutati, all’interno di un’unica disciplina, obiettivi sostanzialmente differenti ad esempio “leggere e comprendere” o “produrre testi” in italiano – troveranno da giugno il solo giudizio sintetico, che ben poco potrà dire degli elementi che hanno portato alla sua formulazione. La preoccupazione del CSPI nel ribadire che giudizio sintetico non può e non deve essere svincolato dai percorsi di apprendimento e dagli obiettivi specifici è rimasta inascoltata. Si tratta di un passaggio brusco da una valutazione focalizzata sul processo formativo ad una valutazione incentrata sui risultati. 

Un altro suggerimento che viene disatteso, in nome della necessità di mantenere coerenza e chiarezza nella scelta della scala valoriale, è la richiesta del CSPI di rinominare e rimodulare i due giudizi sintetici “sufficiente” e “non sufficiente” con altre formulazioni più funzionali al miglioramento degli apprendimenti. È difficile non cogliere qui un’accezione moralistica dei giudizi (insufficiente, sufficiente, buono, ottimo) che facilmente si presta, soprattutto agli occhi dello studente -bambino della Primaria, ad etichettare chi apprende e non a valorizzarne i progressi. Riecheggia, purtroppo, l’ormai famoso richiamo al merito e sembra più impellente l’esigenza di stabilire una graduatoria fra gli studenti, piuttosto che fornire alla famiglia e all’alunno elementi utili per intervenire in modo efficace sul percorso di apprendimento.

Nella stessa direzione si muove il passaggio da quattro a sei livelli, che solo apparentemente rende la valutazione più precisa; in realtà, ne aumenta l’arbitrarietà. Una scala a sei livelli, di cui quattro positivi, costringerà gli insegnanti a usare nella descrizione una gamma di avverbi e aggettivi arbitrari, al solo scopo di giustificare il passaggio da un livello all’altro. Nella tabella fornita dal Ministero nell’Allegato A, in cui è rimasta traccia delle precedenti dimensioni, è già evidente questa difficoltà. Le descrizione del livello BUONO e DISCRETO, ad esempio, differiscono per soli 2 aggettivi (parziale-alcune) e una descrizione (non particolarmente difficile), a riprova di una distinzione fra i due giudizi non così sostanziale.

Anche l’espressione  del voto di condotta in decimi alla scuola Secondaria di Primo Grado  risponde, nell’intenzione del ministro, alla stessa esigenza di semplificazione e trasparenza. La valenza formativa di questo giudizio, che scaturisce da un giudizio complessivo di maturazione e di crescita civile e culturale dello studente, viene mortificata dalla scarna essenzialità del voto. Traspare nella norma un carattere prevalentemente sanzionatorio. Si stabilisce la non ammissibilità alla classe successiva ed all’Esame di stato in caso di valutazione inferiore a 6, ma non si vedono cenni ad interventi e percorsi volti al recupero di competenze sociali e civiche.

Si apre quindi una seconda parte dell’anno di intenso lavoro, in cui gli Istituti Comprensivi dovranno riformulare criteri di attribuzione e descrizioni di livello per uniformare il Piano Triennale dell’Offerta Formativa alle nuove disposizioni, nell’incertezza determinata dall’attesa delle Nuove Indicazioni Nazionali per il Curricolo, ed in assenza di indicazioni precise ed uniformi. Ancora una volta il testo dell’Ordinanza liquida in poche righe la richiesta del CSPI di accompagnare l’ordinanza ministeriale con Linee guida utili ad orientare le scuole, poichè, a parere del Ministro, “il passaggio dal giudizio descrittivo al giudizio sintetico semplifica le procedure di valutazione e non necessita di ulteriore documentazione esplicativa”. È evidente il contrasto con le Linee guida che hanno accompagnato la norma precedente, che suggerivano strumenti e processi in coerenza con le Indicazioni Nazionali e con la Certificazione delle Competenze, a riprova di un progetto di ben diverso spessore metodologico, sostenuto da un serio lavoro di ricerca didattica. 

Stiamo assistendo ad una operazione di restyling superficiale che mortifica e disconosce il lavoro fatto dai Collegi Docenti dal 2020 ad oggi. Alla ricerca di un facile consenso, si smarrisce la coerenza con la Certificazione delle Competenze, si perde ancora una volta l’opportunità di uniformare il sistema di Valutazione fra i diversi ordini presenti negli Istituti Comprensivi e si perdono le tracce di un confronto fra mondo della ricerca e mondo della scuola reale le cui strade, in questo campo, sembrano inesorabilmente divergere. Un facile intervento a costo zero, di cui la scuola pagherà il prezzo.

Antonella Zampieri, insegnante di scuola Primaria e membro del direttivo Cidi di Milano

23 recommended

Rispondi

0 notes
189 views
bookmark icon

Rispondi